È un’azienda di prodotti alimentari biologici (con sede in provincia di Bologna) che va dalla pasta di semola di grano duro, all’olio extravergine di oliva, dai cereali ai succhi di frutta, dal miele (con il marchio Mielizia) alla passata di pomodoro. In più una gamma di prodotti fairtrade, provenienti dai soci più lontani, come il caffè, lo zucchero di canna, il riso basmati, le tavolette di cioccolata, i tè e molti altri. Da anni Alce Nero sostiene l’esperienza delle cooperative di Libera Terra che, nel sud dell’Italia, lavorano le proprietà confiscate alla criminalità organizzata.
Alce Nero Caffè è invece il marchio del nuovo format che unisce caffetteria, ristorante e negozio (per ora aperti a Bologna e Cesena che utilizzano i prodotti Alcenero, Mielizia, il marchio dedicato al miele e Libera Terra) primo tipo di locale in Italia con la certificazione “Spreco Zero” di Last Minute Market, lo spin-off dell’Università di Bologna promosso da Andrea Segrè, per i suoi comportamenti virtuosi rivolti a non generare spreco, ottimizzando l’uso di ogni risorsa e a minimizzare l’impatto dell’attività sull’ambiente.
Più recente l’iniziativa di collaborazione che ha portato alla nascita di Alce Nero Berberè, ristorante, pizzeria e bottega che nasce dall’incontro con il ristorante Berberè (ideatori della “slow pizza”). Alce Nero Berberè propone il rivoluzionario approccio “slow” alla pizza e la creatività delle proposte food di Berberè con l’utilizzo di una selezione di ingredienti Alce Nero, coltivati dagli agricoltori soci nelle zone più vocate d’Italia e del mondo, e di altre artigianalità biologiche. La cucina di Alce Nero Berberè punta su ingredienti biologici e stagionali; i piatti a base di carne e pesce sono sempre accompagnati da una ricca proposta vegetariana.
Rispetto per la terra, nessun utilizzo di sostanze chimiche di sintesi, come pesticidi ed erbicidi, processi produttivi rispettosi delle materie prime, con basse temperature e tempi brevi di lavorazione, questa la filosofia degli oltre mille agricoltori e apicoltori già attivi negli anni Settanta del Novecento.
L’idea di base è scegliere e coltivare varietà antiche e pregiate e autoctone (tipo il grano senatore Cappelli) nelle zone più vocate d’Italia e del mondo. Il gruppo Alcenero ha anche dedicato al tema del bio, uno speciale blog con news e approfondimenti sulla produzione di cibi sani e buoni, da agricoltura organica.
Per quanto riguarda l’impatto ambientale, a seguito di uno studio sulla sostenibilità in azienda, c’è la volontà di procedere con il calcolo della Carbon footprint. Sulla distribuzione l’intento è di massimizzare e ottimizzare i trasporti attraverso la riduzione in peso e volume dei pack per migliorare le performance distributive in termini di minore emissione di CO2.
La certificazione “Spreco Zero” prevede il rispetto di una serie di buone pratiche per rendere un’impresa sostenibile, che vengono condivise e rispettate da tutti i dipendenti. Alce Nero ha provveduto ad interventi strutturali per usare energia da fonti rinnovabili, che deriva in parte dai pannelli solari installati sulle coperture degli edifici della sede, in parte da fornitori esterni che offrono energia certificata RECS (Renewable Energy Certificate System). Ma la sostenibilità riguarda anche la scelta dei materiali di arredamento, l’erogazione gratuita di acqua pubblica ulteriormente filtrata e depurata, e la donazione delle eccedenze alimentari.
Un’attenzione particolare è dedicata all’acqua: il classico “boccione”, che ha un elevato impatto ambientale, è stato sostituito con un distributore collegato alla rete idrica comunale. Anche nella mensa aziendale l’acqua servita è quella dell’acquedotto, opportunamente filtrata e purificata; la cucina privilegia prodotti del territorio, orientati al km zero. In generale, anche le forniture di materiali per l’igiene e la cancelleria sono “green”. Per il packaging, l’azienda non utilizza pack di carta per via di vincoli tecnologici. L’imballo è mono-materiale (film plastico).
A San Lazzaro di Savena (Bologna), Alce Nero si è aggiudicato il progetto per la riqualificazione urbana e l’alienazione di un’area di proprietà comunale che verrà rivista all’insegna del verde. La sua trasformazione, oggi per il 75% impermeabile a causa della cementificazione, invertirà le proporzioni portando al 75% l’estensione della superficie permeabile con 4.500 metri cubi di aree boscate in più per aumentare la biomassa vegetale, la creazione di aree per gli orti urbani e circa 2.000 m3 di aree verdi come dotazioni territoriali standard. Il campus Alce Nero prevede un parco fluviale e aree verdi, un parco-parcheggio, oltre a spazi per le attività formative e ludiche.