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Genitori, scuola e figli: tutti contro tutti

di Vincenzo Petraglia
13 Marzo 2025

Capita sempre più spesso di vedere genitori aggressivi o iperprotettivi o che delegittimano gli insegnanti. La psicoterapeuta Ilaria Cerbo, autrice di un interessante libro sul tema, ci aiuta a riflettere per trovare il giusto equilibrio. Per il bene innanzitutto dei nostri ragazzi

Il rapporto tra genitori, figli e scuola è sempre più complesso e, potremmo dire, sempre meno felice, con adulti che sono spesso troppo protettivi nei confronti dei propri ragazzi o eccessivamente critici (e talvolta, ahinoi, anche violenti) verso gli insegnanti, che non di rado vengono delegittimati agli occhi degli studenti. Con conseguente non da poco sia per quel che riguarda la perdita di autorevolezza e margini di manovra dei docenti, sia per l’autonomia e il percorso di crescita dei giovani

Quante volte, nel tentativo di fare il meglio per i propri figli, si finisce per cadere in trappole come il permessivismo, l’iperprotezione o addirittura la rabbia frustrata? Sono alcune delle riflessioni, insieme a moltissime altre su questo tema così importante, poste nel libro *Ogni famiglia ha il suo professore*, scritto da Ilaria Cerbo e Alessandro Bartoletti, entrambi psicologi e psicoterapeuti.

Abbiamo intervistato Ilaria Cerbo, specialista in Psicoterapia Breve Strategica presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo e responsabile per la formazione presso l’Istituto di Psicologia e Psicoterapia Strategica di Roma, per capire come migliorare il nostro rapporto con il mondo scolastico, evitando magari di essere genitori o troppo permissivi o troppo “sergenti” oppure eccessivamente iperprotettivi. E sbloccare così tutte quelle dinamiche che spesso, inconsapevolmente e inevitabilmente, creano frustrazione a tutte le parti in causa: studenti, genitori e insegnanti, appunto. 

Ilaria Cerbo

Ilaria Cerbo è psicologa e psicoterapeuta ed è, insieme con Alessandro Bartoletti, autrice del libro “Ogni famiglia ha il suo professore”.

Il ruolo di mamma e papà è fondamentale nella crescita e nell’educazione scolastica dei propri figli. Perché?

Dimentichiamo spesso che i primi e più importanti maestri dei figli sono proprio i genitori. Il primo, fondamentale contatto dei bambini con l’apprendimento e la conoscenza si verifica infatti nel contesto di questa relazione, osservando e interagendo con i propri genitori. Ogni genitore porta tutto sé stesso e il suo modo particolare di essere nel rapporto con i figli, e quindi anche nel rapporto con la scuola. Gli studenti non vivono la propria vita scolastica in modo totalmente indipendente rispetto all’influenza dei loro primi e più importanti “magister vitae”, tutt’altro: la visione che le mamme e i papà hanno della scuola e il modo in cui partecipano all’esperienza scolastica dei figli hanno un impatto potentissimo sul loro percorso di formazione.

Parlando di questo scivoloso tema, quali sono i potenziali circoli viziosi in cui i genitori potrebbero trovarsi?

Sono diverse le “trappole” cui si può andare incontro nel tentativo di guidare al meglio i propri figli alle prese con la scuola. Indubbiamente osserviamo spesso i genitori fare i conti con un’intensa paura. Di sbagliare, di rendere irrimediabilmente infelici i figli, paura per il loro futuro o per la loro sicurezza. Se da un lato questa paura è una componente ineliminabile della genitorialità, che deriva dalla grande responsabilità e dal ruolo protettivo che ogni mamma e ogni papà ricopre, oggi sembra dominare la scena, portando talvolta a comportamenti poco funzionali.

Un esempio è quello del genitore eccessivamente spaventato dal concedere gradualmente autonomia ai propri figli-studenti, che monitora e controlla ogni aspetto della vita scolastica (e non solo) del bambino o del ragazzo, per assicurarsi che il suo percorso accademico proceda all’insegna dell’eccellenza. Ma anche il genitore che percepisce la scuola come una minaccia è estremamente spaventato; in questo caso, il timore è quello che i propri figli possano essere vittime di richieste eccessive e ingiuste da parte degli insegnanti. 

