Quali sono le nuove frontiere del welfare d'impresa e quali gli ambiti imprescindibili su cui puntare? Lo spiega l'esperta Martina Tombari, Ceo e founder di Walà, società benefit specializzata nella consulenza proprio in questo ambito
In tempi di Great Resignation – di persone cioè che sempre più (soprattutto dopo la pandemia) lasciano il posto di lavoro perché non sono soddisfatti di quello che fanno e non trovano nell’azienda in cui lavorano risposte a quelli che sono i propri bisogni lavorativi e personali – programmi ben definiti di welfare aziendale ricoprono un ruolo sempre più centrale nelle strategie di sostenibilità delle imprese. Per preservare il benessere dei collaboratori, trattenere i propri talenti e attrarne anche di nuovi, e ovviamente per garantire allo stesso tempo anche la competitività dell’azienda.
Alle tradizionali attività che prevedono incentivi e agevolazioni si affiancano iniziative che riguardano la soddisfazione dei bisogni immateriali, favoriscono la conciliazione famiglia-lavoro, considerano con occhi nuovi la richiesta di maggior tempo libero.
Di questo e di altro abbiamo parlato in questa videointervista con Martina Tombari, esperta di welfare con oltre vent’anni di esperienza nel terzo settore, Ceo e founder di Walà Società Benefit, realtà consulenziale tutta al femminile, che affianca aziende, enti pubblici e terzo settore nel progettare e realizzare piani di welfare e benessere organizzativo innovativi, aiutando a scegliere e implementare azioni concrete e personalizzate, studiate sulle esigenze reali delle persone e sugli obiettivi strategici delle aziende, allo scopo di creare welfare circolare e crescita sostenibile.
Welfare aziendale innovativo, per il successo di persone e aziende
ll welfare aziendale in Italia ha fatto passi da gigante, anche se molto c’è ancora da fare, diventando un elemento chiave per le politiche retributive e soprattutto per il benessere dei dipendenti. Questo sistema, che comprende un insieme di benefit e servizi, ha lo scopo di migliorare la qualità della vita lavorativa e personale delle persone rispondendo ai loro bisogni e, in alcuni casi, a quelli delle loro famiglie.
Inizialmente i piani di welfare aziendale si componevano di pochi strumenti, come previdenza complementare e assistenza sanitaria, ma dal 2016 vari provvedimenti legislativi hanno ampliato e incentivato i piani di welfare aziendale e di benessere organizzativo, richiedendo una formazione continua per chi li gestisce.
Oggi infatti includono una vasta gamma di iniziative: dai buoni pasto ai servizi di assistenza per la famiglia, dal supporto alla mobilità sostenibile fino ai programmi di formazione e sviluppo personale. Ma è necessario un ulteriore passo avanti che si focalizzi sul benessere del lavoratore a 360 gradi, che punti all’ascolto delle diverse esigenze, che promuova una cultura dell’inclusione e del rispetto delle persone e che compia il fatidico passaggio dal welfare di prestazione al welfare di personalizzazione.
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Intervista e testi: Paola Greco
Riprese: Fabio Restelli