Azienda pilota a livello mondiale per la produzione di una speciale bio-plastica, il Mater-Bi, l’italiana Novamont è un’impresa all’avanguardia nel settore della green economy con importanti investimenti nel mondo della ricerca e dell’innovazione. Strategica anche la scelta di puntare sulla sostenibilità e adottare le più innovative certificazioni ambientali nell’ottica dello sviluppo di processi e tecnologie a basso impatto.
Si tratta di una innovativa famiglia di bioplastiche che utilizza componenti vegetali come l’amico di mais e polimeri biodegradabili. Il primo oggetto in Mater-Bi, la Green Pen, è stato realizzato nel 1992. Dal Mater-Bi di seconda generazione discendono oltre agli eco-shopper anche le ultime innovazioni: dai pannolini eco-compatibili alle bustine per lo zucchero fino ai cucchiaini e alle coppette per i gelati. Tutti rigorosamente biodegradabili.
Dalla collaborazione con Lavazza è stata presentata nel 2015 la prima capsula per caffè espresso compostabile e biodegradabile. Il polimero utilizzato è il MaterBi 3G, di origine vegetale che a fine vita non diventa rifiuto, ma compost. Si caratterizza per una più alta percentuale di rinnovabilità rispetto, utilizzando sostanze vegetali provenienti anche da filiera agricola integrata.
La filosofia di Novamont si riassume nel concetto “Chimica Vivente per la Qualità della vita” ovvero integrazione tra chimica, ambiente e agricoltura. La scelta di produrre materiali da fonti rinnovabili è stata fatta con grande anticipo rispetto ai tempi. La priorità dell’azienda ora è risolvere gli urgenti problemi di inquinamento ambientale attraverso l’uso di risorse rinnovabili di origine agricola, minimizzando la produzione di rifiuti post consumo e sviluppando processi a basso impatto ambientale.
L’esame del ciclo di vita (Lca) e la dichiarazione ambientale di prodotto (Epd) sono importanti strumenti volontari che Novamont ha adottato per gestire attivamente il fattore ambientale. La Epd in particolare è un documento che accompagna prodotti e servizi, permettendo di comunicare informazioni dettagliate, credibili e verificabili relative alla prestazione ambientale del loro ciclo di vita.
L’impegno nella ricerca nei settori della bioeconomia e dell’economia circolare nel 2016 è valso all’azienda, in particolare alla suo ad, Catia Bastioli, il Panda d’Oro – il Diploma per la Conservazione della Biodiversità. Il riconoscimento è stato istituito dal WWF nel 2002 per valorizzare e far conoscere all’opinione pubblica l’impegno di Enti pubblici e soggetti privati nella realizzazione di specifici progetti concreti ed operativi sul territorio.
Novamont partecipa a progetti di ricerca, sviluppo e innovazione in collaborazione con primarie realtà italiane ed internazionali nel campo della bioeconomia, con l’obiettivo di creare partnership strategiche e durature tra mondo della ricerca, industriale, agricolo ed istituzionale. In tema di ricerca sono tre i progetti portati avanti da Novamont: Bit3g, Rebiochem, Enerbiochem. Il primo è un progetto che intende sviluppare una bioraffineria di terza generazione integrata nel territorio che parta dall’identificazione di aridocolture, non in competizione con il cibo, nel rispetto della biodiversità locale. A partire da metodi di coltivazione sostenibili, intende mettere a punto processi a basso impatto ambientale per ottenere bio-based chemicals ad alto valore aggiunto ed energia.
Il progetto Rebiochem, e in misura analoga il progetto Enerbiochem, puntano allo sviluppo di filiere integrate ad elevata efficienza energetica per la messa a punto di processi di produzione eco-compatibili di bio-chemicals da fonte rinnovabile per la valorizzazione del territorio, in un nuovo modello di economia di sistema meno dissipativa.