Così lo scrittore Dominique Lapierre definisce i poveri tra i poveri. A loro ha dedicato il suo più recente libro, autobiografico: "Gli ultimi saranno i primi". I proventi (come per gli altri) sono già destinati alla costruzione di scuole e centri sanitari
S’intitola Gli ultimi saranno i primi. La mia vita accanto ai dimenticati della Terra (Rizzoli, 272 pagine, 16,50 euro, febbraio 2012) l’ultima fatica di Dominique Lapierre, scritta insieme a Renzo Agasso. Un libro autobiografico che racconta l’epopea del giornalista e scrittore francese a cominciare dalle avventure di un mestiere che per i primi cinquant’anni della sua vita lo ha portato ad attraversare in lungo e in largo il Pianeta.
Una fase seguita da quella che lo ha poi condotto fra gli ultimi degli ultimi di Calcutta, dei quali da trent’anni si è messo al servizio allo scopo dar di loro un presente e un futuro più dignitosi. Pagine che ci portano, quindi, a conoscere il Dominique bambino, che vive con la sua famiglia il dramma della Seconda guerra mondiale, e l’adolescente che, zaino in spalla e senza soldi in tasca, s’imbarca per un lunghissimo viaggio alla scoperta del continente americano, che lo porterà ad aprire totalmente i suoi orizzonti lanciandolo definitivamente verso la carriera di grande reporter e narratore.
Il libro ripercorrere chiaramente anche le tappe più importanti della sua carriera giornalistica, fatta di avventure e pericoli, interviste e faccia a faccia con i grandi personaggi della storia, prima di arrivare all’incontro determinante con Madre Teresa di Calcutta. Un titolo, Gli ultimi saranno i primi, «scaturito dal fatto, come lo stesso Lapierre racconta, che in tutta la mia vita gli ultimi, i diseredati, i dimenticati dal mondo che ho incontrato sono persone straordinarie che mi hanno insegnato tanto e che mi hanno dato più di quanto io abbia potuto rendere. È dedicato a loro questo libro e con i proventi derivanti dai diritti d’autore spero di poter aprire nuove scuole e un centro di lotta contro la tubercolosi in quelle che sono alcune fra le aree più abbandonate del Pianeta».