L’impiego della canapa per fabbricare la carta ha radici antichissime, che si perdono nel tempo. Dopo decenni in cui è stata rimpiazzata dalla più conveniente cellulosa di legno, oggi sta tornando in auge: perché è una risorsa rinnovabile ed ecosostenibile, che può contribuire a salvaguardare l'ambiente, evitando il disboscamento.
La canapa è una delle piante più antiche al mondo e la sua storia è millenaria: usata per realizzare tessuti da Giapponesi, Mongoli e Tartari prima ancora della seta e del cotone, è stata per diversi secoli e per diversi popoli fonte di sostentamento in vari ambiti, dall’alimentazione, alle arti curative, o per la realizzazione di corde e reti da pesca. Ma uno degli impieghi più sorprendenti è sicuramente quello della carta!
Carta di canapa: un po’ di storia
Furono i Cinesi i primi a fabbricare carta con la canapa, nel I secolo, 1.400 anni prima che arrivasse in Europa, e da allora e fino alla fine dell’‘800, praticamente tutti i libri prodotti e i documenti storici sono stati realizzati con questo particolare tipo di carta. Qualche esempio? Due su tutti: la gloriosa Dichiarazione di indipendenza degli Stati Uniti d’America e la Bibbia di Gutenberg (il primo libro stampato in Europa con la tecnica dei caratteri mobili).
Poi a un certo punto, quando la produzione della carta divenne di massa e divenne un bene di largo consumo, si scoprì che realizzare carta di cellulosa era più conveniente, in quanto poteva essere realizzata industrialmente in grandi quantità e a costi minori, grazie alla sua elevata malleabilità. La canapa, infatti, avendo una maggiore percentuale di fibra dura, risultava più resistente alla lavorazione e quindi necessitava di tempi più lunghi. Inoltre, mentre la carta di canapa aveva un aspetto più grezzo, con una superficie ruvida e porosa, quella di cellulosa di legno era bianca e perfettamente liscia, pertanto si prestava a vari usi.
Il ritorno della carta di canapa
Ma di recente si sta tornando a valutare la canapa per la realizzazione della carta, sebbene il costo della sua cellulosa sia più elevato di quella arborea, ma la sua produzione è certamente più sostenibile. In primis perché un albero impiega decenni per crescere, mentre una pianta l’anno dopo è di nuovo lì, pronta per produrre nuova carta. Inoltre, anche se la pianta di canapa ha dimensioni ridotte rispetto a quelle di un albero, è molto più produttiva: basti pensare che da un solo ettaro di canapa si può ottenere in pochi mesi la stessa quantità di cellulosa di 4 ettari di foresta in diversi anni.
I vantaggi della carta di canapa e i benefici per l’ambiente
La canapa è dunque uno di quei materiali virtuosi che può sicuramente contribuire alla lotta all’inquinamento e al consumo indiscriminato di risorse primarie. Oltre alla sua enorme produttività rispetto alla cellulosa di legno, infatti, il processo produttivo della carta di canapa è quasi del tutto privo di additivi e sostanze chimiche, in quanto la pianta ha una bassa percentuale di lignina (che è un po’ la colla che mantiene salde tra loro le fibre di cellulosa) rispetto agli alberi, e ciò consente di ridurre in maniera importante l’impiego di acidi necessari per sciogliere il legno.
Inoltre la fibra derivante dalla canapa è già di colore bianco, per cui la carta che si ottiene è già stampabile, mentre la fibra derivante dal legno è di colore scuro e deve essere trattata con sbiancanti chimici, nocivi per l’ambiente. Inoltre la carta di canapa offre un’elevata possibilità di riciclo (fino a 7 volte, contro le 3 della carta comune) sempre mantenendo una buona qualità, in quanto di base è molto più resistente (4 o 5 volte di più), duratura, meno soggetta a deperimento e del tutto compostabile. Infine, la canapa non necessita di pesticidi o fertilizzanti per crescere, assorbe 4 volte l’anidride carbonica che in media assorbono gli alberi e richiede poca acqua.
Chi fa la carta di canapa? Da Fabriano a Canapa Cruda
Il perfezionamento della carta fu opera dei cartai di Fabriano nel XIII secolo, tanto che la cittadina marchigiana è stata insignita del titolo di “Città Creativa UNESCO per l’Artigianato e le Arti Popolari”. Qui nacque la prima cartiera italiana a cui seguirono tutte le altre, e qui è stata inventata la tecnica per realizzare la filigrana.
Ed è proprio qui, in quella che è cosciuta in tutto il mondo come la “Città della Carta” per la sua tradizione industriale e le innovazioni tecnologiche introdotte dagli maestri fabrianesi che hanno permesso di superare in bravura arabi e cinesi, che si stanno sviluppando alcune realtà importanti per la fabbricazione della carta di canapa. Come “Canapa Cruda” di Melania Tozzi, fabrianese da generazioni e artista della carta, che ha cominciato a fare ricerche sulla carta di canapa nel 2013, quando non c’era nemmeno materiale dedicato in lingua italiana, e nel 2014 ha concretizzato l’idea di creare carta con questa fibra meravigliosa aprendo il primo laboratorio specializzato.
Oppure Manualis, una startup giovane e dinamica, che per i suoi fogli utilizza anche la canapa, seguendo le antiche tecniche tramandate nei secoli dai maestri cartai: prodotti finali di pregiata qualità, ecologicamente puri, senza imbiancanti o additivi chimici. Un’altra particolarità di questa cartiera è che qui si realizzano anche carte speciali, partendo da materiali di recupero forniti dal cliente, come scarti di carta o cartone o scampoli di stoffa di ogni qualità e tipo.
Paola Greco