Esiste ancora il giornalismo libero in un Paese che in quanto a libertà di stampa si colloca solo al 46esimo posto nella classifica mondiale? Ne abbiamo parlato con uno dei più grandi giornalisti d'inchiesta italiani...
Esiste ancora il giornalismo d’inchiesta? E, se sì, come si fa? Quanto i giornalisti sono davvero liberi di fare il loro lavoro in un Paese, il nostro, che occupa solo la 46° posizione nell’apposita classifica annuale redatta di Reporters sans Frontières dedicata alla libertà di stampa nel mondo?
E, ancora, come i social network influiscono sulle notizie e sulla verità che arriva alle persone fra fake news, algoritmi e manipolazione politica dell’informazione?
E, poi, che ruolo ha o dovrebbe avere il fact-checking in un mondo dove è sempre più difficile combattere la disinformazione anche all’indomani di azioni come quella messa in campo Mark Zuckerberg che di fatto ha dismesso il programma di fact-checking di terze parti su Facebook e Instagram?

Nel libro “La scelta”, pubblicato con Bompiani, Ranucci racconta il suo percorso professionale e alcune delle inchieste più scottanti da lui realizzate.
A queste ed altre domande scottanti sul difficile e complesso presente che stiamo vivendo, risponde Sigfrido Ranucci, una delle firme più importanti del giornalismo d’inchiesta in Italia, al timone del programma Report, che abbiamo incontrato al Teatro Carcano di Milano in occasione del suo spettacolo “La scelta”, nell’ambito di “Follow The Monday”.
Un serie di eventi-spettacolo del lunedì sera milanese dedicati alla riflessione e al dialogo, e in cui il giornalista racconta sé stesso e il suo lavoro e alcune inchieste raccolte nel libro dall’omonimo titolo, La Scelta (Bompiani Editore, 2024) appunto…
Ranucci è da sempre impegnato nella difesa della libertà dell’informazione e per le inchieste sue e del suo team è stato messo sotto scorta e, prima di approdare alla conduzione di Report su Rai3, è stato inviato in svariate parti del mondo realizzando servizi su mafia, traffici illeciti, guerre, violazioni di diritti umani e molti altri importanti e delicati temi.
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Testi: Vincenzo Petraglia
Riprese: Fabio Restelli