Wise Society : La direttiva europea che protegge le donne dalla violenza non considera lo stupro

La direttiva europea che protegge le donne dalla violenza non considera lo stupro

di Rosy Matrangolo
16 Febbraio 2024

Il primo atto legislativo dell'UE stabilisce la definizione di reati e sanzioni per combattere la violenza contro le donne ma non esplicita l’elemento della mancanza di consenso

Mancano la ratifica del Parlamento europeo, prevista per aprile 2024 e, prima ancora, l’approvazione da parte degli Stati membri dell’UE in sede di Consiglio: è a queste due scadenze che guardano le reti antiviolenza di genere internazionali che intendono scendere in piazza il prossimo 8 marzo per chiedere alle istituzioni europee di rivedere l’accordo firmato lo scorso 6 febbraio dal Consiglio dell’UE sulla violenza contro le donne.

Donna che manifesta contro la violenza sulle donne

Foto Shutterstock

Violenza contro le donne: il Consiglio e il Parlamento europeo raggiungono un accordo (controverso)

Avrebbe dovuto essere la prima direttiva europea faro sulla protezione di donne e ragazze dalle diverse forme violenza domestica, sul lavoro, online ma i 27 Stati membri non sono riusciti a trovare un accordo su una definizione di stupro. Scompare, infatti rispetto alla versione presentata dalla Commissione europea a marzo 2022 l’articolo 5, che descrive come ogni rapporto senza consenso sia da considerarsi come un reato di stupro.

Durante i negoziati, infatti, non è stato possibile trovare un accordo sulla definizione di stupro. Eppure, il riferimento alla mancanza di consenso è contenuto nella Convenzione di Istanbul, la disposizione internazionale di riferimento per contrastare la violenza sulle donne.

Le reazioni alla direttiva

Diversi deputati europei, ma soprattutto le associazioni e le organizzazioni che si occupano di diritti sono intervenuti.

“Sebbene la direttiva contenga elementi positivi, alcune proposte della Commissione e del Parlamento che avrebbero introdotto misure forti e vincolanti, sono state inutilmente respinte dagli Stati membri. Queste includono l’introduzione di una definizione armonizzata di stupro basata sul consenso, bloccata tra gli altri da Francia e Germania, e l’obbligo di garantire meccanismi di denuncia sicuri per le donne prive di documenti”

ha dichiarato Eve Geddy, direttrice dell’Ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee. Continua, con una dichiarazione, l’eurodeputata Daniela Rondinelli:

Il principio del consenso è cruciale nella definizione del reato di stupro, e nell’individuazione dei casi di violenza fisica e sessuale. Oggi sono ancora pochi i paesi europei che prevedono l’elemento soggettivo del consenso, tra questi la Spagna. Nel 2022, il governo a guida socialista propose e adottò la legge di Garanzia integrale della libertà sessuale rafforzando così la posizione della donna, specialmente nelle sedi legali”.

Senza consenso è sempre stupro. La petizione su Change.org

L’opinione pubblica non è rimasta in silenzio. E’ per il tramite della voce delle associazioni che si occupano di diritti delle donne e le reti antiviolenza sui territori che ha preso forma la petizione su Change.org in cui si chiede al Consiglio dell’UE di riportare nel testo che sarà votato in Parlamento il reato di stupro nella definizione per cui “senza consenso è sempre stupro”: la petizione lanciata lo scorso 3 febbraio dall’associazione Differenza donna Aps ong ha già raccolto in Italia oltre 90mila firme.

Un appuntamento politico è stato dato: il prossimo 8 marzo a Bruxelles davanti alla sede del Parlamento europeo sono chiamati a raccolta i Centri antiviolenza d’Europa, le associazioni femministe, le realtà che sostengono i diritti umani “per il pieno riconoscimento dei diritti e della libertà delle donne”.

manifestazione contro la violenza sulle donne

Manifestazione del 25 novembre 2023 in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne – Foto Shutterstock

Cosa contiene la direttiva Ue sulle azioni per contrastare la violenza contro le donne

Il testo che è stato approvato a febbraio dal Consiglio condivide la configurazione per la prima volta di alcuni reati come la mutilazione genitale femminile, il matrimonio forzato, la condivisione senza consenso di materiali a sfondo sessuale e intimi; lo stalking e le molestie online, così come l’istigazione all’odio e alla violenza per via digitale.

Assistenza specialistica a livello medico, legale e di sostegno – anche attraverso i centri antiviolenza – e la necessità di garantire protezione per le vittime di reati che devono poter accedere facilmente alla giustizia sono un altro elemento cardine del documento, insieme al diritto di risarcimento da parte delle vittime di violenza.

Rispetto alle precedenti versioni negoziate nelle sedi europee, sono stati, inoltre, eliminati i riferimenti circa l’inserimento della definizione di molestie sessuali nei luoghi di lavoro mentre, sul fronte della prevenzione, è scomparsa anche la dichiarazione sulla necessità di prevedere percorsi di formazione specifica per magistrati e Forze dell’ordine.

Rosy Matrangolo

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