Le prospettive future possono essere un volano per la competitività oltre che per l'innovazione
L’impronta ambientale dei prodotti, che ne certifica la sostenibilità riguardo alle emissioni di gas climalteranti, è uno strumento utile per tutte quelle realtà aziendali che si stanno impegnando per il futuro del pianeta e che non hanno nulla a che vedere con il cosiddetto “greenwashing“. Ma la “footprint” non deve limitarsi a essere soltanto un numero, deve anche essere in grado di trasmettere una serie di valori e porsi come tramite, diretto e trasparente, della comunicazione tra i vari soggetti della filiera.
Di queste tematiche si parlerà al convegno “L’impronta ambientale dei prodotti“, organizzato da Legambiente, Università Bocconi e Ambiente Italia, in programma nella sede dell’ateneo lunedì 8 ottobre, dalle 8,30 alle 13.
L’evento sarà anche l’occasione ideale per confrontarsi e valutare le esperienze accumulate in ambito europeo e per stimolare il dibattito sullo sviluppo attuale e futuro di un sistema di etichettature affidabili e credibili nel nostro Paese.
All’incontro, aperto al pubblico previa registrazione all’indirizzo www.unibocconi.it/eventi parteciperanno tra gli altri il vice-direttore generale Andrea Poggio e il presidente nazionale Vittorio Cogliati Dezza, entrambi di Legambiente, e Corrado Clini, ministro dell’Ambiente.