Wise Society : Cisco: dietro le sbarre la scuola di innovazione tecnologica

Cisco: dietro le sbarre la scuola di innovazione tecnologica

di Michele Novaga
13 Luglio 2018

La Cisco Networking Academy ha formato in Italia centinaia di ex detenuti. Storie di rivalsa come quella di Luigi Celeste, oggi esperto di reti grazie alla certificazione CCNA security ottenuta in carcere

In Italia e nel mondo le applicazioni come la videosorveglianza, i contatori intelligenti, le soluzioni digitali per il monitoraggio della salute così come altri servizi stanno generando nuovi requisiti di rete e una crescita del traffico. Secondo i dati raccolti nel Cisco Visual Networking Index (VNI) entro il 2021 si prevedono più di un miliardo di nuovi utenti (solo in Italia gli utenti Internet saranno oltre 42 milioni pari al 71% della popolazione). Un tendenza che porterà il traffico Ip a livello globale a crescere del 24%, arrivando a triplicare entro il 2021 obbligando le reti IP globali a supportare fino a 10 miliardi di nuovi dispositivi e connessioni come sostengono gli esperti concordi nel ritenere che questo boom genererà un gap tra domanda e offerta di posti di lavoro nel settore Ip.

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Sono centinaia i detenuti formati dalla Cisco Academy Network nelle carceri italiane, Image by iStock

LA CISCO NETWORKING ACADEMY NELLE SCUOLE DI TUTTO IL PIANETA – Per far fronte a questo problema, la stessa Cisco (specializzata nella fornitura di apparati di networking con oltre 70.000 dipendenti in tutto il mondo) da anni ha elaborato un progetto di formazione – il Cisco networking Academy – che mette a disposizione il proprio know how per formare decine di migliaia di studenti. Oltre un milione le persone che vengono formate ogni anno in una delle 10.000 Cisco networking Academy disseminate in 162 paesi, 50.000 in Italia dove sono attive 470 Academy. Anche a Napoli nel difficile quartiere delle Vele di ScampiaCisco  ha portato fin dal 2007 la sua Academy cablando completamente e gratuitamente l’Istituto tecnico Galileo Ferraris, formando i docenti all’uso delle nuove tecnologie e consentendo a 15.000 studenti di studiare tendenze mondiali come l’internet delle cose e l’industry 4.0.

DA 18 ANNI NELLE CARCERI ITALIANE – Ma Cisco Academy da diversi anni è attiva anche nelle carceri dove ha formato già centinaia di detenuti facendogli ottenere la certificazione di esperto di reti CCNA– Cisco Certified Network Associete che abilita a lavorare in tutto il mondo nell’ambito tecnico informatico. «Il progetto è nato 18 anni fa per curiosità e grazie ad alcune coincidenze. All’inizio non c’era nulla. Ma è grazie al nostro Lorenzo Lento, insegnante esperto di informatica e alle sue buone relazioni con il Carcere di Bollate e con gli allora direttori, che siamo riusciti a far svolgere lì il primo corso con donazioni di apparecchi da parte di Cisco e di altre aziende per far nascere i laboratori», spiega a Wise Society Luca Lepore, responsabile del programma Cisco Networking Academy in Italia. Questa attività nel tempo è diventata continua sia a Bollate che successivamente in altri carceri come Castrovillari e Cagliari ai quali poi, grazie ad un accordo col Ministero di Grazia e Giustizia, si sono aggiunti il carcere minorile di Firenze, quello di Secondigliano, La Spezia, Opera, l’Istituto di Rebibbia a Roma e l’Istituto minorile di Nisida, a Napoli.

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Non solo carceri: oltre un milione le persone che vengono formate ogni anno nel mondo in una delle 10.000 Cisco networking Academy disseminate in 162 paesi (50.000 solo in Italia dove sono attive 470 Academy), Image by iStock

LA RIVINCITA DI CENTINAIA DI DETENUTI – Storie di persone che dopo aver frequentato il corso di Esperto di reti, in base all’articolo 21 della legge n. 354 del 26 luglio 1975 (che consente la possibilità di uscire dal carcere per svolgere un’attività lavorativa oppure per frequentare un corso di formazione professionale) dapprima cominciano a lavorare in diurna fuori dalle mura del carcere, ritornandovi solo alla sera. Poi, una volta raggiunto il fine pena, lavorano nel settore informatico. Persone che come Giovanni, giovane detenuto del carcere di Bollate hanno deciso di «frequentare questi corsi di formazione per dare un senso alla carcerazione e per far sì che diventasse qualcosa di costruttivo e non solo un modo per far passare il tempo ma un modo per investirlo». E come Luigi Celeste, il primo detenuto a livello mondiale ad avere ottenuto la certificazione CCNA security che, una volta scontata la pena di 9 anni per l’omicidio del padre, è stato dapprima assunto da una cooperativa occupandosi tra l’altro della gestione della rete informatica del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano e poi ha aperto una sua Partita Iva. Ora offre consulenze informatiche in Italia e all’estero. «Il reinserimento è sempre complicato: per questo cerchiamo di seguirli anche dopo per permettergli di ricollocarsi nel mondo del lavoro. Tenendo conto che la percentuale di recidiva (cioè la tendenza di ex detenuti a ritornare in carcere per altri reati) è del 65%, nessuno di coloro che è stato formato da noi è poi tornato in carcere», aggiunge Lepore che conclude: «Vogliamo portare i nostri corsi in altre dieci carceri per far crescere ulteriormente questa esperienza».

 

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