Wise Society : A Piazza Armerina per suonare con i grandi del jazz

A Piazza Armerina per suonare con i grandi del jazz

di Vincenzo Petraglia
21 Settembre 2011

Torna ogni anno a luglio, nel cuore della Sicilia, il festival per musicisti in cerca della loro strada. Quattro giorni di spettacoli, workshop e laboratori a tu per tu con i grandi nomi del jazz internazionale

Quattro giorni di full immersion nella musica. Da mattina a sera le strade di Piazza Armerina (Enna) nel cuore della Sicilia, si sono trasformate in un’autentica cittadella del jazz, dove hanno risuonato le note dei tantissimi musicisti che si sono dati appuntamento anche quest’anno (dal 28 al 31 luglio scorso) per il Festival Piazza Jazz (www.piazzajazz.it). Arrivato, sotto la direzione artistica del noto jazzista siciliano Giovanni Mazzarino, alla sua terza edizione l’evento è sempre un’occasione per ascoltare buona musica (si sono esibiti nelle varie edizioni alcuni fra i più grandi jazzisti del panorama internazionale, da Stefano Bollani a Steve Swallow da Gianluca Petrella a Danilo Rea, da Francesco Cafiso a Cinzia Spata) ma non solo. La città diventa anche in quei giorni una grande summer school per oltre cento giovani corsisti siciliani e di altre regioni d’Italia, che hanno la possibilità di stare a tu per tu con i loro miti e suonarci anche insieme. Giovani alla ricerca della loro strada che possono avere come docenti in workshop e seminari proprio gli affermati musicisti che si esibiscono durante il festival. Palazzi storici, ex conventi, localini, piazze e giardini diventano per l’occasione location ideali per un fruttuoso scambio di idee, esperienze e tecnica e per improvvisare anche qualche coinvolgente concerto. In una parola laboratori creativi immersi in un’atmosfera colorata, divertente e di piacevole “contaminazione musicale”, sempre più difficili da trovare in un Paese come il nostro che guarda sempre meno ai giovani e alle loro reali esigenze. Una formula che può senz’altro, come sottolinea il suo ideatore Mazzarino, «far venire fuori il meglio dai nostri giovani, dare, attraverso il confronto con i grandi del jazz, impulso al loro estro musicale e aiutarci magari a scoprire anche qualche nuovo talento italiano».

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