Wise Society : Over 65, tutte le ragioni per vaccinarsi contro l’influenza

Over 65, tutte le ragioni per vaccinarsi contro l’influenza

di Fabio Di Todaro
27 Novembre 2015

"Vacci a vaccinarti" è la nuova campagna di HappyAgeing. Perchè negli anziani la profilassi può fare la differenza.

Vacci. Vacci a vaccinarti”. È questa l’esortazione che fa da slogan alla prima grande campagna di sensibilizzazione lanciata per vaccinarsi contro l’influenza da HappyAgeing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, presentata nel corso dell’ultimo congresso della Società Italiana di Igiene. La campagna si rivolge in modo particolare agli over 65 che rappresentano la parte di popolazione più a rischio per le complicanze del virus dell’influenza e, in particolare, delle polmoniti in larga parte provocate dallo pneumococco.

MIGLIAIA DI MORTI PREVENIBILI OGNI ANNO – Lo scopo dell’alleanza – costituita dalla Società Italiana di Igiene (Siti), la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (Sigg), la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (Simfer), i sindacati Fnp Cisl, Spi Cgil e Uil Pensionati, la Fap Acli e Federsanità Anci – è contribuire al raggiungimento di migliori condizioni di salute per gli over 60. E, visto il periodo autunnale, si parte dai temi della prevenzione e della vaccinazione contro l’influenza. Un’azione ispirata anche dalla Commissione Europea che pone per il 2020 il traguardo dell’allungamento di due anni della vita in salute dei cittadini, indicando le vaccinazioni come uno dei cinque pilastri – quello più efficace già nel breve periodo – per mantenersi in salute e al riparo da patologie evitabili. «Ogni anno, in Italia, sono migliaia i decessi per complicanze da influenza, quasi tutti tra gli anziani e per complicanze broncopolmonari di origine batterica – afferma Michele Conversano, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto e presidente di HappyAgeing  -. Se si abbinasse la vaccinazione antinfluenzale al vaccino  antipneumococcico, si potrebbe arrivare a ridurre il numero di decessi fino anche del sessanta per cento. La polmonite è ancora la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi Occidentali, tra gli anziani solo uno su tre sa che si può morire di polmonite». Secondo i dati di una recente indagine condotta da AstraRicerche per conto di Pfizer, soltanto il 34 per cento del campione pensa che la polmonite non si possa prevenire e il 59,7% del campione non sa che esiste un vaccino.

LA POLMONITE – L’attuale polmonite è molto diversa da quella che mieteva tante vittime in passato. Colpisce prevalentemente il paziente più fragile, i più anziani o i bambini, ma anche gli immunodepressi. I progressi compiuti in ambito medico negli ultimi anni da un lato permettono la sopravvivenza di tanti pazienti, ma dall’altro consegnano pazienti che, per chemioterapia, per trapianto o per altri tipi di terapia intensiva, possono andare incontro a infezioni ospedaliere. L’apparato respiratorio rappresenta il principale bersaglio. «Esistono due forme di polmonite – spiega Massimo Andreoni, primario del reparto di malattie infettive al policlinico Tor Vergata di Roma e presidente della Società Italiana di Malattie Infettive -. La prima è quella della comunità, che acquisiamo in ambienti esterni o interni, che continua a mantenere una frequenza stabile, mentre molto più gravi sono i dati della polmonite acquisita negli ambienti ospedalieri, dovuta ai germi multiresistenti che circolano in ospedale. Circa una persona su dieci delle persone ricoverate acquisisce un’infezione durante il ricovero: di questa percentuale la maggior parte viene colpita da polmonite».

CHE INVERNO CI ASPETTA? – Le politiche vaccinali rappresentano lo strumento a disposizione dei servizi sanitari per abbattere il silenzioso numero delle morti evitabili, allungando gli anni di vita in salute. Per comprendere la necessità della campagna sociale, bisogna partire dalla consapevolezza che, nonostante gli sforzi, il numero dei vaccinati per i virus influenzali e per lo pneumococco non è ancora soddisfacente, anche alla luce dei dati più recenti dell’Istituto Superiore di Sanità che parlano di una copertura vaccinale per gli over 65 nel 2014 pari al 48.6 per cento. Detto dell’invito a vaccinarsi, che stagione invernale sarà quella alle porte? Secondo Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano e direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, «quest’anno l’influenza colpirà all’incirca cinque milioni di persone. Il picco si registrerà tra Natale e Capodanno 2015. Due saranno i virus responsabili: H1N1-H3N2 e il Virus B Phuket. Si tratta di due nuove varianti, ma non molto distanti dai virus che hanno circolato gli scorsi anni. Si prevede una stagione influenzale di intensità media e l’effettiva diffusione dipenderà anche dall’andamento della temperatura. Il vaccino antinfluenzale resta un’opportunità e diventa un salvavita per le persone fragili, ovvero gli anziani sopra i 65 e i malati cronici per i quali l’influenza potrebbe determinare complicanze».

Twitter @fabioditodaro

 

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