Di cosa parla questo articolo?
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Share inizia le sue attività in Cambogia nel 2000, nel villaggio di Tatoich, con l'avvio di un kindergarten e la costruzione di pozzi per l'acqua potabile. Qui è stato costruito un Centro dove in questi anni si è formato uno staff locale e dal quale sono stati avviati molti altri progetti nei villaggi delle aree circostanti. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’Angelo.Cambogia, "sostegno all'artigianato"
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Quando dieci anni fa Share ha avviato le sue attività in Cambogia, non c'erano asili nei villaggi. Forte però era l'esigenza di permettere ai genitori di lavorare nei campi senza dover costringere i piccoli a seguirli in quelle lunghe e faticose giornate e liberare i più grandi dall'impegno di badarvi e mandarli a scuola. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’Angelo.Cambogia, "asilo nido nei villaggi"
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L’istruzione dovrebbe essere gratuita e obbligatoria dai 6 ai 12 anni, ma la realtà è che le aule scolastiche, specialmente quelle delle aree rurali, sono affollate di un gran numero di bambini (50-70) i quali, per progredire negli studi, devono pagare quotidianamente per ricevere attenzioni e lezioni supplementari dai maestri. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’Angelo.Cambogia, "progetto, anch'io vado a scuola"
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Istituire un corso di lingua inglese nei villaggi contadini della Cambogia potrà sembrare cosa supreflua; eppure il primo corso gratuito d'Inglese organizzato da Share ha registrato un'affluenza così straordinaria di ragazzi e bambini, da indurci a moltiplicare le classi e i luoghi dove tenere i corsi. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’Angelo.Cambogia, "i corsi di lingua inglese"
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Insieme a diverse azioni di sostegno all'Istituto Mary Chapman per ragazzi non udenti, Share ha dato vita nel 2004 a un corso di "Shiatsu and natural healing" destinato alla formazione di un gruppo di questi ragazzi. Dopo quattro anni di lavoro, i ragazzi hanno aperto "Balance", il primo Centro di Shiatsu in tutto il Myanmar! I ragazzi e le ragazze non udenti hanno dimostrato una straordinaria capacità di apprendimento e di applicazione, acquisendo, attraverso lo studio dello yoga e dello shiatsu, degli strumenti importanti per lo sviluppo personale e per la loro emancipazione professionale. Il Centro è anche la sede permanente della scuola di "Salute per il Bene Comune" in Myanmar. Foto di Giuseppe Pantano / Testo Alfredo D’AngeloMyanmar, "centro di Shiatsu di Yangon"
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Nel 2001, insieme al sostegno scolastico di 80 bambini, Share ha fatto realizzare in Myanmar la sua prima scuola elementare, grazie anche alla collaborazione del gruppo Tsuki Mitsu Bunen di Tokyo. La Payagalay Primary School sorge a Okkan, nel distretto di Bago, e la frequentano oggi più di 400 bambini che vivono nei villaggi vicini e nella vasta area rurale che la circonda. Foto di Giuseppe Pantano / Testo Alfredo D’AngeloMyanmar, "la scuole"
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A luglio 2008 i volontari di Share hanno ottenuto il permesso di visitare le zone devastate dal ciclone "Nargis", al fine di formulare una proposta di aiuti e un progetto per la loro realizzazione. 1) La prima risoluzione adottata per un programma di aiuti è stata quella di garantire a due villaggi colpiti la spedizione di un'adeguata quantità di riso, da agosto a dicembre 2008, data della prossima raccolta. Ogni mese quindi Share ha fatto trasportare e distribuire in ogni villaggio un carico di 2.500 chili di riso, olio, arnesi e utensili di cucina, dispersi nella alluvione che ha seguito il ciclone. Foto di Giuseppe Pantano / Testo Alfredo D’AngeloMyanmar, "mensa scolastica"
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Dal Gennaio 2008, alla fine della stagione delle piogge, Share si è impegnata ad aiutare nella ricostruzione delle scuole distrutte. Il fatto che questi villaggi si trovano in areee a cui si accede solo attraverso i canali del vasto delta del fiume rende difficile e costoso il trasporto dei materiali. Un calcolo definitivo per la costruzione di ogni scuola dovrebbe aggirarsi fra i 30.000 e i 40.000 dollari. Foto di Giuseppe Pantano / Testo Alfredo D’AngeloMyanmar, "una bella veduta di un monaco sulla barca"
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Nelle vicinanze dei nuovi pozzi le famiglie nomadi sostano adesso più a lungo, poiché hanno acqua a sufficienza per le loro esigenze e per i loro animali. I pozzi sono più sicuri e la loro acqua è più pulita. Ora rimane ai nomadi più tempo per coltivare di nuovo quelle tradizioni sociali e culturali del passato che, loro malgrado, avevano dovuto abbandonare. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’AngeloMarocco il Sahara, "un momento ricreativo fecendo sport"
