Wise Society : Sclerosi multipla: nuove speranze di cura dal Mineral Test

Sclerosi multipla: nuove speranze di cura dal Mineral Test

di Lia del Fabro
12 Giugno 2012

I primi risultati, osservati su un piccolo gruppo di pazienti sottoposti a tre cicli di terapia, hanno evidenziato miglioramenti importanti

Ci vuole cautela quando si parla di malattie importanti e di cure possibili, perché l’attenzione è sempre molto alta da parte di tutti coloro che, a vario titolo  ne sono coinvolti, siano essi pazienti, medici, esponenti del mondo scientifico o dell’industria farmaceutica.

La Sclerosi multipla rientra sicuramente in questa categoria anche perché, sino a oggi, nessuna cura tentata si è rivelata risolutiva. Mineral Test®, il centro di ricerca e analisi che attraverso l’analisi minerale tissutale o mineralogramma consente di fare la diagnosi sullo squilibrio dei minerali nell’organismo e di prescrivere una terapia, ha però qualcosa da raccontare riguardo i risultati del monitoraggio svolto dal responsabile scientifico dottor Gerardo Rossi insieme alla sua equipe di Civitanova Marche su un gruppo di pazienti affetti da sclerosi multipla.

Un andamento incoraggiante, con cautela

 

Di recente Mineral Test® ha fornito i risultati dell’osservazione svolta su un gruppo di malati affetti da questa grave malattia, complessivamente 21 persone, 15 delle quali affette da Sclerosi multipla in forma clinica recidivante-remittente (SM-RR), 5 sono pazienti con forma secondariamente progressiva (SM-SP) e uno in forma primariamente progressiva (SM-PP, la forma più grave ndr). I 21 pazienti si sono sottoposti ad almeno tre cicli di terapia – ogni ciclo prevede tre mesi di cura cui seguono tre mesi di sospensione – prescritti da Mineral Test®.

«Non vogliamo trarre conclusioni affrettate ma i controlli effettuati su questi pazienti, tenuti sotto osservazione per un periodo che è variato da un minimo di 20 mesi (limitato a un solo paziente) fino ad arrivare ai quattro anni, ci forniscono risultati interessanti che sono convinto valga la pena diffondere» dice Rossi, aggiungendo le prime informazioni:

«Nel primo gruppo, quello dei malati SM-RR, non si sono verificate recidive in 14 dei 15 pazienti trattati con Mineral Test®. Sulla base degli esami di risonanze magnetiche con contrasto, non si sono riscontrate nei 14 casi neppure nuove lesioni».

Sensibili miglioramenti e nessun effetto collaterale

 

In 12 sui 21 pazienti complessivamente controllati, si è verificata una riduzione della disabilità e in più, per 8 persone che si sono sottoposte a un trattamento ortopedico-osteopatico-fisioterapico (GR System), si è riscontrato un miglioramento più marcato poiché hanno recuperato le abilità fisiche che sembravano perdute. «Questo perché anche in caso di miglioramento neurologico, il muscolo si comporta come se fosse ancora presente l’anomalia che lo ha bloccato. Il paziente deve essere allora visitato per individuare la problematica specifica e programmare l’intervento riabilitativo», aggiunge Rossi.

Il responsabile di Mineral Test® aggiunge il dato forse più eclatante: «In 5 pazienti sul totale dei 15 con SM-RR, si è riscontrata la scomparsa e/o la riduzione delle lesioni, anche di estensione centimetrica, sia cerebrali che midollari. Tutti i dati sono stati acquisiti da risonanze magnetiche con contrasto e i vari controlli sono stati effettuati sempre con la stessa apparecchiatura».

Monitoraggio ancora in corso

 

Quindi, nel gruppo dei pazienti SM-RR, niente recidive nel 93 percento dei casi e neppure la comparsa di nuove lesioni. Addirittura per il 33 percento dei malati di questo gruppo le risonanze dimostrano una scomparsa o riduzione  delle lesioni cerebrali. E ancora, è stata riscontrata una diminuzione della disabilità per il 57 percento dei 21 pazienti complessivamente  osservati e, per il 38 percento del gruppo, un più netto miglioramento delle abilità fisiche attraverso una fisioterapia specifica. In nessun caso si sono verificati effetti collaterali degni di nota.

«Gli esiti positivi si sono verificati indipendentemente dalla terapia farmacologica, in pazienti che seguono un trattamento farmacologico come in pazienti senza alcun trattamento di questo tipo»

Il monitoraggio è ancora in corso su un numero di pazienti ampliato e nuovi risultati ci saranno prima della fine dell’anno. «Pur tenendo conto dell’esiguo numero di casi, le altissime percentuali di assenza di recidive per lungo periodo e il verificarsi in un terzo dei casi di alcuni eventi di  particolare rarità, tra cui la scomparsa di grandi lesioni, unite all’alta percentuale di diminuzione della disabilità, tutto ciò rende i risultati comunque fortemente significativi»

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