Mamme e papà si ritrovano in un circolo vizioso quando determinati copioni di comportamento e i loro atteggiamenti verso la scuola si irrigidiscono, diventando difficili da modificare anche quando i risultati ottenuti sono lontani da quelli desiderati. 

Nel libro si parla di genitori sergente, bodyguard, fuggitivi, deleganti, di cyber-genitori. Ci spieghi meglio le varie categorie di genitori e quali atteggiamenti mettono in campo…

Un genitore “sergente” tenderà ad essere autoritario e ad avere aspettative elevate per quanto riguarda i risultati scolastici dei figli. È un genitore che non si sottrae di certo al compito e alla responsabilità di guidarli nella loro formazione scolastica ma che, al contempo, rischia di trasformare la propria partecipazione in una presenza opprimente, spianando la strada alla ribellione.

libro ogni famiglia ha il suo professore

Nel libro vengono analizzate le varie tipologie di genitori e come si relazionano con la scuola e gli insegnanti dei propri figli.

Viceversa, in “bodyguard” dei propri figli potrebbero trasformarsi quei genitori iperprotettivi che temono le difficoltà e le frustrazioni con cui bambini e ragazzi vengono inevitabilmente a contatto crescendo, in particolare a scuola. I genitori iperprotettivi sono spesso spaventati dall’infelicità — o, per meglio dire, dal malumore — dei propri figli, che cercano di evitare a ogni costo; magari proteggendoli da minacciosi insegnanti poco comprensivi, oppure tramutandosi in “cyber-genitori” che concedono un utilizzo pressoché illimitato dei device tecnologici.

Alcuni genitori tendono invece a demandare completamente alla scuola la formazione dei figli, rinunciando di fatto al proprio fondamentale ruolo di “professore”. Può accadere per via di una sfiducia di fondo nella proprie capacità di offrirsi come un punto di riferimento culturale per i figli-studenti, ignorando quanto una partecipazione attiva ed emotivamente significativa alla loro vita scolastica sia ben più costruttiva  (e necessaria) rispetto alla semplice trasmissione di nozioni

Oggi la categoria degli insegnanti è non di rado delegittimata, in primis dai genitori… Con quali conseguenze (e quali danni) innanzitutto per i propri figli?

La scuola italiana presenta numerose criticità che, tuttavia, non possono essere superate svalutando e rinnegando completamente il suo valore, come spesso accade. 
Se un genitore delegittima gli insegnanti e banalizza l’importanza della scuola, il risultato è in primis quello di ridurre notevolmente l’efficacia del percorso formativo dei propri figli, creando una crepa profonda nel rapporto di stima e fiducia reciproca che dovrebbe instaurarsi tra allievo e docente. Ancor più drammaticamente, rischia di trasformare l’avventura scolastica in un iter burocratico privo di senso e fine a sé stesso, generando demotivazione negli studenti e rendendoli poco inclini a investire nella propria formazione e nel proprio futuro, così come a costruire conoscenza con passione ed entusiasmo.  

Esiste il genitore perfetto? E che caratteristiche dovrebbe avere?

Certo. Tutti i genitori sono “perfetti” nella misura in cui si rendono disponibili a rivedere il proprio “copione”, qualora necessario. È quindi un genitore che non rinuncia mai all’opportunità e alla necessità di essere un punto di riferimento — anche nel rapporto con la scuola — per i propri figli, eventualmente imparando a smussare gli angoli di un atteggiamento poco funzionale. D’altronde, il solo modo per essere un genitore infallibile è… non esserlo affatto. 

Che consigli possiamo dare ai genitori per svolgere al meglio il loro ruolo e al tempo stesso permettere anche ai professori di svolgere il loro al meglio?

Trovare un equilibrio tra partecipazione e autonomia. Essere in grado di stabilire insieme — genitori e insegnanti — i limiti entro cui intervenire, con l’obiettivo di garantire a figli e studenti un percorso scolastico significativo, che incoraggi lo sviluppo e l’espressione di tutte le loro potenzialità. È fondamentale ristabilire, quindi, un rapporto basato sulla fiducia reciproca e sulla responsabilità da parte di tutti e tre gli “attori” in scena: genitori, figli e scuola.


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Vincenzo Petraglia

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