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Share inizia le sue attività nel 1998 proprio nel Sahara marocchino, a seguito di un viaggio di studio organizzato nel deserto dall'ass. Oki do Italia. Allora il nome dell'associazione era "Oki do - Human Life Project", a sottolineare la radice di studio della filosofia pratica Okido delle nostre attività di servizio. Una lunga traversata del deserto a sud di Zagora, fino all'arida distesa dove un tempo le acque del fiume Draa formavano il lago Iriqui, ci spinsero a tornare qualche mese più tardi per far realizzare dei pozzi di acqua potabile a beneficio dei nomadi beduini e delle loro greggi. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’AngeloNel Sahara marocchino, "una lunga traversata del deserto"
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Dal 1998, sugli antichi percorsi nomadi nel deserto, nella zona dell'ex lago Iriki, Share ha fatto costruire o ristrutturare alcuni pozzi per l'acqua potabile. Al posto di semplici buchi in terra, tenuti a malapena da intrecci di sassi e sterpi e destinati a crollare e richiudersi con le prime tempeste di sabbia, ora ci sono veri e propri pozzi in cemento, con carrucole e abbeveratoi per gli animali. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’AngeloMarocco il Sahara, "i pozzi nel deserto"
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Nel 2001 Share ha realizzato e sostiene tuttora la prima scuola per bambini nomadi in questa area di deserto. La scuola è sorta vicino al pozzo di Boujab, a circa sei ore di fuoristrada da Zagora. Straordinaria, perché la prima del genere in quest’area, la scuola è una grande tenda berbera attrezzata con i banchi e il materiale didattico. Altre tende intorno sono adibite ai servizi igienici e altre ancora ospitano i bambini che vivono lontani e si fermano per studiare alcuni giorni alla settimana. Foto di Stefano Massai / Testo Alfredo D’AngeloLa scuola nel Sahara, "studiare nel deserto"
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Share è in Rwanda dal 2005 quando, insieme ad altri enti e associazioni e con il patrocinio del Comune di Roma, ha iniziato nel Centre de Jeunes di Kigali un corso di formazione per giovani trainers che, a loro volta, si occupavano di centinaia di bambini dai 3 ai 6 anni nel quartiere povero di Kimisagara. Share, in particolare, ha curato l'insegnamento dello Yoga e dello Shiatsu. Foto di Giuseppe Pantano / Testo Alfredo D’AngeloRwanda, "l'insegnamento dello Yoga e dello Shiatsu"
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Da tre anni Share ha creato una rete di sostenitori che permette a più di cento bambini e ragazzi di Kimisagara, uno dei quartieri più poveri di Kigali, di andare a scuola. L'associazione locale Share Tubasange è affidataria di questo progetto e, per conto di Share, segue e aiuta singolarmente ognuno di loro. A seguito degli sconvolgimenti sociali passati e in parte ancora presenti in questo paese, molti dei bambini e dei ragazzi di Kimisagara sono rimasti orfani e vivono in condizioni difficili. Andare a scuola, studiare, è un privilegio che non tutti possono permettersi, ma che Share vuole estendere il più possibile. Grazie a questa rete di sostegno e al lavoro dei giovani dell'associazione Tubasange, i ragazzini di Kimisagara oggi si ritrovano insieme in un Centro tutto per loro, socializzano e si sentono come tutti parte di una stessa famiglia. Con Tubasange hanno dato vita a diverse attività, culturali, artistiche e per la salute, che rendono le loro giornate meno difficili, più vive, allegre e piene di speranza. Foto di Giuseppe Pantano / Testo Alfredo D’AngeloRwanda, "i giovani di Tubasange"
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Dal 2007, in collaborazione con il Ministero della Salute del Rwanda, Share ha dato inizio al progetto "Artemisia", per la lotta alla malaria. Nel novembre 2008 Share, insieme a Tubsange e Coopegu, ha dato avvio a un programma di aiuti umanitari ai rifugiati della guerra del Nord Kivu. Foto di Giuseppe Pantano/Testi Alfredo D'AngeloRwanda, "una panoramica dei pescatori di Tubasange"
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Share ha sostenuto la formazione e le attività di un'associazione locale, "Share Tubasange", che si occupa del sostegno allo studio di più di cento fra bambini e ragazzi, della realizzazione di incontri formativi e di diverse attività sportive e culturali destinate a loro e a molti altri giovani disagiati. Foto di Giuseppe Pantano/Testi Alfredo D'AngeloRwanda, "scuole di Tubasange"
Promuovere la condivisione delle risorse del Pianeta, valorizzare capacità e conoscenze, battersi per la giustizia e la pace in ogni posto del mondo, in nome del Bene Comune. Sono questi i principi ai quali si ispira Share – Human Life Project, Onlus laica e indipendente, nata nel 2001 a Roma che, attraverso i suoi progetti di sostegno, vuole diffondere una più ampia consapevolezza tra le persone e dare vita a una nuova e possibile visione del mondo. Un mondo dove verità e pace siano i naturali fondamenti, dove lo sviluppo non sia soltanto crescita quantitativa e consumo illimitato e dare sostegno non significhi mai fare elemosina.
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