Wise Society : Inquinamento atmosferico: solo 7 Stati rispettano le linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria

Inquinamento atmosferico: solo 7 Stati rispettano le linee guida dell’Oms sulla qualità dell’aria

di Valentina Neri
3 Aprile 2024

Nella stragrande maggioranza del Pianeta si respira aria molto più inquinata rispetto alle soglie di sicurezza. Lo testimonia il report sulla qualità dell’aria nel 2023 pubblicato da IQAir

Che aria respiriamo? La domanda è comune, addirittura istintiva. Ma la risposta, purtroppo, può rivelarsi sconfortante. Perché nella stragrande maggioranza del pianeta i livelli di sostanze inquinanti sono ben superiori rispetto alle soglie che garantirebbero la nostra salute. A darci l’ennesima prova è il report sulla qualità dell’aria nel 2023 pubblicato da IQAir.

Inquinamento atmosferico

Foto Shutterstock

Cosa misura il report sulla qualità dell’aria di IQAir e come

IQAir è una società svizzera che dagli anni Settanta sviluppa e vende purificatori, mascherine, monitor e altre tecnologie per la qualità dell’aria. Nel suo sito web, rende noti in tempo reale i livelli di smog in vaste aree del pianeta. Nello specifico, il report aggrega i dati raccolti da oltre 30mila stazioni gestite da enti pubblici, istituti di ricerca, università, organizzazioni no profit, aziende private e cittadini in 7.812 località disseminate in 134 Paesi, regioni e territori. Di anno in anno questa rete di stazioni di monitoraggio si allarga, ma è comunque incompleta: nel 2023 per esempio mancano il Ciad, il Sudan e l’Iran.

Esistono diverse sostanze che contribuiscono allo smog, ma questo studio si sofferma su una in particolare: il PM2,5, cioè il particolato atmosferico sottile, costituito da particelle di diametro inferiore ai 2,5 micrometri (millesimi di millimetro). A differenza del PM10 che è più grossolano e quindi irrita le vie aeree superiori, il PM2,5 penetra fino ai bronchi e alle loro ramificazioni, arrivando fino agli alveoli ed entrando, da lì, nella circolazione sanguigna.

I rischi del PM2,5 e le soglie consentite

Un’elevata e costante esposizione al PM2,5 contribuisce a svariati problemi di salute, tra cui asma, infarto, alcuni tipi di cancro e disturbi polmonari. Alcuni studi ipotizzano anche un impatto sulla salute mentale e sullo sviluppo cognitivo dei bambini. Per questo, nel 2021 l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha rivisto al ribasso le soglie di sicurezza: quella giornaliera passa da 25 a 15 micrometri per metro cubo, mentre la media annuale passa da 10 a 5 µm/mc.

Nell’Unione europea – e dunque in Italia – le linee guida sono meno stringenti e dunque meno cautelative. Attualmente la soglia annuale per il PM2,5 è di 25 µm/mc, ma Parlamento europeo e Consiglio hanno raggiunto un accordo per portarla a 10 µm/mc. Gli Stati membri dovranno adeguarsi entro il 2030, ad eccezione di quelli che hanno condizioni orografiche e climatiche molto particolari. Come la “nostra” pianura Padana, che ha già ottenuto una deroga fino al 2040.

Inquinamento in città

Foto di S. su Unsplash

I dati sulla qualità dell’aria nel mondo

I dati sulla qualità dell’aria raccolti da IQAir confermano come la strada per rispettare le linee guida dell’Oms sia ancora lunga e in salita. In particolare, in Africa e Asia centrale e meridionale le concentrazioni medie annue di PM2,5 sono le più alte in rapporto alla popolazione. E i dati sono inevitabilmente sottostimati, perché dal monitoraggio mancano ben trenta Paesi africani, ma anche Stati come l’Oman e l’Afghanistan che nell’edizione precedente figuravano tra i più inquinati.

Gli Stati e le città più inquinate del mondo

Bangladesh, Pakistan e India. È questo il poco invidiabile podio degli Stati in cui si respira veleno: per la precisione, la concentrazione media annua di PM2,5 (rapportata in base alla popolazione) è di 79,9, 73,7 e 54,4 µm/mc. Un ordine di grandezza totalmente diverso rispetto ai 5 µm/mc che dovrebbero garantire la salute e la sicurezza della popolazione. E l’Italia? È a metà classifica, con una media di 15 µm/mc, esattamente il triplo rispetto alle linee guida. Sono sempre le metropoli asiatiche e africane a dominare la classifica delle capitali più inquinate:

  • Nuova Delhi, India;
  • Dacca, Bangladesh;
  • Ouagadougou, Burkina Faso;
  • Dushanbe, Tagikistan;
  • Baghdad, Iraq;
  • Abuja, Nigeria;
  • Giacarta, Indonesia;
  • Hanoi, Vietnam;
  • Islamabad, Pakistan;
  • Cairo, Egitto.

Gli Stati e le città dove si respira l’aria più pulita

Gli unici territori in cui la concentrazione media annua di PM2,5 resta entro i 5 µm/mc sono:

  • Finlandia;
  • Estonia;
  • Porto Rico;
  • Australia;
  • Nuova Zelanda;
  • Bermuda;
  • Grenada;
  • Islanda;
  • Mauritius;
  • Polinesia francese.

Stiamo parlando di sette stati e tre regioni non politicamente indipendenti, su un totale di 134 monitorati. Ancora pochi, decisamente troppo pochi. Guardando invece la classifica delle capitali, la più “fortunata” è San Juan, Porto Rico, dove la concentrazione media annua di PM2,5 si ferma a 2,7 µm/mc. Sono in regola con le linee guida Oms anche Wellington (Nuova Zelanda), Canberra (Australia), Reykjavik (Islanda), Hamilton (Bermuda), Tallinn (Estonia) e Helsinki (Finlandia).

Valentina Neri

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