Rettore all’Institute for Ageing and Health dell’Università di Newcastle è considerato il massimo teorico dell’invecchiamento dal punto di vista biologico. In particolare ha elaborato la teoria del “Disposable soma” (Il corpo usa e getta) che unisce l’approccio evoluzionistico a quello psicologico – ambientale: la longevità è sia genetica che non-genetica. Kirkwood presuppone che il corpo debba gestire la quantità di energia che ha a disposizione, usandola per il metabolismo e la riproduzione da una parte, e per la riparazione e la manutenzione delle cellule dall’altra. Poiché l’energia è in quantità finita, il corpo deve trovare un compromesso fra queste due destinazioni. Il termine “Disposable” deriva dal principio dei prodotti usa e getta: perché destinare tanta energia a rendere qualcosa duraturo, se sarà utilizzato solo per un periodo limitato di tempo? La teoria dimostra dunque che il processo di invecchiamento non è interamente programmato da parte dei geni, ma è invece un meccanismo malleabile, ad esempio modificando l’esposizione al danno cellulare, oppure migliorando le attività di riparazione di questo danno. «Il messaggio centrale di molto del mio lavoro – ha dichiarato Kirkwood stesso – è il bisogno di considerare l’invecchiamento come il prodotto complesso di geni, ambiente e fattori stocastici interni, cioè il caso». Il titolo provvisorio del suo intervento è Evolution.
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