Wise Society : Il sole sulla pelle, come proteggersi dai danni

Il sole sulla pelle, come proteggersi dai danni

di Ilaria Lucchetti
19 Giugno 2013

Mai esporsi dalle 12 alle 16, i fototipi chiari e i bambini devono usare protezioni elevate, attenzione alle zone più sensibili del corpo

I raggi “picchiano”, le temperature sono salite e la tentazione di concedersi i primi bagni di sole e mare si fa forte.

Ma è soprattutto all’inizio di stagione – dopo il grigiore invernale – che la nostra pelle ha bisogno di protezione per non incorrere in danni più o meno gravi.

Ecco quindi che diventano importanti i consigli degli esperti, come quelli della dottoressa Claudia Gianni, coordinatore dell’ambulatorio di Micologia e Parassitologia dermatologica del Centro Diagnostico Italiano di Milano.

Un piccolo passo indietro è necessario per conoscere qualcosa in più sui raggi solari. La maggior parte degli UV che raggiungono la terra sono UVA, in piccola parte UVB, mentre gli UVC vengono assorbiti completamente dall’atmosfera. I livelli di concentrazione aumentano al crescere dell’altitudine e della posizione del sole, e calano al diminuire della nuvolosità e della latitudine.

Per quanto riguarda la nocività, gli UVB sono direttamente responsabili di ricadute come le ustioni e, in casi più gravi, dell’insorgenza di neoplasie della pelle. Solo recentemente sono state inquadrate con precisione anche le conseguenze negative degli UVA che portano all’ossidazione del DNA e a mutamenti cellulari, considerati responsabili della patogenesi del melanoma.

Detto questo, si capisce quanto proteggere la pelle non sia un optional o un vezzo, ma un’esigenza vitale: «O non ci si espone al sole – spiega Claudia Gianni – o si prendono contromisure con appositi filtri, chimici o fisici»

Quelli chimici contengono sostanze di sintesi che hanno la proprietà di assorbire l’energia degli UV e, poi, di liberarla come calore o fluorescenza. E arrivano a un livello di protezione massima 50, il cosiddetto schermo totale. Anche se non esiste, in realtà, un fattore SPF che blocchi al 100% gli UV.

I filtri fisici, invece, a base di derivati di metalli come l’ossido di zinco e il biossido di titanio e hanno proprietà riflettenti, quindi i raggi non sono assorbiti dalla crema, ma riflessi dalla superficie cutanea. Sono quelli più adatti ai bambini.

«Altre informazioni importanti da sapere sono che non esistono lozioni waterproof, quindi resistenti all’acqua – continua Gianni -La protezione va riapplicata dopo ogni bagno, doccia e comunque ogni due ore circa. Mai usare una crema scaduta, magari aperta l’estate precedente e non terminata. La data di scadenza è fondamentale. E, al momento, non esistono schermi specifici per gli UVA»

Riguardo alla scelta dello schermo, dipende naturalmente dal fototipo.

Ma la nostra pelle può essere aiutata anche dall’interno, oltre che dall’esterno «con l’ingestione di cibi o integratori antiossidanti e contenenti vitamine, in particolare la A, la C e la E, a partire da un mese circa prima dell’esposizione»

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