Col noto scrittore, giornalista e conduttore televisivo abbiamo parlato del sentimento per eccellenza, ma anche di Platone, mondo contemporaneo e nuovi modi di stare al mondo
Massimo Gramellini è scrittore, giornalista, conduttore televisivo (attualmente in video con In altre parole su La7) e gli piace giocare con le parole. Con le sue acute riflessioni, garbate ma molto dirette e profonde, è in grado sempre di aggiungere qualcosa in più al già noto, e far riflettere.
Con lui abbiamo parlato di un tema da sempre centrale nella vita dell’essere umano: l’amore. Amore nel suo senso più ampio, verso una persona, un sogno, un ideale, che forse i cambiamenti estremamente veloci dei giorni nostri, accelerati in maniera esponenziale dalla tecnologia e dal virtuale, e la fluidità della contemporaneità stanno in qualche modo cambiando nel loro significato più profondo e nel modo in cui ciascuno di noi vive questo sentimento nel proprio quotidiano.
In che modo abbiamo cercato di approfondirlo con l’autore di Fai bei sogni ed altri best seller, che dedicata al tema la rubrica “7 di cuori” sull’inserto settimanale 7-Sette e uno specifico incontro, “L’amore è il perché”, il 29 aprile ai “Follow The Monday” del Teatro Carcano di Milano, dove porta la sua personale rilettura del manuale di educazione sentimentale che gli ha cambiato la vita: il Simposio di Platone, l’opera per eccellenza sull’amore. Perché, dice, “soltanto chi ama crea, non importa l’oggetto verso cui si dirige l’energia creativa, e l’essere umano è veramente vivo soltanto se, e soltanto finché, ama qualcuno o qualcosa”.
Il Simposio di Platone, l’opera per eccellenza sull’amore. Perché?
Perché sembra scritto oggi, anzi domani. Perché è un inno alla libertà sessuale. Perché rivela che l’amore non ha un perché, ma è il perché: l’energia che tiene insieme l’universo. Solo quando ci connettiamo con quell’energia diventiamo creatori.
Quali sono i cardini intramontabili e sempre attuali di quest’opera?
La mia pagina preferita del Simposio è quella in cui Platone spiega che per creare qualcosa, qualunque cosa, non solo un figlio, ma anche un romanzo o un tavolino, bisogna essere eccitati dalla visione della bellezza: bisogna essere innamorati. In un mondo dove si fa sempre più fatica ad appassionarsi e a trovare il senso di quel che si fa, è un messaggio che mette i brividi, tanto è meraviglioso.
Ha detto che è stato il manuale di educazione sentimentale che le ha cambiato la vita. In che senso, come?
Prima di leggere il Simposio pensavo che l’amore consistesse nell’essere amati. Come tutti gli insicuri ero convinto che la cosa più importante fosse essere al centro dell’attenzione altrui. Eppure, quando ero amato, non ero felice. Platone mi ha spiegato perché: Eros non risiede nell’amato, ma nell’amante, in colui che ama. Il vero amore non consiste nel ricevere ma nel dare, senza aspettarsi ricompense.
Spesso si confonde la gelosia con l’amore, il desiderio di possesso e la violenza come una diretta conseguenza dell’amore…
Tutto nasce da una visione dell’amore come appartenenza invece che come libertà. L’amore non è dire “tu sei mia e io sono tuo”. L’amore è il Bogart di Casablanca che rinuncia alla donna che ama per un interesse superiore. Amare significa andare oltre il proprio ego.
Nuove tecnologie, social, Intelligenza artificiale stanno facendo perdere un po’ il significato dell’amore come di altri sentimenti ed emozioni, mediati come sono dal virtuale?
La più grande bugia mai raccontata su Platone è l’amore platonico. Platone non è per nulla platonico. Arriva all’anima sempre passando dal corpo. Un messaggio che parla a noi, che parla di noi.
Come vede i ragazzi di oggi, i più giovani? Sono diversi, rispetto alla sua generazione, nel vivere l’amore e in generale i sentimenti?
La tecnologia evolve, ma l’animo umano rimane sempre lo stesso. Penso che Romeo e Giulietta restino tali anche con un telefonino in mano.
Ci sarebbe però forse bisogno a scuola, e nelle famiglie, di inserire una nuova materia di studio: l’educazione ai sentimenti?
Tantissimo, specie per i maschi, che crescono ancora con l’idea che parlare d’amore sia disdicevole o imbarazzante. Che sciocchezza: il Simposio dimostra che nessun argomento è più profondo, decisivo e politico dell’amore.
La gentilezza salverà il mondo? Come affermarla in un mondo sempre più aggressivo e in cui, sia a livello micro che macro, si tende a sentirsi costantemente assediati e in pericolo?
Tolstoj diceva: tutti vogliono cambiare il mondo, ma nessuno vuole cambiare sé stesso, per questo il mondo non cambia mai. Io credo nelle rivoluzioni interiori, più che in quelle politiche. E l’amore è il padre e la madre di tutte le rivoluzioni.
Tema informazione: l’Italia non brilla nel campo della libertà di stampa. Perché è come se ne esce?
Non sono così preoccupato. Ormai gli strumenti mediatici sono talmente tanti e talmente pervasivi che è difficile nascondere una notizia. Il rischio, semmai, è quello opposto: un eccesivo affollamento e una totale assenza di gerarchie.
Un mondo più saggio, “wise’ appunto, di cosa avrebbe bisogno, secondo lei? Su cosa dovrebbe poggiare?
Mi ha alzato la palla per la schiacciata finale: dovrebbe poggiare sull’amore. In senso platoniano e non platonico…
Vincenzo Petraglia
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