Wise Society : Giovanni Soldini: in barca verso l’America per ritrovare l’Italia
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Giovanni Soldini: in barca verso l’America per ritrovare l’Italia

di Vincenzo Petraglia
19 Maggio 2011

Il grande velista milanese è appena partito per una nuova avventura in mare, da Genova a New York. Ma questa volta, più che l'agonismo sportivo, c'entra l'impegno civile: perchè la traversata ha lo scopo di "ridare dignità al Paese". In 7 mosse e con un insolito equipaggio...

La Spezia, 21 1pr 2011. Lo skipper Giovanni Soldini sulla Elmo's Fire prestata all'iniziativa di EatalyIl mare è la sua vita, un richiamo fortissimo fin da ragazzo (a 16 anni aveva già compiuto la prima traversata atlantica), che lo ha portato a navigare fra gli oceani più difficili del Pianeta e a raggiungere storici traguardi. Giovanni Soldini è in assoluto uno dei più grandi velisti di tutti i tempi, uno skipper-gentiluomo (chi non lo ricorda nel difficile salvataggio della collega Isabelle Autissier, naufragata durante l’Around Alone del ‘99?) che ha avuto il grande merito, tramite le sue imprese, di strappare la vela italiana dalla ristretta cerchia di appassionati nella quale era confinata, trasformandola in uno sport professionistico sempre più popolare anche nel nostro Paese. Soldini si è ora appena lanciato in una nuova avventura, piuttosto originale che ha fra i suoi scopi quello di “contribuire a ridare dignità al nostro Paese”, provato da una lunga crisi economica e morale. Il 25 aprile, simbolico giorno della Liberazione, lo skipper è salpato da Genova, (a bordo di un ketch di 22 metri) alla volta di New York, che dovrebbe raggiungere il 2 giugno, festa della Repubblica. Lo farà con un equipaggio fuori dalle convenzioni:

 con lui a bordo, oltre a Oscar Farinetti, patron di Eataly e coideatore dell’impresa, anche scrittori, intellettuali, artisti, imprenditori che si alterneranno nelle varie tappe. Fra questi Alessandro Baricco, Antonio Scurati, Piegiorgio Odifreddi, Lella Costa, Giorgio Faletti, Matteo Marzotto, Riccardo Illy e Don Andrea Gallo. Insieme si confronteranno, in quella tipica “dimensione più umana” offerta dal mare, sui modi per risollevare le sorti dell’Italia: sette mosse scritte nero su bianco per strappare l’Italia dalla fase di declino in cui si trova e allo stesso tempo essere un monito a chi ci governa. E sul sito della spedizione (www.7mosse.it) si potrà seguire passo passo la traversata con la possibilità, peraltro, di offrire il proprio contributo alla discussione.

Oscar Farinetti e Don Andrea Gallo al momento della benedizione

Soldini, cosa rappresenta per lei la barca?

Un luogo magico, un piccolo mondo dove si ritrovano raggruppati in pochissimo tempo tutte le vicissitudini e problematiche della vita. È un posto dove tutto avviene molto velocemente in maniera semplice e immediata. E poi per me è un modo per conoscere il mondo ed essere libero.

Cosa le ha insegnato in tutti questi anni?

Ho iniziato ad andare in barca che ero poco più che un ragazzino per cui ho imparato a vivere con lei. La barca è un ambiente dove non ci si può prendere in giro perché se c’è un problema non puoi rimandare, devi affrontarlo subito, e questo è molto sano: aiuta ad essere pratici e soprattutto onesti nei confronti della realtà perché nella vita normale troppo spesso siamo abituati a rinviare decisioni importanti dalle quali possono dipendere il benessere nostro e di chi ci sta attorno.

La SPezia, 21 apr 2011. La Elmo's Fire ingaggiata per l'iniziativa 7 mosse di Eataly, traversata atlanticaLa barca mette a confronto anche con la solitudine, qualcosa che la società contemporanea teme e spesso rifugge…

Sicuramente in alcuni momenti ti insegna a stare bene con te stesso e soprattutto ti ripulisce dalle cose inutili. La barca insegna a vivere con poco, abitua all’essenziale, semplicemente perché con te non puoi portarti il mondo, ma solo ciò che veramente serve. Se mettessero la vela fra le materie di studio a scuola penso che per i ragazzi potrebbe essere una grande scuola di vita, che li aiuterebbe a essere uomini del futuro migliori.

