Wise Society : Migranti: “Io, capitano” e il dramma reale di una questione insostenibile

Migranti: “Io, capitano” e il dramma reale di una questione insostenibile

di Rosy Matrangolo
29 Settembre 2023

Il film di Garrone, premiato a Venezia con il Leone d'Argento per la regia, narra di una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Un soggetto cinematografico che parte da una storia vera per raccontare una realtà che diventa oggi intollerabile

C’è una componente epica in “Io, capitano” che rende la storia sopportabile. L’impresa di due adolescenti senegalesi è universale: intraprendere un viaggio difficile per cercare opportunità di vita migliori, progetto che riesce loro in grandissima parte grazie alla pietas, alla fortuna, al buon senso, al coraggio e alla fiducia, secondo i cardini dell’areté eroica. Allo spettatore è dunque permesso concentrarsi e sperare per le sorti personali di Seydou e di suo cugino senza sollecitazioni ulteriori sulle cause e le responsabilità che rendono il Mar Mediterraneo la rotta migratoria più pericolosa al mondo. Questo soggetto cinematografico è tratto da una storia vera narrata attraverso quell’“epica del sogno” che ha convinto la commissione chiamata a scegliere il titolo italiano da proporre agli Oscar 2024 come miglior film internazionale. Nelle prossime settimane scopriremo se la pellicola di Matteo Garrone, già vincitrice del Leone d’argento a Venezia per la regia, toccherà il cuore della giuria americana.
Ma per un fenomeno, quello migratorio, che ci permettiamo di recensire “comprensibile” sul grande schermo, nulla possiamo per contenere un’attualità sempre meno tollerabile nei fatti.

La rotta migratoria del Mediterraneo centrale

Conflitti interni, confini militarizzati, condizioni ambientali sempre più inospitali, un’immensa distesa desertica, mafia libica e centri di detenzioni illegali: sono solo alcuni dei pericoli che chi intraprende lo stesso viaggio dei due protagonisti di “Io, capitano” incontra. Un progetto disperato che nasce nei villaggi o nei centri di tante comunità dell’Africa subsahariana, o del Corno, o delle regioni nord occidentali, così come passando dalla Turchia può avere radici mediorientali, e che giunge alle coste libiche e tunisine per affidarsi a barchini instabili e a scafisti senza scrupoli. E’ soprattutto in Libia che si concentra lo snodo delle reti della tratta di esseri umani a causa del passaggio nel Paese da parte di molti migranti.

Ma quante sono le vite spezzate nel Mediterraneo per aver intrapreso il proprio viaggio epico ma con esito tragico? Almeno 20.000 dal 2014, calcola l’Oim, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni delle Nazioni unite: “La persistente situazione di crisi umanitaria nel Mediterraneo Centrale è intollerabile – ha dichiarato il Direttore Generale António Vitorino – e temo che queste morti siano state normalizzate. Gli Stati devono rispondere. Ritardi e lacune nelle operazioni SAR a guida statale stanno costando vite umane” La stessa organizzazione ammette si trattino di dati sottostimati.

Sbarco di migranti a lampedusa

Lampedusa, foto dello sbarco di 188 migranti nel luglio del 2021 – Foto Shutterstock

Quante sono le persone migranti nel mondo

Secondo l’Alto commissariato delle nazioni unite per i rifugiati sono quasi 90 milioni le persone nel mondo in fuga, di cui oltre 17 milioni a causa di fenomeni distruttivi direttamente connessi alla crisi climatica. La cifra è impossibile da stimare con esattezza in quanto a oggi lo status di migrante climatico non è riconosciuto dalla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, eppure l’organizzazione internazionale ricorda che sono proprio quei territori maggiormente esposti a condizioni ambientali precarie a diventare luogo in cui scoppiano più frequentemente conflitti, persecuzioni e in cui si perpetrano limitazioni alle libertà individuali.

Le persone che si muovono dal proprio Paese perché impossibilitati a perseguire in patria progetti di vita sostenibili pongono le istituzioni internazionali e i governi nazionali a garantire una adeguata politica per l’immigrazione. Nello specifico, gli obiettivi dell’Unione europea prevedono di “instaurare un approccio equilibrato per gestire la migrazione regolare e contrastare l’immigrazione irregolare. La corretta gestione dei flussi migratori comporta la garanzia di un trattamento equo dei cittadini di paesi terzi che soggiornano legalmente negli Stati membri, il rafforzamento delle misure per contrastare l’immigrazione irregolare, compresi la tratta e il traffico, e la promozione di una maggiore cooperazione con i paesi terzi in tutti i settori. L’UE mira a sviluppare un livello uniforme di diritti e doveri per gli immigrati regolari, paragonabile a quello dei cittadini dell’UE”.

