Wise Society : Un “Posto occupato” contro il femminicidio

Un “Posto occupato” contro il femminicidio

di Mariella Caruso
27 Novembre 2013

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne la Coop Lombardia ha aderito a Posto Occupato, campagna contro il femminicidio, lanciata da....

Quasi 17 miliardi di euro all’anno. Tanto costa ogni anno in Italia la violenza sulle donne. È la somma dei costi diretti, ovvero quelli sanitari, di consulenza psicologica, per i farmaci, per l’ordine pubblico, giudiziari e di spese legali, dei servizi sociali dei Comuni, dei centri antiviolenza e per mancata produttività lavorativa, e di quelli non monetari di simulazione di risarcimento danni fisici, morali e biologici. La somma è stata stimata dall’indagine nazionale condotta da Intervita Onlus, “Quanto costa il silenzio?” presentata il 25 novembre in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne.

Violenza che Maria Andaloro, 43 anni, siciliana di Rometta Marea, in provincia di Messina, combatte ogni giorno attraverso la campagna contro il femminicidio, Posto Occupato. «Posto occupato è una campagna per dare voce alle tante donne uccise per mano di uomini che dicevano di amarle – spiega Maria -. Chiediamo a chiunque lo voglia di riservare “fisicamente” un posto per ciascuna di quelle donne che prima di essere uccise andavano al cinema, al teatro, a fare la spesa, in tram, a scuola, all’università. Un posto che simbolizzi un’assenza che avrebbe dovuto essere presenza se non ci fosse stato l’incrocio fatale con un uomo che ha manifestato la sua bestialità, ammantandola di un “amore” che, invece, era un presunto diritto di proprietà. Vogliamo che gli uomini violenti si sentano accerchiati».

Un’iniziativa dal meccanismo semplice, partita in sordina qualche mese fa che richiama tutti quelli che lo desiderano a impegnarsi per ricordare a tutti che la violenza sulle donne deve cessare. Ad aderire per primo alla campagna è stato il comune di Rometta Marea, poi sono arrivati Confapi Sicilia, l’Università di Camerino che ha occupato permanentemente un posto in biblioteca e nella segreteria studenti, il Futura Festival di Civitanova Marche, il comune di Manfredonia e la commissione Pari opportunità della Federazione Nazionale della Stampa italiana. L’ha fatto anche Bill Emmott, autore del documentario che racconta il declino italiano durante il governo Berlusconi, Girlfriend in a coma. Tra i primi ci sono stai anche Moni Ovadia che ha registrato un video, lo scrittore Lorenzo Amurri, la regista Roberta Torre, l’ex magistrato Gherardo Colombo, il fotografo palermitano Francesco Ferla con l’attrice Giuditta Jesu, il conduttore e scrittore Marco Presta. Da allora ogni giorno c’è un Comune che riserva un posto nell’aula consiliare, un teatro che occupa un posto in prima fila, un’università che sistema la locandina in un’aula. Tutte adesioni delle quali viene data notizia nel sito della campagna postoccupato.org, lo stesso dal quale si può scaricare la locandina per occupare un posto e aderire all’iniziativa.

«Speravo che Posto occupato potesse avere un riscontro nazionale. Sapevo che era ua campagna valida, ma non pensavo che tutto potesse accadere così in fretta», confessa Maria che ha già esteso l’ambito della sua iniziativa stampando i manifesti anche in altre lingue, affinché anche in altri Paesi possa essere occupato un posto. «L’idea di fare qualcosa contro lo stillicidio del femminicidio risale a qualche anno fa – racconta -. Ad aprile, è arrivato il momento di tradurla in azione concreta». Così è arrivato il logo, cruento perché «era necessario che l’impatto fosse forte», rappresentato dalla gamba di una donna che s’intreccia con alcune lame, stagliata in bianco dentro un cerchio rosso sangue che s’allunga in inconfondibili gocce. Logo che, in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne è stato inserito da Coop Lombardia nel manifesto che per quattro giorni ha occupato una cassa in 54 negozi della regione.

 

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