Wise Society : Vietnam, mon amour

Vietnam, mon amour

di di Gea Scancarello
14 Maggio 2013

Dai Saigon al delta del Mekong fino alle spiagge con meravigliose dune di sabbia. Ecco l'itinerario raccontato da una notsra collaboratrice. Per scoprire uno dei Paesi più affascinanti dell'Asia che si affaccia sul Pacifico.

Negli ultimi anni sono salita su più aerei che autobus. Munita di cuore e occhi ben aperti, ho girato l’Europa, gli Stati Uniti e parte del Sudamerica, ricavandone un’impressione sconfortante: per quanto belli, per quanto affascinanti, particolari, vitali, colorati, cupi, verdi o grigi, tutti questi posti si assomigliano troppo. Può apparire sacrilego dirlo, ma la verità è che i Paesi occidentali hanno moltissime cose in comune: strategie economiche simili,  la casa come perno della famiglia e della privacy, vite professionai cadenzate da ritmi accelerati, un intenso sviluppo urbano. Trovarsi in un bar di Madrid non è certo come essere a Quito o a New York, ma la regolarità delle vite e delle città le rende simili, specie agli occhi di chi ormai fa fatica a stupirsi. Ragione opinabile ma per me invece molto motivante per dedicare un viaggio all’Asia pacifica.

 

Con due settimane di tempo e una fascinazione per la storia, la scelta è caduta sul Vietnam, passando per Bangkok, più facile da raggiungere con voli a basso costo. Un Paese senza rischi per la sicurezza – d’altra parte è governato da una simil-dittatura – in cui armandosi di cartina, connessione a Internet e buona volontà è possibile pianificare tutto da soli. Per decidere cosa vedere in quindici giorni la scelta cruciale è tra il Nord e il Sud. A dispetto della favoletta geopolitica di un Paese unito contro l’invasore americano, il lascito storico di una guerra ventennale è che nel Sud a Saigon e dintorni, mal si sopporta il governo di Hanoi e il regime comunista di stampo cinese: dal rifiuto di chiamare la città Ho Chi Min, così come l’ha ribattezzata il generale, alle opinioni sprezzanti sui luoghi del Nord, tutto indica che il Sud avrebbe preferito che gli americani vincessero la guerra, anche se nessuno può permettersi di dirlo apertamente. Un buon itinerario per il Sud tocca Saigon, Cu Chi, il Delta del Mekong e poi risale verso la costa di Mui Ne e Na Thrang.

Saigon ha dieci milioni di abitanti e sette milioni di motorini. In assenza di qualsiasi tipo di mezzi pubblici, di automobili e senza una viabilità studiata, lo scooter è lo strumento di lavoro e di ascesa sociale per i cittadini. Comprarsene uno significa non solo potersi finalmente spostare in città, ma anche guadagnarsi da vivere in qualche modo; a bordo si sale in due, tre o quattro (anche in quattro più un cane, all’occorrenza), trasportando merci di ogni tipo, dalle bombole del gas alle scatole di uova, sfidando le leggi della fisica e il pericolo. In mancanza di segnaletica, semafori e, ovviamente, vigili, l’immensa marea di motorini si sposta sulle strade come uno sciame disordinato, senza sensi di marcia e stop; attraversare la strada può essere un’esperienza preoccupante, e in qualche caso tocca affidarsi alle persone locali chiedendo loro (rigorosamente a gesti) di essere traghettati dall’altra parte della piazza.

Il quartiere più noto della città è Pham Ngu Lao, dove un tempo risiedevano gli americani e oggi si condensa la maggior parte dei turisti; la zona non ha perso la propria autenticità, è anzi una delle migliori dove cercare alloggio per immergersi nella storia del Paese senza rinunciare a qualche piacere. Qui si trovano decine di locali, ristorantini – per provare il piatto nazionale spendendo due spiccioli (letteralmente) andate da Pho 24 e ordinate una zuppa Pho – e alberghi dove una camera decorosa, con bagno e aria condizionata (importante per difendersi dalle zanzare) costa non più di 15 dollari a notte. Per la strada bambini e adulti ciondolano e offrono ai turisti qualsiasi tipo di merce, dalle guide turistiche fotocopiate alle sigarette, passando per droga e prostitute.

