Wise Society : L’arte come medicina per l’anima

L’arte come medicina per l’anima

di di Isabella Pingitore
21 Giugno 2010

Nelle corsie dell'Istituto dei Tumori a Milano, un'esposizione di fotografie, dipinti, disegni e sculture. Per rendere più accogliente i luoghi della malattia

arte in corsia

Foto di Olivia Anne Snyder/Unsplash

L’arte occupa gli spazi della malattia. Sono diversi gli stili, le tecniche e i paesi d’origine degli oltre 160 artisti che hanno regalato una loro opera, dando così vita a Disegnando Allegria!, un’esposizione permanente aperta al pubblico nella sede della Fondazione in Via Venezian a Milano. Nato da un’idea del prof. Marco Maiocchi del Politecnico di Milano con la partecipazione della professoressa Cynthia Ortega del Castillo dell’Istituto Tecnologico de Estudos Superiores di Monterrey in Mexico, il progetto si pone come obiettivo il miglioramento degli ambienti ospedalieri e di cura. «I rapporti tra arte e medicina», ha spiegato Marco Maiocchi «sono più numerosi di quanto non si pensi: diverse strutture sanitarie nel mondo ospitano opere di importanti artisti, e molti architetti-artisti (Hundertwasser con la clinica di Graz, per citarne uno) realizzano ospedali in cui arte e architettura costituiscono una coesione inscindibile. L’obiettivo è chiaro: trasformare gli ambienti di cura da luoghi della malattia a luoghi della salute. La scelta di un adeguato design e, soprattutto, la presenza stimolante e positiva di opere d’arte possono condurre il pazienti a percorsi più introspettivi, improntati a ottimismo e speranza, piuttosto che a incertezza e ansia».

 

Arteinreparto è l’originale progetto di arteterapia attivato nel Reparto di Chirurgia toracica della Fondazione. Nasce da un’idea del Direttore della Chirurgia toracica, Ugo Pastorino, e dall’artista Giuseppe Maraniello che ha curato il progetto artistico del nuovo Hospice dell’Istituto, finanziato dalla Fondazione Floriani. Ventitre fotografi raccontano e testimoniano con i loro scatti le storie e i volti di pazienti oncologici sopravvisuti al cancro che ora sono tornati a condurre una vita normale e hanno deciso di condividere con gli altri la loro esperienza. «Con questa iniziativa» commenta Ugo Pastorino «si è voluto dare un messaggio positivo e una speranza in più ai malati e ai loro familiari, ma anche fornire una descrizione veritiera delle prognosi e del destino di chi si trova a percorrere questa esperienza drammatica”.

 

Da Gianni Berengo Gardin ad Antonio Biasiucci, da Oliviero Toscani a Carlo Orsi: sono ventitre gli artisti-fotografi che, dopo aver conosciuto gli ex-pazienti, in alcuni casi hanno instaurato veri e propri rapporti d’amicizia. Ognuno di loro ha lasciato in donazione o comodato d’uso la sua opera che, insieme alle storie, è raccolta nel volume “Still aLive” a cura di Ugo Pastorino e Giuseppe Maraniello.

Il ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla Fondazione Floriani e al reparto di Chirurgia toracica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori.

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