Wise Society : A 20 anni da Mani Pulite la corruzione dilaga ancora. Ma non bisogna rassegnarsi
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A 20 anni da Mani Pulite la corruzione dilaga ancora. Ma non bisogna rassegnarsi

di Ilaria Lucchetti
27 Marzo 2012

Mario Almerighi, il magistrato che ha indagato su molti misteri di Stato, ha curato di recente un libro ("La politica delle mani pulite") dell'ex presidente Sandro Pertini. Per lanciare un messaggio ai giovani e difendere la cultura che diede vita alla Costituzione

Mario Almerighi, courtesy of Chiarelettere ed.Mario Almerighi, magistrato, ex “pretore d’assalto”, nella sua lunga carriera cominciata in giovane età, ha scavato coraggiosamente in vicende oscure e misteriose della storia repubblicana. Furio Colombo, nella prefazione al libro di Almerighi “Mistero di Stato”, La strana morte dell’ispettore Donatoni (edito da Aliberti) dice di lui: «dovrebbe essere incluso in una purtroppo inesistente lista di primati anche perché è il solo cittadino italiano che, diffamato con una dichiarazione del senatore a vita Giulio Andreotti, ne ha ottenuto una condanna. L’unica condanna che ha lasciato traccia nella vita dinamica e avventurosa di un uomo che è stato sette volte primo ministro». In questa intervista il magistrato, partendo dal libro “Suicidi?”, edito dalla casa editrice Università La Sapienza, ci parla della morte misteriosa dei manager Castellari, Cagliari e Gardini avvenuta vent’anni fa in piena Mani Pulite, della corruzione ancora dilagante e dello scomparso presidente Sandro Pertini di cui ha curato recentemente un libro.

La situazione della Giustizia nel nostro Paese

 

In “Suicidi”? del 2011 si suggerisce, dati alla mano, che Castellari, Cagliari e Gardini siano stati “suicidati”. Dal sistema da cui volevano staccarsi?

Non si tratta di un libro per “tesi”. È il lettore che deve rispondere a questa domanda.

Su questa vicenda, lei ha parlato di una verità giudiziaria e di una reale. Arriveranno a coincidere?

Palazzo Giustizia Milano, foto Davide Oliva, flickr

Il giudice non è mai, se non in rari casi, in possesso della fotografia del fatto. Per avvicinarsi il più possibile alla ricostruzione della verità, occorre innanzi tutto una grande professionalità da parte della polizia giudiziaria e del pubblico ministero che dirige le indagini, ma è indispensabile che essa sia accompagnata da una assoluta onestà intellettuale. A differenza di quanto prevede il diritto anglosassone, il pubblico ministero italiano non ha il compito di “vincere la causa” facendo prevalere comunque la tesi accusatoria, ma ha il compito di contribuire nel processo all’accertamento della verità. Si tratta di tre elementi che non sempre vivono insieme. In tal caso, il lavoro del giudice diventa assai complicato.

Evitare conflitti tra i poteri dello Stato

 

In passato, lei ha detto che spesso i magistrati italiani sono stati influenzati dai centri di potere economici-finanziari-politici. È così anche nelle altre democrazie occidentali?

I livelli di funzionamento della Giustizia incidono profondamente sui livelli di democrazia in ogni paese. La tendenza a far prevalere la politica sulla Giustizia è una grave malattia del nostro Paese che esiste da decenni. In Germania, quando è stato semplicemente incriminato il presidente Kohl, il suo partito ha chiesto scusa al popolo tedesco. In Italia si parla di complotto dei giudici e di conflitto magistratura-politica tranne nei casi in cui qualche magistrato risenta delle influenze culturali che possono portare, magari inconsapevolmente, ad un rapporto di sudditanza psicologica nei confronti del potere politico.

Se dovesse descrivere con poche parole cosa fu Tangentopoli, quali sceglierebbe?

La manifestazione di un fenomeno patologico nel funzionamento della nostra democrazia purtroppo ancora in atto (la corruzione) che il potere politico non vuole curare.

Oggi la Lombardia, culla di Mani Pulite, è la regione più “indagata” d’Italia per reati di corruzione, concussione, tangenti. Il lavoro del pool è stato inutile?

La Politica Delle Mani Pulite, courtesy Chiarelettere ed.

Alcuni magistrati, è il caso di Tangentopoli, ma già vent’anni prima con il processo del petrolio, hanno evidenziato gravissimi fatti di corruzione diffusa. La conseguenza sul piano politico è stata l’eliminazione di quelle leggi che consentirono l’evidenziazione dei fenomeni patologici, dal falso in bilancio alle intercettazioni telefoniche. Oggi si vuole eliminare anche la concussione. L’Italia occupa il 68° posto nella classifica dei Paesi corrotti, l’ultimo posto in Europa. Come è noto questo incide enormemente sull’economia del Paese.

Rivalutare i valori nati dalla Resistenza

 

È recente l’uscita di La politica delle mani pulite di Sandro Pertini, da lei curato ed edito da Chiarelettere. Perché si è occupato di questo libro?

Nella speranza, che non deve mai venir meno, che le giovani generazioni conoscano quei valori di onestà, solidarietà, giustizia, legalità, pace e di amore universale verso l’uomo, che hanno ispirato tutta la vita di Sandro Pertini. La speranza, in generale, che vengano recuperate le radici di quella cultura che è alla base della nostra Costituzione, nata dalla resistenza al fascismo.

 

Cosa crede che penserebbe l’ex Presidente Pertini dell’odierna classe politica e della situazione in cui ci troviamo adesso?

Ne sarebbe profondamente addolorato, ma per niente rassegnato.

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