L’ Albero della Vita

L’Albero della Vita nasce nel 1997 con progetti di accoglienza per minori fuori famiglia. Tenendo al centro i minori sono nati progetti per la lotta alla povertà e l’abbandono scolastico, per il sostegno ai minori migranti, l’affido familiare e programmi educativi nelle scuole. La Fondazione è ong dal 2008. L’Albero della Vita torna ad essere in prima linea nelle azioni di contrasto alle mutilazioni genitali femminili dopo aver gestito azioni specifiche nel 2014-2015.

Chat - Changing Attitude

Il progetto CHAT – Changing Attitude. Fostering Dialogue to prevent FGM è un progetto co-finanziato dal Programma Diritti, Uguaglianza e Cittadinanza dell’Unione Europea della durata di 2 anni e coordinato da Fondazione L’ Albero della Vita Onlus (FADV), con il coinvolgimento di 5 partner: Assoçiasao para o pleneamento da Familía in Portogallo, African Women’s Organisation in Austria, Fundación Wassu-UAB Universitat Autònoma de Barcelona in Spagna, Himilo Relief and Development Association in Olanda e Iranian and Kurdish Women’s Rights Organisation in Inghilterra. Obiettivo generale è facilitare il cambiamento di attitudine nei confronti delle mutilazioni genitali femminili all’interno delle comunità interessate dalla pratica, attraverso strumenti quali il dialogo, l’apprendimento reciproco e lo scambio di best practice, sottraendo al rischio di subirla 180.000 bambine ogni anno in Europa.

Il progetto si fonda su tre pilastri:

  1. Il lavoro all’interno delle comunità a rischio, attraverso il coinvolgimento attivo di 120 agenti di cambiamento, formati e supportati per realizzare attività di behaviour change. Le attività coinvolgono tutte le fasce della comunità, con un’attenzione particolare agli uomini, ai referenti religiosi e alle nuove generazioni.
  2. Il coinvolgimento del settore privato, attraverso un percorso di sensibilizzazione sul tema e un accompagnamento nella diffusione di una campagna di sensibilizzazione e nella realizzazione di attività di prevenzione che le vedano protagoniste, nell’ottica della creazione di valore condiviso.
  3. Il co-sviluppo, attraverso il supporto ad associazioni di migranti e la facilitazione di ambasciate e consolati per la realizzazione di attività e iniziative in Europa che generino un cambiamento nelle comunità migrate e anche in quelle rimaste nei paesi d’origine, per agire sulle pressioni sociali e culturali che impediscono l’abbandono della pratica nel mondo.

Il progetto si chiuderà il 31 gennaio 2018.