I bambini delle nuove generazioni, che imparano l'alfabeto solo attraverso il computer, rischiano di perdere importanti capacità cognitive. Lo rivela una ricerca internazionale pubblicata sulla rivista "Advances in Haptics" che rivaluta carta e penna per lo sviluppo di abilità visive, motorie e costruttive
Si chiamano nativi digitali: sono i bambini nati dopo il 2000, più avvezzi alla realtà virtuale che alla vita reale. Una ricerca condotta da neurofisiologi francesi e norvegesi sostiene che, nel passaggio dalla penna alla tastiera, le nuove generazioni rischiano di perdere alcune abilità cognitive. Lo studio, pubblicato sulla rivista Advances in Haptics, dimostra infatti che scrivere a mano “accende” il nostro cervello molto più che digitare su una tastiera. Scrivendo su carta, gli occhi e i movimenti della mano seguono la creazione della lettera: mentre tracciamo il segno di una “s” vediamo e “sentiamo” formarsi pian piano le curve che la compongono. E questo accende molte più aree cerebrali rispetto al digitare la stessa “s” al computer: in questo caso, infatti, basta premere un tasto e la lettera compare subito sullo schermo, tutta intera. Le aree sensoriali e motorie si attivano comunque, perché la mano si è mossa e gli occhi vedono la lettera, ma in maniera molto inferiore.
In un altro esperimento i ricercatori hanno chiesto a due gruppi di volontari di imparare un alfabeto sconosciuto di 20 lettere, in un caso esercitandosi a scriverlo a mano, nell’altro utilizzando solo il computer; dopo tre e sei settimane, chi doveva usare carta e penna aveva imparato di più e ricordava meglio l’alfabeto rispetto ai volontari “digitali”. «Scrivere a mano implica capacità visive, viso-motorie e viso-costruttive molto superiori al semplice digitare su una tastiera» commenta il responsabile del Laboratorio sulla memoria e i processi cognitivi dell’apprendimento al Dipartimento di Psicologia Generale dell’Università di Padova, Cesare Cornoldi. «Una volta imparate le lettere, però, a noi interessa che un bimbo impari a esprimere per iscritto concetti e idee. In questo caso il computer può rivelarsi un sostegno prezioso: può infatti aiutare i bambini, attraverso software specifici, a individuare e correggere gli errori di scrittura e quindi a produrre un testo più corretto e ricco. Le scuole si chiedono se sia opportuno introdurre il pc in classe al posto dei libri: la risposta non è univoca, ma di certo il computer oggi è una risorsa non trascurabile».