La vita del Vietnam si svolge al 90% nelle strade, specie in città. Per strada la gente cucina, gioca a dadi, aggiusta motorini, chiacchiera con gli amici; il riparo all’interno delle pareti domestiche è qualcosa di sconosciuto, probabilmente perché sono molto pochi quelli che possono vantare il possesso di una casa vera: la maggior parte vive ammassata in due stanze, del tutto simili a garage, in cui trovano rifugio il prezioso scooter insieme a frutta, templietti e suppellettili di vario tipo, cioè tutti i possedimenti della famiglia allargata.

Il consiglio per visitare Saigon è girovagare nei suoi vari distretti (Pham Ngu Lao, Cholon, Dong Khoi), sedendosi a mangiare qualcosa qui e là. La città – che grazie a un Pil che cresce del 7% ogni anno è molto simile a un cantiere a cielo aperto – non è particolarmente ricca di monumenti, ma non per questo priva di charme. Il suo fascino si scopre tra mercati e piazze affollate, in antiche pagode (da non perdere le antichissime Giac Lam e Giac Vien) che si aprono all’improvviso su strade scalcinate dove chiacchierare con vecchi monaci intontiti dall’oppio. Merita una visita anche il Museo della Guerra, soprattutto per il ricchissimo archivio fotografico: le immagini possono impressionare e la propaganda comunista infastidire, ma la valenza storica non è banale.

Cu Chi, a una trentina di chilometri da Saigon, è il nome del reticolo di tunnel sotterranei costruiti dai vietcong per vincere la guerra; restaurati e inseriti in una specie di parco tematico (con tanto di statue di cera dei combattenti) preso d’assalto dai turisti, va però visitato per rendersi conto di quali fossero le condizioni di vita dei vietcong e scoprire un po’ di più della storia del Paese. Da Saigon si arriva cercando una guida e un van in una delle tante agenzie di Pham Ngu Lao; per evitare che il caldo renda impossibile addentrarsi nei cunicoli è bene partire all’alba – si eviterà così anche il grande flusso di turisti.

Delta del Mekong

Il territorio del Delta del Mekong, che si spinge fino al confine con la Cambogia, è una delle tappe classiche di chi visita il Vietnam meridionale. Abbandonando la città il paesaggio si fa via via più selvaggio, un misto di risaie e strade sterrate, baracche basse e cielo che vira all’ocra. Il fiume è l’orgoglio dei vietnamiti del sud, nonché la fonte di sostentamento per la maggior parte di loro. Sulle sue sponde si sono create piccole cittadine dove è possibile alloggiare la notte, ma le vere attrazioni sono il fiume, i mercati galleggianti e le comunità insediatesi all’interno della giungla, dove la portata è più stretta e il fiume si trasforma in rivoli. Qui si lavorano il cocco, da cui si ricava dolci e utensili di tutti i tipi, e la carta di riso, e crescono parte degli animali e dei frutti oggetto di scambio nei mercati.

I mercati galleggianti aprono ogni giorno all’alba e si protraggono fino alle primissime ore del mattino; protagoniste della maggior parte dei commerci sono le donne, che manovrano lunghe imbarcazioni cariche di frutta e anatre, aiutate dai propri figlioletti solerti nel sorridere e proporre affari ai visitatori. Per lo straniero il colpo d’occhio è discretamente impressionante: il fiume limaccioso e le palme che sfiorano il cielo, la luce soffusa dell’alba e decine di barca ammassate in un fazzoletto d’acqua, con gli uomini che spesso dormono sui ponti e le donne dritte e ruvide, intente a contrattare qualsiasi cosa. Vale la pena di passarci qualche ora, arrivandoci prestissimo, perché il grosso degli scambi si consuma tra le 5 e le 7 del mattino.

