Wise Society : Carla Sozzani: «Così moda e arte possono fare la differenza in un mondo più etico»
Wise Incontri

Carla Sozzani: «Così moda e arte possono fare la differenza in un mondo più etico»

di Vincenzo Petraglia
24 Settembre 2022

Nel pieno della Milano Fashion Week, abbiamo intervistato Carla Sozzani, fra le più visionarie imprenditrici del settore, ideatrice di realtà di successo come 10 Corso Como e Galleria Sozzani, spesso monito, tramite le mostre che ospita, per temi importanti quali l'inclusione, la diversity e la sostenibilità

Cresciuta nel mondo della moda a Londra e Milano tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ‘70, Carla Sozzani è editrice di libri e riviste, gallerista, imprenditrice che ha fatto dell’innovazione la sua cifra, ideando il noto brand 10 Corso Como e ospitando nella Galleria che porta il suo nome alcune delle più prestigiose firme dell’arte contemporanea, spesso monito per temi importanti quali l’inclusione, la diversity, la sostenibilità. Proprio come nell’ultima mostra, appena inaugurata, del fotografo Max Vadukul, “The witness, climate change”, che la Galleria Sozzani ospita a Milano fino all’inizio di gennaio del prossimo anno. Con lei, nel pieno della Milano Fashion Week, abbiamo parlato di moda e di arte e di come esse possano contribuire a costruire un mondo più etico e sostenibile.

Carla Sozzani

Carla Sozzani, editrice, gallerista e imprenditrice, ideatrice del noto brand 10 Corso Como e della Fondazione Carla Sozzani, che ospita mostre delle più importanti firme dell’arte contemporanea (foto: Paolo Zerbini).

Siamo nel pieno della Milano Fashion Week. Come sta cambiando la moda e quanto ha influito la pandemia su questo cambiamento? Si tornerà sempre più all’essenziale?

Ha messo in evidenza un cambiamento già in atto. La ricerca dei valori legati alla qualità al di sopra della quantità, a consumare in modo più consapevole.

Moda e sostenibilità in che rapporto stanno? Qualcosa si è fatto e si sta facendo, ma c’è ancora molto da fare. Perché la moda è ancora un po’ refrattaria a un approccio generalizzato realmente sostenibile? Cosa si può fare?

Si sta facendo molto, in tutti i campi e il coinvolgimento dei giovani, ma anche delle  case di moda e enti, è notevole, non è un passaggio semplice, ci vorrà tempo, ricerca, costanza…

Quanto l’arte e in generale la bellezza possono contribuire a rendere il mondo un posto migliore?

La bellezza non potrà salvare il mondo, ma potrà farlo vivere in un modo migliore, per i privilegiati che ne hanno accesso.  

Il problema è che spesso ci nutriamo di brutture e degrado. Pensiamo soltanto alle nostre periferie…

La riqualificazione delle periferie è una priorità per ogni città e il suo primo cittadino.

Molti trovano le opere d’arte contemporanea talvolta incomprensibili. Se dovesse spiegare a un bambino o a una persona che non ci capisce molto, per fargliela comprendere, l’arte contemporanea, anche la sua ragion d’essere se vogliamo, cosa gli direbbe?

Che è bello tutto quello che ti dà un’emozione, senza troppo penare. I bambini sono sicuramente i migliori critici.

L’arte forse è una delle forme più inclusive ed ecumeniche che esistano…

Sì, è vero, l’arte unisce, è universale.

Il 9 settembre 10 Corso Como ha tagliato l’importante traguardo dei trentuno anni di vita. Cosa si porta dietro di questo lungo periodo di successi della creatura cui ha dato vita?

Amore. Prima  la Galleria con tante mostre e incontri e poi un marchio che rappresenta una commistione di linguaggi che hanno creato un vero e proprio lessico internazionale, espresso dalla inconfondibile grafica di Kris Ruhs.

Qual è stata, con la consapevolezza data dal tempo trascorso, la forza dell’intuizione che ebbe appunto oltre trent’anni fa creando questo brand?

Volevo creare un marchio che fosse sinonimo di un mondo a sé, in cui  si unissero cultura, moda, design, cucina,  musica. Il marchio 10 Corso Como è senza tempo e senza limiti di applicazioni merceologiche… dai libri alla musica, dagli abiti agli zaini.

Da dove scaturì quell’intuizione? Quale la sua genesi?

Dai molti anni – 19 per l’esattezza – passati nei giornali di moda. Nel 1990 quando aprii la galleria che è all’origine del tutto, non c’era Internet o Instagram e tutto quello che esiste oggi per scambiare idee. Volevo comunicare, condividere, 10 Corso Como si è formato con l’entusiasmo e la dedizione di tutte le persone che hanno creduto nell’esperienza unica di 10 Corso Como.

Cosa ne ha decretato il successo?

Credo l’autenticità, 10 Corso Como non è stato un progetto di marketing, è cresciuto naturalmente, un puzzle che si è composto piano piano, come una casa, creando un senso di comunità e di appartenenza..

Quale la mission e quali sono i pilastri su cui si basa la Fondazione Sozzani? 

La Fondazione Sozzani ha l’obiettivo di promuovere e divulgare l’attività culturale et artistica contemporanea in tutte le sue forme espressive, attraverso mostre, pubblicazioni, conferenze, incontri.  

Fra i grandi fotografi che ha ospitato nella sua galleria quali ha amato di più?

Posso avere dei ricordi più o meno belli, ma ogni artista è stato importantissimo per la crescita della galleria e poi della Fondazione.

In questo momento la Fondazione ospita una mostra molto interessante che tocca un tempo estremamente importante come il cambiamento climatico…

Sì, la mostra, inaugurata il 18 settembre, di Max Vadukul, i cui lavori sono spesso legati ad aspetti naturalistici e culturali che si aprono a letture su più livelli, “The witness, climate change”, un reportage di circa venti immagini in grande formato di grande impatto interamente dedicato all’ambiente e agli effetti devastanti del cambiamento climatico.

FOTO MAX VADUKUL

“The witness, climate change” (18 settembre-8 gennaio 2023), di Max Vadukul, è una delle mostre di punta dell’autunno della Fondazione Sozzani (Foto: Max Vadukul, Taxi driver lunch Vs. Zero emission man, from the Series “The witness”, College Street, Kolkata – India, 2019).

Parliamo di gender gap: quanto è difficile secondo lei oggi in Italia emergere come donna?

Credo da sempre nell’uguaglianza, nel nostro Paese è possibile, siamo privilegiati.

Pensa che la pandemia ci abbia insegnato qualcosa o si sta rivelando un’occasione persa?

Ci ha permesso di rivalutare il bene più prezioso, il tempo.

Che consiglio si sente di dare ai giovani che vogliono seguire la strada della creatività in ambito arte e moda? Quali ostacoli devono mettere in conto?

Seguire il proprio istinto creativo, cercare di restare se stessi, la vera forza è l’autenticità.

Vincenzo Petraglia

>>>TI POTREBBE INTERESSARE ANCHE>>> Elisabetta Sgarbi: “La ripresa parte dalla cultura, senza non ci sono né buoni medici né buoni politici”

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi: , ,
Continua a leggere questo articolo:
CONOSCI IL PERSONAGGIO