Nei Paesi UE, il 96% delle acque di balneazione soddisfa gli standard mini della direttiva specifica, mentre l’85% è di eccellente qualità. Lo segnala l’Agenzia europea dell’Ambiente. L’Italia è messa bene
La qualità delle acque di balneazione europee negli anni è in netto miglioramento. Lo conferma l’Agenzia europea dell’Ambiente secondo cui la stragrande maggioranza dei siti dove si può fare il bagno nell’Unione Europea soddisfa gli standard minimi stabiliti dalla legislazione UE. Nella recente valutazione, elaborata dall’Agenzia europea dell’ambiente in collaborazione con la Commissione europea, si è messo in luce che, in quasi 22mila località, l’85% delle acque di balneazione è stato valutato eccellente, mentre il 96% delle acque soddisfaceva gli standard minimi di qualità richiesti per il rispetto della Direttiva sulle acque di balneazione, in leggero aumento rispetto all’anno precedente. In alcuni Paesi si arriva a toccare il 97,6% di siti acque di balneazione di eccellente qualità, come nel caso di Cipro. L’Italia raggiunge il 90,3%, ponendosi sopra la media UE e tra i primi Paesi.
Acque di balneazione nell’UE: il miglioramento è costante
Il numero di acque di balneazione in Europa è aumentato ogni anno, da circa 7.500 nel 1990 a più di 22mila nel 2019. L’anno scorso si è arrivati a monitorarne 21.766, meno rispetto a quattro anni prima, ma il livello di qualità si è alzato sensibilmente. Bisogna considerare che la percentuale di acque classificate eccellente è cresciuta continuamente dall’adozione della direttiva riveduta sulle acque di balneazione (BWD) del 2006. Nel 2015 si è stabilizzata intorno all’85%, mentre nel 2019 ha raggiunto l’84,8 % nei paesi dell’UE.
In generale, il numero di acque di balneazione segnalate nell’UE è aumentato tra il 1990 e il 2010. Sei Stati membri dell’UE hanno segnalato 5.691 acque di balneazione nell’estate del 1990 e 21.813 sono state segnalate da 27 Stati membri dell’UE nel 2009. Negli anni successivi, il numero si è stabilizzato tra 21 e 22mila acque di balneazione.
L’eccellente qualità delle acque di balneazione è rimasta stabile e conferma un miglioramento notevole negli ultimi decenni. Va detto, però, che è stata costantemente buona, almeno nel recente passato, specifica l’Agenzia europea per l’ambiente (EEA). L’effetto combinato del monitoraggio e della gestione sistematici introdotti dalla Direttiva sulle acque di balneazione, dei grandi investimenti negli impianti di trattamento delle acque reflue urbane e dei miglioramenti nelle reti delle acque reflue hanno portato a una drastica riduzione degli inquinanti organici e degli agenti patogeni precedentemente rilasciati nelle acque reflue urbane non trattate o parzialmente trattate. «Grazie a questi continui sforzi, oggi è possibile fare il bagno anche nelle acque urbane e un tempo fortemente inquinate», rileva la stessa Agenzia.
Come ricorda l’Ispra, la BWD ha aggiornato e semplificato tali norme. Esso impone agli Stati membri di monitorare e valutare le acque di balneazione per almeno due parametri di batteri (fecali).
Cosa richiede la Direttiva sulle acque di balneazione
Gli Stati membri dell’UE gestiscono le proprie acque di balneazione in conformità con la Direttiva sulle acque di balneazione, specifica l’EEA. Prima di ogni stagione balneare, gli stati identificano le acque di balneazione nazionali, definiscono la durata della stagione balneare per ciascuna e stabiliscono protocolli di monitoraggio per le acque costiere e di transizione, i fiumi e i laghi.
Prima e durante la stagione balneare, le autorità locali e nazionali prelevano campioni dalle acque di balneazione e li analizzano per i due tipi di batteri (E. coli ed enterococchi intestinali), indicativi di inquinamento da liquami e letame. In base ai livelli di batteri rilevati, la qualità delle acque di balneazione viene classificata come “eccellente”, “buona”, “sufficiente” o “scarsa”.
I migliori 10 Paesi UE e quelli in fondo alla classifica
Veniamo, quindi ai risultati nei singoli Paesi. Si è detto di Cipro, miglior Paese europeo col 97,6% di acque di balneazione di eccellente qualità. Dietro si posiziona l’Austria, col 96,9%, e la Croazia (96,7%). Nella top ten si posizionano anche Grecia (95,8%), Bulgaria (94,8%), Danimarca (94%), Malta (92%), e – a pari merito – Italia e Germania (90,3%), con la Lituania poco sotto il 90 per cento (89,3%), comunque ben oltre la Media UE-27 (85,4%).
I tre Paesi con le peggiori performance sono Albania (41,2%), Polonia (54,9%) e Ungheria (62,5%). C’è da dire che Solo il 77% delle acque di balneazione in Polonia sono state valutate in termini di qualità, mentre nel caso dell’Albania sono state monitorate solo 119.
Nel 2023, il cambiamento più notevole rispetto all’anno precedente ha riguardato il numero totale di acque di balneazione UE segnalate: esso è aumentato dello 0,5% (108 acque) a 21.766. La maggior parte di queste aggiunte sono state segnalate dalla Grecia (+49 acque) e dalla Polonia (+31). I restanti 38 siti erano distribuiti in altri 11 paesi.
Andrea Ballocchi