Wise Society : “Milanificio”: cosa puoi fare per cambiare in meglio la città

“Milanificio”: cosa puoi fare per cambiare in meglio la città

di Fiorenza Da Rold
2 Aprile 2012

È online il nuovo "social netmaking", lanciato dal capoluogo lombardo, che mette in rete buone idee, progetti (in diversi ambiti) e persone. All'insegna della cooperazione

Si chiama Milanificio ed è una nuova realtà nata su Internet (online
dal 15 maggio) all’interno dell’associazione “Cambiamo Città. Restiamo a Milano“. A presentarla, circa un mese fa nel capoluogo lombardo, c’era anche l’assessore (cultura, moda e design) Stefano Boeri, che ha definito la nuova iniziativa un «dispositivo di social netmaking che trasforma la voglia di partecipare in energia positiva e operativa». Mentre sui social network di solito si parla, ci si scambiano idee e opinioni, sul social netmake del Milanificio si fanno progetti e si portano avanti cercando collaborazioni, per intraprendere attività reali, orientate anche a suscitare nuove proposte di politica economica per uscire dalla crisi. E utlizzando gli strumenti del Web 2.0 per migliorare la qualità della vita in tutti i modi possibili, sostenibili, auspicabili.

Come funziona? Punto di partenza sono i cantieri: di cultura, lavoro,  civismo buone prassi, dove si entra anche solo per curiosare: chi incontra per affinità un progetto che corrisponde ai propri interessi, clicca “Collabora“, e si trova inserito in una squadra operativa dove è possibile mettere a disposizione le proprie risorse personali: competenze, tempo, spazi, idee. Invece chi ha una buona idea imprenditoriale, e voglia di realizzarla insieme ad altre persone, può subito inaugurarne un altro cliccando su “Apri un Cantiere”: c’è spazio per i privati, ma anche per le istanze delle associazioni.

L’importante è riuscire a costruire insieme, mattone dopo mattone, l’innovativo oggetto del desiderio. Parola d’ordine: cooperazione. Principio ispiratore: l’unione fa la forza. Obiettivo: creare nuove opportunità con tutti gli strumenti di lavoro possibili, seguendo i democratici e meritocratici meccanismi del crowdsourcing (vinca il migliore) applicati con efficienza sul territorio grazie alla geolocalizzazione.

Dalla ex “Milano da bere” alla nuova metropoli che nutre


Expop Milagro
per esempio sarà un film documentario sulla Milano agricola e sulle sue cascine, pensato in prospettiva al grande evento Expo 2015 che ha per tema “Nutrire il pianeta”: chiunque è invitato a partecipare se in possesso di documenti, immagini, tracce, ricordi; oppure per segnalare luoghi dove si coltivano i prodotti della terra, e contatti con persone che se ne occupano.

Il risultato sarà un film collettivo che girerà nei circuiti milanesi per mostrare una città inedita, eppure esistente e resistente nonostante le minacce edilizie degli ultimi anni. Sempre su questo tema si sta muovendo il cantiere “KilometroZero”: il primo di una rete di negozi civici (uno per ogni zona della città) dove acquistare cibi più ecologici a prezzi più economici, aperto anche alla sera come punto di aggregazione per virtuosi scambi culturali e commerciali, ideale per affrontare tempi di crisi e nel contempo sostenere l’agricoltura a filiera corta delle cascine vicine a Milano.

Con l’intento quindi anche di creare occupazione in attività che riducono il consumo di risorse/energia/rifiuti. Si cercheranno finanziamenti attraverso bandi pubblici, e anche persone competenti in grado di insegnare le buone prassi nell’ambito dell’alimentazione e dell’autoproduzione: corsi frequentabili dai cittadini della stessa zona che saranno così facilitati a incontrarsi, a conoscersi e a collaborare, creando sempre nuove opportunità.

Altro progetto in corso è “1strappo?”, possibile nuova forma di trasporto urbano socializzato che incrocia domanda e offerta di piccoli passaggi dentro e fuori da Area C: come su un tabellone ferroviario si segnaleranno brevi spostamenti in città, con i dettagli per contattarsi e mettersi d’accordo. E durante i brevi viaggi, c’è anche
caso che possano nascere belle amicizie.

“Andiamo a canestro” invece è una campagna di reclutamento rivolta a chi desidera contribuire al mantenimento della pulizia e del decoro urbano nel suo
quartiere: si adotta una via aggregandosi ad altri vicini di casa per raccogliere cartacce o rifiuti e cestinarli. Una specie di guerrilla cleaning che induce a uscire di casa e a mettersi in movimento, diffondendo l’idea di una città che appartiene a ogni singola persona. Ed è solo l’inizio. Perché si aggiungeranno altri cantieri, e quelli più apprezzati si organizzeranno per diventare nuove realtà.

 

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