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Giulia Cogoli: la cultura va messa in piazza

di di Monica Onore
22 Giugno 2010

Quando la letteratura, il teatro, la filosofia occupa gli spazi pubblici delle città il successo è garantito. Perché offrono preziose occasioni di scambio e di approfondimento. Merce sempre più rara nella società di oggi

Sono tanti in Italia i Festival culturali di successo. Ce n’è per tutti i gusti: scienza, filosofia, letteratura, antropologia, cinema, economia. Riescono a coniugare temi e discipline diverse nelle piazze e nei teatri di città di provincia dalle dimensioni ancora “umane”. Il pubblico viene coinvolto da relatori che condividono i loro studi e conoscenze con un linguaggio vivace e inusuale.

Giulia Cogoli organizzatrice di eventi, foto di Grazia LissiIncontriamo Giulia Cogoli che da oltre venti anni si occupa di editoria e comunicazione culturale. Dal 2003 dirige a Sarzana il Festival della Mente e ha ideato e diretto a Pistoia la prima edizione del Festival Dialoghi sull’uomo.


Perché hanno sempre più successo i Festival culturali in Italia?

Nel nostro Paese sono un fenomeno recente. Mentre in Francia e Inghilterra esistono da più di trent’anni, e ce ne sono tanti, in Italia il festival culturale è stato introdotto solo tredici anni fa con  la prima edizione del Festival della Letteratura a Mantova.
Sono in continuo aumento, però, le affluenze: il Festival della Mente di Sarzana, che dirigo da 7 anni, era partito nella prima edizione con 10mila presenze, l’anno scorso siamo arrivati a 40mila. Stanno ottenendo un ragguardevole successo perché rispondono ad un’esigenza, quella di poter approfondire alcune tematiche culturali. La televisione italiana ha smesso di fare approfondimento culturale, le università sono invece spesso mondi molto chiusi, per chi non le frequenta. Questi festival sono un’occasione unica per chi vuole continuare un percorso di approfondimento culturale. Contenuti alti, ma accessibili a tutti.

 

Si possono fare ovunque?

I festival funzionano bene nelle cittadine medio piccole. Non è un caso che nelle grandi città come Roma, Milano, Londra ci siano solo delle rassegne. Una delle cose più importanti, infatti, è la cosiddetta atmosfera, quel senso di partecipazione che in una grande città è difficile ricreare. La città di provincia è ideale per fare un festival perché tutto è più facile: ci si sposta a piedi, ci sono piazze, chiostri, teatri ricchi di arte e storia. Per non parlare dell’aspetto gastronomico.

Pistoia evento Dialoghi sull'Uomo 2010

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Giulia Cogoli

pubbliche relazioni e comunicazione
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