Wise Society : Educazione affettiva a scuola per fermare la violenza contro le donne

Educazione affettiva a scuola per fermare la violenza contro le donne

di Rosy Matrangolo
24 Novembre 2023

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, si valuta la proposta di portare alle scuole superiori progetti di Educazione affettiva e alle relazioni

Avevamo bisogno di parlare diffusamente di educazione affettiva e sessuale nelle scuole. Ne avevamo bisogno perché sono diverse le proposte di legge depositate nel tempo in Parlamento per regolamentare un’iniziativa didattica che nel nostro Paese non prevede ancora l’obbligatorietà. Ne avevamo bisogno perché la materia riguarda lo sviluppo armonioso dei nostri figli sin dalla tenera età in un ambiente non privato, bensì nello spazio pubblico, di tutti e dove tutti è importante imparino a prendersi i propri spazi. Non avevamo bisogno, invece, di dover ammettere che il susseguirsi degli ultimi casi di violenza contro le donne e, soprattutto, il femminicidio di Giulia Cecchettin ci riportassero alla necessità di intervenire su quelle storture culturali che generano prevaricazione. Orrore. Non avremmo desiderato, insomma, arrivare a questo 25 novembre 2023 e ricordare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne annientati da un dolore cocente che proprio in queste ore interroga l’opinione pubblica su quanto le azioni a oggi messe in atto siano state di fatto non sufficienti.

Educazione affettiva

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La nuova legge contro la violenza sulle donne

L’Assemblea del Senato ha approvato mercoledì 22 novembre, definitivamente all’unanimità – 157 i voti favorevoli in Aula -, il ddl 923 sul contrasto alla violenza sulle donne e domestica sul testo già licenziato da Montecitorio. Il testo prevede un rafforzamento delle misure di ammonimento e di informazione delle vittime, un potenziamento delle misure di prevenzione e, in linea con gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, l’adozione di iniziative formative in materia di violenza contro le donne e violenza domestica tra cui la la predisposizione di apposite linee guida nazionali al fine di orientare un’adeguata e omogenea formazione degli operatori che a diverso titolo entrano in contatto con le donne vittime di violenza.

L’iniziativa “Educare alle relazioni”

Nella stessa giornata i ministri dalla Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e della Cultura Gennaro Sangiuliano hanno presentato l’iniziativa rivolta al mondo della scuola per la prevenzione e il contrasto della violenza sulle donne, “Educare alle relazioni”.

Secondo quanto analizzato dall’Associazione nazionale dirigenti pubblici e dagli alti funzionari della scuola (Anp) il progetto è sperimentale e destinato alle studentesse e agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e per la realizzazione sono stati messi a disposizione 15 milioni di euro dai Fondi europei PON.

Nella presentazione ufficiale da parte di Valditara, l’idea sarebbe nata in risposta ai gravissimi fatti di violenza avvenuti a Palermo e Caivano nei mesi scorsi e, com’è riportato da Anp “affonda le sue radici nelle Linee guida ‘Educare al rispetto: per la parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le forme di discriminazione’ risalente al 2015, emanate ai sensi dell’articolo 1, comma 16 della legge n. 107/2015” per cui il progetto “Educare alle relazioni” sarebbe, dunque, la sintesi elaborata di quel documento. Alcuni dei fattori rilevanti che sono stati presentati per inquadrare gli obiettivi dell’iniziativa sono:

  • supportare la cultura del rispetto e delle pari opportunità contro ogni forma di violenza e discriminazione;
  • l’adesione al progetto è riservata alle scuole secondarie di secondo grado interessata alla sperimentazione;
  • le tematiche saranno affrontate in gruppi di discussione tra studenti, moderati dagli insegnanti e animati da esperti;
  • un focus verte anche sulle conseguenze penali delle condotte di violenza-

Il periodo previsto in questa fase prevede progettualità di 30 ore e ogni istituto aderente individuerà un docente referente. I professori incaricati di moderare le attività di gruppo saranno formati secondo specifici programmi organizzati in collaborazione con il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop); ogni istituto relazionerà poi sulle pratiche più efficaci.

Educazione affettiva a scuola

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Educare ai sentimenti e alla sessualità a tutte le età

Forte della sua mission, l’Associazione italiana per l’educazione demografica (Aied) ha lanciato una petizione affinché l’educazione affettiva e sessuale sia introdotta in tutte le scuole di ogni ordine e grado. La richiesta trae dalle raccomandazioni internazionali che già forniscono alcune indicazioni importanti sul tema dell’educazione all’affettività e sessuale come gli Standard per l’Educazione Sessuale in Europa dell’OMS e alcuni degli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030 delle Nazioni unite in cui è posta attenzione valore della salute sessuale e riproduttiva per il benessere di tutti. Si sottolinea, ad esempio, che

  • la salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali così come la possibilità di fare esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza;
  • per maturare un atteggiamento positivo e responsabile verso la sessualità, bambine e bambini, ragazze e ragazzi hanno bisogno di conoscerla sia nei suoi aspetti di rischio che di arricchimento, per essere messi in grado di agire responsabilmente non solo verso sé stessi ma anche verso gli altri nella società in cui vivono

Sul sito di Aied, l’Associazione Italiana per l’Educazione Demografica, è possibile leggere e firmare l’appello


A oggi nelle scuole italiane esistono progetti di educazione all’affettività e alla sessualità: si tratta perlopiù di iniziative frammentarie sui territori e soggette alla volontà dei singoli istituti di aumentare la consapevolezza su queste tematiche all’interno della propria popolazione (il che include anche i genitori, non soltanto gli studenti).

Spesso questi progetti richiedono risorse finanziarie di cui la scuola può non disporre ed è altrettanto onesto ammettere che parlare di regolazione emotiva, di dinamiche relazionali che portano ad affrontare tematiche correlate come l’educazione al rispetto e al consenso. Insegnamenti che potrebbero salvare la vita di altre donne domani e potrebbero aiutare gli uomini ad affrontare nuovi no.

Rosy Matrangolo

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