Come vede il futuro del nostro Paese? È fiducioso o pessimista?

Sono un po’ perplesso a dire il vero, ma anche fiducioso perché quando si tocca il fondo non si può non risalire. La vita d’altronde, come la natura, come il mare, è un’onda continua con i suoi alti e i suoi bassi. Questa stessa legge della natura vale quindi anche per le Nazioni.

Quali sono le emergenze più forti, quelle su cui non si può più rinviare?

È il momento di cambiare marcia e dare un bel colpo di reni, altrimenti la situazione peggiorerà sempre di più. Il grosso problema dell’Italia è quello culturale nel senso che non c’è molto rispetto per la cosa pubblica, probabilmente perché siamo un Paese giovane mentre altrove c’è una morale in questo senso più forte e radicata.

È per questo che ha deciso di lanciarsi nella sfida “7 mosse per l’Italia”?

Certo..il nostro vuole essere un contributo affinché questo Paese possa ripartire, perché l’Italia è perfettamente in grado di farlo. In mezzo al mare, il contatto con la natura e il diverso rapporto col tempo, ci permetterà di vedere le cose da un osservatorio privilegiato e forse riusciremo a definire meglio quello di cui il nostro Paese ha bisogno. In mare le cose importanti appaiono ovvie e l’uomo trova una dimensione più umana ed autentica.

La SPezia, 21 apr 2011. La Elmo's Fire ingaggiata per l'iniziativa 7 mosse di Eataly, traversata atlantica

Forse è proprio la mancanza di contatto con la natura che peggiora l’uomo…

Sì perché così perdiamo il contatto con le proprie radici e la nostra essenza più profonda, mentre la natura ci riavvicina alla nostra comune condizione umana. La città e in generale la società in cui viviamo ci fanno vivere in modo virtuale e questo rischia di farci perdere di vista le giuste priorità e le cose veramente importanti. Così diventa magari prioritario comprarsi un Suv, piuttosto che passare più tempo con i propri figli, secondo una logica in cui consumare diventa più importante del proprio reale benessere. La natura, invece, ti riporta ai bisogni primari e imprescindibili. Se per esempio sei in barca e ti trovi di fronte al mare in tempesta, non puoi non rimboccarti le maniche e cercare di affrontare subito la situazione nel migliore dei modi. Altrimenti rischi la vita. E questo ti rimette subito in contatto immediato con la realtà.

Allargando un po’ gli orizzonti, come vede il futuro del Pianeta e dell’uomo in generale?

Anche qui penso ci voglia un bel colpo di reni. Se uno potesse guardare da un’astronave e vedere i i cambiamenti della Terra nel corso della sua storia, si renderebbe conto di come, a partire da un certo momento in poi, tutto abbia preso una direzione precisa. Da centocinquant’anni a questa parte è successo qualcosa di dirompente, un po’ come una cellula impazzita che ha cominciato a mangiare e distruggere tutto. Bisogna assolutamente mettersi d’accordo per fermare al più presto questo meccanismo che abbiamo innescato altrimenti sarà troppo tardi. È necessario ritornare a vivere in sintonia con la natura anche perché lei è molto più forte di noi. Il problema è che l’uomo moderno pensa di essere lui il più forte perché magari è stato capace di andare sulla Luna o fare altre cose in effetti grandiose. Ma se pensiamo soltanto un momento a ciò che la natura è capace di fare, un esempio fra tutti il disastro in Giappone, ci rendiamo conto di quanto, in realtà, siamo piccoli e impotenti.

Le tre cose di cui Giovanni Soldini non riuscirebbe mai a fare a meno nella vita…

L’amore, il mare e viaggiare.

La Spezia, 21 1pr 2011. Lo skipper Giovanni Soldini sulla Elmo's Fire prestata all'iniziativa di Eataly

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