Wise Society : Il latte materno, molto più di un semplice alimento

Il latte materno, molto più di un semplice alimento

di Fabio Di Todaro
4 Novembre 2020

Questo prezioso alimento è un complesso sistema biologico che produce molti effetti. A lui è dedicata la settimana annuale di sensibilizzazione indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dall’1 al 7 agosto

Tutti gli studi confermano una delle poche certezze condivise all’unisono dalla comunità scientifica: l’allattamento al seno è l’unica forma di nutrizione di cui ha bisogno il bambino nei primi sei mesi di vita. Il latte materno è un complesso sistema biologico che produce molti effetti. Per questa ragione è giusto considerarlo più di un semplice alimento. Grazie ad alcuni oligosaccaridi non digeribili, favorisce la corretta formazione del microbiota (l’insieme di microorganismi simbiontici che si trovano nel tubo digerente). È inoltre alla base dello sviluppo cerebrale e assicura i giusti apporti delle macromolecole essenziali.

Latte materno: quanti ostacoli all’allattamento al seno

Quando è possibile, quindi, l’allattamento va protratto fino allo spegnimento della prima candela. Eppure, sebbene le opinioni dei pediatri convergano, la percentuale di aderenza all’allattamento al seno cala progressivamente dopo il parto. Se fino a cinque anni fa quasi il novanta per cento delle mamme italiane alimentava esclusivamente il proprio figlio nel primo semestre di vita, oggi molte scelgono l’allattamento misto dopo tre mesi e poco più del dieci per cento mantiene l’allattamento al seno anche dopo il primo semestre.

Il problema è culturale, dal momento che nella maggior parte dei luoghi di lavoro non esistono ambienti adibiti all’allattamento e non esiste un congedo di paternità a medio termine in grado di incoraggiare la responsabilità condivisa. Così, volenti o nolenti, molte mamme si trovano di fronte al bivio: rimanere a casa per svezzare il figlio o inserire progressivamente il latte artificiale? Quest’ultimo, di natura vaccina ma trattato, va sempre indicato dallo specialista e risponde ai requisiti sottoscritti dalla «European society for pediatric, gastroenterology, hepatology and nutrition» (Espghan).

Il latte artificiale

Da valutare prima della scelta sono i parametri di crescita del bambino: peso, altezza e circonferenza cranica. Tre sono i tipi di latte artificiale utilizzati: «adattato» (più ricco in sieroproteine, da consumare entro i sei mesi di vita), «di proseguimento» (utile tra il sesto e il 12° mese) e «di crescita» (da un anno in poi, il più simile al latte vaccino in commercio).

Oltre a queste formule esiste anche il latte idrolizzato, in cui le proteine si trovano sotto forma di amminoacidi per essere digerite ed assorbite più facilmente (sono indicate nei neonati predisposti alla dermatite atopica). Differente, infine, è l’impiego del latte d’asina: vicino nelle caratteristiche a quello materno, è utile solo nel caso in cui il poppante risulti allergico alle proteine vaccine.

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Secondo gli esperti l’allattamento al seno è l’unica forma di nutrizione di cui ha bisogno il bambino nei primi sei mesi di vita. Il latte materno – al quale è dedicata la settimana annuale di sensibilizzazione indetta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità dall’1 al 7 agosto – è un complesso sistema biologico che produce molti effetti, Image by iStock

 

Allattare al seno dà benefici anche alla mamma

Molteplici sono i benefici dell’allattamento al seno  anche per la mamma. Diversi studi hanno provato un effetto preventivo nei confronti di almeno tre neoplasie: del seno, dell’utero e dell’ovaio. A ciò si aggiunge un riequilibrio dell’assetto ormonale al termine della gravidanza e l’instaurarsi di una corretta relazione neuropsicologica con il figlio.

Non a caso la prima poppata viene suggerita entro un’ora dal parto. Dopo la prima settimana il bambino si autoregola e la quantità di latte da somministrare dipende dalla crescita, purché sia inferiore a un litro al giorno.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ricorda quanto sia «importante che le donne frequentino i corsi di accompagnamento alla nascita e, dopo il parto, i corsi di sostegno all’allattamento».

L’appello alle neomamme è di «non scoraggiarsi davanti alle prime difficoltà e di chiedere consiglio alle ostetriche che sapranno aiutare, anche nei casi in cui, per specifiche situazioni, si dovesse optare diversamente».

Chi non allatta – per motivi di salute o perché in terapia farmacologica – può trovare conforto nelle oltre 30 banche del latte umano donato aperte in Italia dal 2005 a oggi: spesso un salvavita per i nati pretermine.

Twitter @fabioditodaro

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