La costa

Il Vietnam conta su centinaia di chilometri di spiagge che si affacciano sull’Oceano; non hanno spesso l’appeal di quelle della vicina Thailandia, ma offrono soggiorni piacevoli a prezzi estremamente contenuti. Dal Sud del Paese le zone più vicine (oltre all’isola di Phu Quoc, per cui è però necessario prenotare con molti mesi di anticipo) sono Mui Ne e Na Thrang: la prima località è famosa per le proprie meravigliose dune di sabbia, che non hanno nulla da invidiare a suggestivi scenari desertici (ma a pochi metri dal mare!); la seconda è invece la località turistica più gettonata del Paese, dove un tempo i soldati americani andavano a distrarsi dall’orrore della guerra e dove ancora oggi si trovano resort e locali notturni in quantità. Trovare una sistemazione non è difficile: molti piccoli alberghi, più o meno confortevoli, si rincorrono lungo la costa, e tutti hanno prezzi contenuti (non più di 30 dollari a notte) e servizi efficienti.

La vita costiera non è dissimile da quella di altri posti di mare; i pescatori escono ogni giorno su imbarcazioni che assomigliano in tutto e per tutto a gusci di noce e la pesca è la principale voce dell’economia locale (insieme al turismo); ciononostante, in spiaggia è facile imbattersi in mucche lasciate libere al pascolo, che si aggirano incuranti tra i rari bagnanti appostati qui e là. Per spingersi fino alle dune di sabbia è necessario donare qualche dollaro a uno dei tanti autisti di jeep in attesa dei turisti; l’orario consigliato è il tramonto, quando la luce che si spegne sulla sabbia dorata crea uno scenario realmente suggestivo. In questi giorni dedicati al riposo, è assolutamente consigliato fare una scorpacciata di buon pesce: da piccole baracche a conduzione familiare (consigliate caldamente) a ristorantini più noti e affollati (si tratta comunque del Vietnam, l’affollamento è relativo), la dieta locale prevede aragoste, scampi, gamberoni e insalate di mango e frutti esotici in quantità. Il conto è sempre un sollievo: abituati ai nostri standard, si teme un salasso e si finisce sempre col cavarsela con una decina di dollari al massimo.

Come arrivare

Si può volare direttamente a Saigon, ma per risparmiare è consigliabile fare tappa a Bangkok, dove arrivano tutte le principali compagnie, spesso con offerte interessanti. Klm/Air France e Singapore Airlines offrono di frequente biglietti a buoni prezzi.

 

Da Bangkok a Saigon volano operatori asiatici, sia low cost che a tariffe normali. I più famosi sono Vietnam Airlines (www.vietnamairlines.com), AirAsia (www.airasia.com) e Tiger Airways (www.tigerairways.com).

 

Gli spostamenti all’interno del Paese possono essere organizzati una volta arrivati a Ho Chi Min (Saigon); il quartiere di Pham Ngu Lao è pieno di agenzie che offrono pacchetti su misura o già “preconfezionati”; il consiglio è scegliere qualcosa di individuale, armandosi di enorme pazienza nel contrattare i prezzi e verificare che le prenotazioni coincidano di volta in volta con quello che avete effettivamente chiesto. Muoversi con mini van privati  è spesso la soluzione più comoda; per tragitti più  lunghi una soluzione da provare è lo “sleeping bus“, un autobus che attraversa il Paese da Sud a Nord (tempo di percorrenza circa 48 ore), in cui al posto dei normali sedili ci sono piccoli lettini. Le condizioni igieniche non sono sempre incoraggianti, così come la comodità, ma il prezzo è davvero ragionevole e consente di fare un’autentica esperienza asiatica.

Per prenotare il viaggio o studiarne l’itinerario si può anche appoggiarsi a tour operator specializzati: in Italia il più famoso è I Viaggi dell’Elefante (www.iviaggidellelefante.it), con sede a Roma, che lavora attraverso agenzie con pacchetti o in modo diretto sulle richieste dei singoli clienti. Ovviamente in questo caso le spese salgono, e non poco.

 

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