Wise Society : Nicolas Bargi, Save The Duck: “Così la moda potrà fare a meno degli animali ed essere più sostenibile”
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Nicolas Bargi, Save The Duck: “Così la moda potrà fare a meno degli animali ed essere più sostenibile”

di Vincenzo Petraglia - Fabio Restelli
20 Maggio 2024

Intervista al fondatore del brand che per primo in Italia ha ottenuto la certificazione B Corp nel settore del fashion e che fin dalla sua nascita ha puntato sulla tecnologia per fare a meno di materiali di origine animale per produrre i propri capi. Abbiamo parlato di alcuni interessanti progetti che bollono in pentola e di come la moda possa e debba fare il salto di qualità in un'ottica di sostenibilità, al di là di ogni greenwashing

 

Riuscirà mai la moda ad abbandonare il ricorso agli animali per produrre i propri capi? E se sì, in che modo? Quanto la tecnologia potrà aiutare in questa transizione sostenibile un settore che è fra i più impattanti a livello ambientale e che in molti casi ancora fatica a uscire completamente dalle logiche del mero greenwashing?

Lo abbiamo chiesto a Nicolas Bargi, founder e Ceo di Save The Duck, il brand di outerwear e lifestyle 100% animal-free nato nel 2012 con la precisa mission di sfruttare le potenzialità offerte dalla tecnologia per fare a meno di materiali di origine animale, come piume e pellicce, nel proprio ciclo produttivo e fautore di una serie di progetti virtuosi in ambito Esg, non a caso prima azienda fashion in Italia a ottenere, nel 2019, la certificazione B Corp.

Fra questi, ultimo in ordine di tempo, “Nothing like water”, che ha l’obiettivo di incidere positivamente su un ambito ancora poco battuto, quello del bilanciamento idrico, in un settore, la moda, che consuma enormi quantità d’acqua per produrre i propri capi (basti pensare a titolo di esempio che, secondo quanto stimato da SERI – Sustainable Europe Research Institute, per fabbricare una sola t-shirt si utilizzano in media 2.700 litri d’acqua, dalla piantagione di cotone all’arrivo al consumatore, mentre l’impronta idrica di un jeans o di un paio di scarpe di pelle ammonta rispettivamente a 7.500 e  8.000 litri).

“Nothing like water”: un progetto per dare acqua a chi ne ha bisogno

Il Progetto “Nothing like water”, avviato da Save The Duck in collaborazione con The Sumba Foundation, Ong indonesiana attiva sul territorio dell’omonima isola, è riuscito fino ad ora a garantire l’accesso all’acqua potabile a 4.216 persone e 37 villaggi

L’obiettivo è quello di aiutare le popolazioni di Sumba, un’isola meravigliosa che conserva ancora tradizioni ancestrali, a uscire dalla povertà e migliorare le proprie condizioni igienico-sanitarie, in un luogo dove malattie come la malaria sono ancora endemiche.

Famiglia e pozzi d'acqua

Uno degli scatti della mostra open air del fotografo Alessandro Bergamini che si tiene a Milano, in Piazza Castello, fino al 15 giugno, parte del più ampio progetto di Save The Duck “Nothing like water”.

Tramite la costruzione di pompe idriche e pozzi viene garantito l’accesso all’acqua a tante famiglie, evitando così di percorrere ogni giorno decine di chilometri per raggiungere la fonte più vicina a donne e bambini, che in questo modo possono dedicarsi ad altre attività, come per esempio, per i più piccoli, andare a scuola.

Un progetto da cui è nata anche una mostra fotografica open air, visitabile gratuitamente a Milano, in Piazza Castello, Via Luca Beltrami, fino al 15 giugno con 30 magnifici scatti realizzati dal pluripremiato fotografo Alessandro Bergamini.

Una mostra che segue un evento benefico, tenutosi l’8 maggio nella splendida cornice del Palazzo Barozzi dell’Istituto dei Ciechi, sempre a Milano, durante il quale sono state battute all’asta alcune delle opere più iconiche di Bergamini dedicate a Sumba, il cui ricavato è stato devoluto ai progetti idrici della Sumba Foundation.

Intervista e testi: Vincenzo Petraglia
Riprese: Fabio Restelli

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