Migranti a Edirne, turchia

Migranti a Edirne, in Turchia – Foto Lumiereist / Shutterstock.com

Decreti Migranti

Nel 2023 il Governo Meloni ha emanato alcuni decreti allo scopo, prevalente, di contenimento dei flussi.

Decreto Cutro

Sull’onda emotiva suscitata dal tragico naufragio lungo le coste del crotonese a largo di Cutro in cui la mattina del 26 febbraio del 2023 persero la vita 94 migranti, il Governo Meloni riunitosi nella cittadina calabrese ha prodotto a inizio marzo un decreto legge in materia di immigrazione, il Decreto Cutro, recante: «Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare» nel quale furono inasprite le pene verso gli scafisti e limintante l’accessibilità al Sistema di accoglienza e integrazione (Sai).

Decreto Migranti

Nel mese di settembre il Decreto Migranti prova a rispondere alla questione apertissima del sovraffollamento negli hotspot a seguito dell’aumento degli sbarchi su suolo italiano. Il picco è stato raggiunto a metà mese, con quasi 7.000 migranti approdati sull’isola di Lampedusa e accolti in una struttura con capienza massima 1.200 persone. Tra questi, molti minori non accompagnati.

Ed è proprio a questo fenomeno che intende rispondere con il rafforzamento dei controlli su quanti dichiarano il falso definendosi minorenni: controlli sanitari e misure antropometriche saranno adottati per valutare eventuali false dichiarazioni che potrebbero comportare l’espulsione. In caso di dubbio, varranno le direttive europee che prevedono che il soggetto sia ritenuto minorenne.

Ancora, in caso di “momentanea indisponibilità di strutture ricettive temporanee”, anche i minori non accompagnati di almeno 16 anni potranno essere mandati in centri destinati agli adulti, seppur in sezioni separate e per un massimo di 90 giorni. Per adempiere a controlli rapidi sui territori, nel Decreto è previsto uno stanziamento per implementare l’attività di supporto di Guardia Costiera e Forze Armate. Il documento è al vaglio del Consiglio dei ministri (27 settembre).

La “cauzione” per i richiedenti asilo

Nel decreto del 21 settembre 2023 firmato dal ministri dell’Interno, dell’Economia e della Giustizia, è determinato l’importo e le modalità per la prestazione di idonea garanzia finanziaria per gli stranieri giunti illegalmente in Italia. Di cosa si tratta? Pagando una quota di 4.938,00 euro il richiedente asilo potrà essere libero invece che trattenuto in un Centro di trattenimento in attesa che la sua pratica sia vagliata. Secondo il testo, se il Paese di provenienza del migrante è considerato sicuro, il richiedente dovrà attendere in questi centri a meno che non paghi, appunto, una ‘cauzione’ che lo renderebbe libero fino all’esito dell’esame della procedura. Da più parti e secondo molti analisti questa norma è ritenuta impraticabile e lesiva dei diritti delle persone richiedenti una forma di protezione internazionale.

Fiori lasciati sulla spiaggia di Cutro dopo il naufragio dei migranti

Fiori lasciati sulla spiaggia di Cutro all’indomani della trageia – Foto Alessio Tricani / Shutterstock.com

Giornata nazionale della Memoria e dell’accoglienza

La questione migranti intesisce le relazioni tra governi europei tra rafforzamento dei controlli alle frontiere a Ventimiglia con la Francia e la decisione della Germania di finanziare pubblicamente le Ong che si occupano di salvataggi in mare. Nel frattempo, si preparano le iniziative per ricordare le vittime di una tragedia che, secondo tutti i leader politici, non sarebbe dovutoa succedere mai più. Accadde nelle ore in cui i primi raggi del sole fecero luce sulla tragedia del mare più dolorosa mai avvenuta prima: il 3 ottobre del 2013 furono ritrovati 368 corpi senza vita davanti alle coste di Lampedusa.

L’isola si prodigò per soccorrere i sopravvissuti, circa 200. Ogni anno in questa data le istituzioni partecipano alle iniziative pensate dal territorio insieme al Comitato 3 ottobre non soltanto per commemorare le vittime di quel naufragio, ma per tenere viva l’attenzione e ricordare tutti i drammi del Mediterraneo come delle altre rotte che inchiodano ai confini d’Europa persone in cerca di un futuro migliore, forzate a non avere che una alternativa: intraprendere il proprio viaggio epico.

Rosy Matrangolo

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