Wise Society : Quando la mancanza di testosterone porta alla menopausa maschile

Quando la mancanza di testosterone porta alla menopausa maschile

di Fabio Di Todaro
28 Agosto 2017

Tecnicamente si chiama ipogonadismo. Ma con una dieta equilibrata, facendo esercizio e mantenendo una vita sessuale attiva, i livelli di testosterone possono tornare alla normalità

testosterone fertilità maschile

A partire dai quarant’anni, negli uomini s’osserva una diminuzione dei livelli di testosterone – Foto iStock

Etichettarla  come la menopausa maschile sarebbe un errore. Ma se la fertilità può resistere anche molto più a lungo, non c’è nulla da obiettare affermando che anche negli uomini s’osserva una diminuzione dei livelli di testosterone, a partire dai quarant’anni. Nel gergo medico, la condizione ha un nome specifico: ipogonadismo a insorgenza tardiva o deficit androgenico. «Si tratta di un processo progressivo che porta gli uomini che raggiungono i settant’ anni ad avere approssimativamente un trenta per cento in meno di testosterone, l’ormone che ha il compito di mantenere il tono musculare, la massa ossea e la funzione sessuale», afferma Carlos Balmori, urologo del centro di medicina riproduttiva IVI di Madrid. Altri sintomi facilmente rilevabili sono la debolezza muscolare, la stanchezza, l’aumento di peso e la caduta dei capelli, anche se possono essere accompagnati da perdita di massa muscolare e da disturbi como l’osteoporosi e la osteopenia. «Il risultato che emerge consiste in una perdita complessiva della qualità di vita», prosegue lo specialista. Inoltre, molti uomini presentano la cosiddetta sindrome metabolica. La condizione, correlata all’ipogonadismo, è caratterizzata da sintomi e segni: quali l’obesità, l’iperglicemia, la presenza di elevati livelli di acido urico, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia.

AFFRONTARE QUESTA NUOVA FASE DELLA SALUTE – Anche se l’ipogonadismo colpisce tutti gli uomini di una certa età – anche quelli che hanno subito l’asportazione di uno o di entrambi i testicoli – esistono alcune sane abitudini che possono essere sviluppate per mitigare i suoi effetti. «In alcuni casi attraverso una dieta equilibrata, facendo esercizio in modo controllato e mantenendo una vita sessuale attiva, i livelli di testosterone possono tornare alla normalità», aggiunge Daniela Galliano, direttrice del centro IVI di Roma. «I controlli preventivi sono molto importanti per controllare i livelli ormonali, del glucosio, del colesterolo e dell’acido urico. Attraverso un esame dettagliato dei pazienti aumentiamo l’efficacia di qualsiasi trattamento medico». Per quei pazienti che non possano ricostituire questo ormone in maniera naturale, «esistono trattamenti a base di testosterone, sia iniettabili che in gel», aggiunge Balmori. «Si tratta di una terapia ormonale sostitutiva non è nociva, sempre che venga realizzata sotto la supervisione medica e che non vengano superati i livelli stabiliti».

testosterone fertilità maschile

Con dieta equilibrata, esercizio e una vita sessuale attiva, i livelli di testosterone possono tornare alla normalità – Foto iStock

LA DISFUNZIONE ERETTILE PUO’ NASCONDERE PROBLEMI AL CUORE – Mentre per curare la disfunzione erettile, che può essere un’altra conseguenza del calo di testosterone maschile, esistono dei farmaci efficaci: i cosiddetti PDE5. Ma occorre fronteggiare il dilagare del mercato online, che spesso propina prodotti poco sicuri e di conseguenza da evitare. In questo caso abbandonare le sigarette è la prima raccomandazione utile. Ma la disfunzione erettile non va comunque sottovalutata, perché potrebbe essere la spia di altri problemi di salute. «Gli studi evidenziano un chiaro legame tra disfunzione erettile e cardiopatia ischemica – afferma Piero Montorsi, responsabile dell’unità operativa di cardiologia invasiva 2 del Centro Cardiologico Monzino -. Ogni paziente con disturbi della funzione erettile dovrebbe essere considerato come un potenziale paziente cardiopatico sino a prova contraria». Il problema è che gli uomini non lo sanno. Chi soffre di disturbi erettili, soprattutto se è giovane, in genere non ne parla né al medico di famiglia né tantomeno al cardiologo, e questo impedisce di identificare il rischio di futuri eventi cardiovascolari. A loro volta, i medici di famiglia o i cardiologi raramente affrontano il discorso con il paziente. Il silenzio, però, è nemico della prevenzione. «La disfunzione erettile, che interessa oltre 150 milioni di persone nel mondo e più del trenta per cento degli uomini dietà compresa tra 40 e 70 anni, è presente nella stragrande maggioranza delle vasculopatie conosciute e nel cinquanta per cento delle persone che soffrono di cardiopatia ischemica – prosegue l’esperto -. E ancora più evidente è la correlazione tra disfunzione erettile, diabete e cardiopatie: il disturbo erettile predice la malattia coronarica nei pazienti con diabete di tipo 2, e il grado di rischio cardiovascolare a cui si associa è proporzionale alla gravità e alla durata del disturbo erettile».

Twitter @fabioditodaro

© Riproduzione riservata
Continua a leggere questo articolo:
  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 519 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 42 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 1543 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 510 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 373 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 3090 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 6385 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 748 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 872 OR  wp_term_relationships.term_taxonomy_id = 71949
Correlati in Wise