Psicoterapia breve o corsi full immersion organizzati dalle compagnie aeree. Ecco i mezzi efficaci per superare l'ansia da decollo e viaggiare tranquilli
La scena è tipica: si chiude il portellone dell’aereo, le hostess mostrano le istruzioni di sicurezza, il velivolo comincia a muoversi dirigendosi verso la pista di decollo, al cui solo pensiero cominciano ad affollarsi nella mente strane sensazioni. Il battito cardiaco aumenta, le mani sudano e improvvisamente si viene colti da un unico martellante pensiero: slacciarsi la cintura di sicurezza e scappar via prima che l’aereo si alzi in volo. Se queste sensazioni vi sono familiari ogniqualvolta prendete un aereo allora forse soffrite anche voi di aerofobia. Un disagio, la paura di volare, che colpisce almeno un quarto delle persone che viaggiano in aereo (57 percento donne e 43 percento uomini).
Senza ovviamente contare tutti quelli che l’aereo non l’hanno mai preso proprio a causa di questa loro fobia, capace di condizionare in alcuni casi anche pesantemente la vita. Quanti, per esempio, rinunciano alle vacanze, magari nel luogo che avevano sempre desiderato, o continuano a rinviare viaggi necessari in Paesi lontani? Eppure l’aereo è il mezzo statisticamente più sicuro.
L’areo è il mezzo più sicuro
All’origine della paura sta innanzitutto la poca familiarità con il volo, la scarsa conoscenza del mezzo, il timore di essere costretti in un luogo chiuso e di incorrere in collisioni e incidenti catastrofici. «Eppure si tratta di una paura ingiustificata perché le statistiche mostrano che l’aereo è in assoluto il mezzo di trasporto più sicuro, con la più bassa percentuale di incidenti rispetto ai chilometri percorsi, soprattutto se confrontato, per esempio, con l’automobile», dice Ilaria Pettini, responsabile del corso “Voglia di volare”, organizzato da Alitalia proprio per aiutare a superare la propria fobia. Una paura che molto spesso altro non è che la cartina tornasole di altre ansie e disturbi quotidiani: i claustrofobici (coloro che soffrono a stare in ambienti chiusi), per esempio, in aereo si sentono in trappola senza possibilità di fuga e movimento, mentre chi soffre di vertigini ha come la sensazione di stare costantemente sull’orlo di un precipizio. Ad accomunare tutti, comunque, è la classica paura di essere vittima di un evento imprevisto e incontrollabile. Alcune persone più che dal volo in sé sono spaventate dall’impossibilità di controllare la situazione e dal fatto di dover affidare il proprio destino a degli sconosciuti. Il volo poi può essere percepito inconsciamente come un distacco dalle proprie sicurezze, dalle persone e dalle situazioni care in quanto il tenere i piedi per terra rappresenta simbolicamente stabilità e, appunto, sicurezza. «Chi è colpito dalla paura di volare ma è costretto a prendere l’aereo», spiega Pettini, «per ridurre l’ansia ricorre solitamente ad alcuni stratagemmi fai da te come assumere tranquillanti, tenersi alla larga dal finestrino scegliendo i posti lungo il corridoio per una maggiore libertà di movimento e di visuale, restare aggrappati ai braccioli in un perenne stato di allerta senza riuscire spesso né a mangiare né ad addormentarsi». La paura può assumere chiaramente intensità diverse ed è associata a inquietudine, nervosismo o addirittura panico, con sintomi, che si accentuano di solito durante il decollo e l’atterraggio, che vanno dalla tachicardia alla sudorazione intensa fino al respiro affannoso e al senso di nausea e soffocamento.
Affrontare il nodo del problema
La paura di volare spinta agli eccessi può perciò diventare un limite non da poco e di condizionare fortemente le proprie scelte. Fortunatamente è possibile affrontarla e superarla. Uno degli approcci classici è una psicoterapia specifica di breve durata (di solito circa sei mesi) che si basa su incontri individuali o di gruppo in cui la persona affronta gradualmente, insieme al terapeuta, il nodo problematico che scatena il disagio, imparando allo stesso tempo quei sistemi utili a vincerlo. La psicoterapia va ad analizzare le cause profonde della paura in quanto il sintomo è solo un segnale di allarme di qualcos’altro che non funziona, paure radicate e traumi a cui bisogna dare un volto per poter essere superati. Per chi non vuole impegnarsi in un percorso psicoterapico esiste tuttavia un’altra possibilità, anch’essa molto efficace. Si tratta di corsi full immersion di due giorni organizzati da alcune importanti compagnie aeree, tenuti rigorosamente in aeroporto durante i weekend. Costano in media sui 450 euro (comprensivi di un volo di andata e ritorno), vi partecipano da un minimo di otto fino a un massimo di quattordici persone e agiscono su tre livelli: psicologico, fisico e comportamentale. I partecipanti si confrontano con altre persone accomunate dallo stesso disagio, parlano con gli psicoterapeuti, imparano esercizi e tecniche di rilassamento per gestire l’ansia e superare l’insicurezza legata al volo. Familiarizzano inoltre con il personale di bordo e con gli aspetti tecnici del volo e le norme di sicurezza perché molto spesso la paura deriva anche dalla scarsa conoscenza delle cose. Infine, per mettere in pratica quanto imparato e superare le ultime resistenze, partecipano a un volo test, solitamente da Roma a Milano, accompagnati dall’equipe che ha tenuto la parte teorica del seminario. La percentuale di successo è davvero notevole: nel 93-94 percento dei casi le persone che hanno seguito il corso tornato, infatti, a volare senza alcun problema.