Wise Society : Inserire subito i delitti ambientali nel Codice penale

Inserire subito i delitti ambientali nel Codice penale

di Redazione Wise Society
16 Dicembre 2014

Lo chiedono 25 associazioni affinchè anche il Senato dopo la Camera approvi il disegno di legge che introduce i reati contro l’ambiente

Mai più disastri ambientali senza colpevoli. E’ questo l’appello che 25 associazioni capitanate da Legambiente e Libera lanciano al presidente del Senato Pietro Grasso e ai presidenti delle Commissioni di Giustizia e Ambiente del Senato per una rapida approvazione del disegno di legge sui reati ambientali nel Codice penale.

Una richiesta per colmare una lacuna grave dato che nel Codice non sono contenuti né il delitto di inquinamento né quello di disastro ambientale e «per mettere finalmente un freno ad un’attività criminale che con 30 mila reati accertati all’anno frutta a chi delinque oltre 16 miliardi di euro a danno della sicurezza e della salute di tutti i cittadini e dell’economia sana», sottolineano i promotori. «Con l’inserimento nel Codice penale dei delitti ambientali sarà possibile aiutare la magistratura e le forze dell’ordine per assicurare alla giustizia i colpevoli di gravi reati ecologici e mettere un freno alle lucrose attività dell’ecomafia e della criminalità ambientale».

Secondo il nostro ordinamento, infatti, chi inquina l’ambiente si rende protagonista di reati che si risolvono pagando un’ammenda. Ma sono moltissimi quelli che finiscono in prescrizione.

La camera dei Deputati nel febbraio 2014 aveva approvato a larghissima maggioranza un disegno di legge che inserisce alcuni reati ambientali nel nostro Codice penale: inquinamento e disastro ambientale, trasporto e abbandono di materiale radioattivo e impedimento al controllo. Ora accorrerebbe l’approvazione anche del Senato.

«Approvarlo prima possibile rappresenterebbe una pietra miliare nella lotta alla criminalità ambientale garantendo una tutela penale dell’ambiente degna di questo nome assicurando strumenti investigativi fondamentali per le forze dell’ordine e la magistratura», sostengono i promotori che invitano i cittadini a firmare l’appello su change.org o sul sito riparteilfuturo.it.

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