La prevenzione dei tumori comincia dall'infanzia, ma servono tutela e protocolli di cura per bambini e adolescenti malati
Qual è il momento giusto per cominciare a fare prevenzione contro i tumori? Alla Fondazione Umberto Veronesi non hanno alcun dubbio, per riuscire a fare un buon lavoro bisogna rivolgersi al mondo dei ragazzi perché, come sottolinea Chiara Segré, supervisore scientifico della Fondazione, «la prima causa dei tumori sono gli errati stili di vita e l’alimentazione scorretta e le buone abitudini si imparano fin da piccoli». Per questo occorre che i bambini imparino quanto prima possibile ad avere un giusto rapporto col cibo e con il proprio benessere.
Non è un caso che alcuni importanti progetti sviluppati dalla Fondazione Veronesi riguardino il mondo dell’infanzia. Tra questi Blu for Food, che «da una parte sostiene giovani scienziati e ricercatori italiani che operano negli ambiti della prevenzione e della nutrigenomica, la scienza che studia come i cibi e la dieta influenzano i geni e la nostra salute – spiega Marco Bianchi, divulgatore scientifico della Fondazione nonché divulgatore televisivo degli stessi temi e cuoco -. Dall’altra, invece, si occupa della divulgazione dei risultati della ricerca attraverso campagne di sensibilizzazione rivolte anche al mondo dei più giovani come “Bimbi in cucina, mamme in classe” che ha già coinvolto 1600 bambini e 1250 genitori in diverse città».
I DATI – Secondo una ricerca del Ministero della Salute e dell’Istituto Superiore della Sanità in Italia il 22,9% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni è in sovrappeso e l’11,1% è obeso. «Le nostre cellule hanno una reale memoria di ciò che andiamo a mangiare e troppo zucchero, troppe proteine e troppi grassi sono l’anticamera per obesità, diabete e cancro – dice Bianchi -. Per questo occorre fare informazione alle famiglie e far avvicinare i bambini al cibo salutare, ma gustoso allo stesso tempo». Gli strumenti sono lezioni per i genitori ai quali, per esempio, viene spiegato «che il latte – continua Bianchi – dopo una certa età è infiammatorio o che esistono delle sostanze come gli antociani, contenuti nelle arance rosse, che abbassano le infiammazioni, e spezie come la curcuma che pare riescono a bloccare la crescita delle cellule tumorali».
GOLD FOR KIDS – È l’ultimo nato tra i progetti della Fondazione Veronesi dedicati ai più piccoli e si prefigge di raccogliere fondi per l’avviamento e la gestione di protocolli di cura per i bambini malati di tumore. «Ogni anno in Italia si ammalano di cancro circa 1.600 bambini fino ai 14 anni e 1.000 adolescenti tra i 15 e i 19 anni – dice Chiara Segré -. Per fortuna le probabilità di sopravvivenza tra i bambini e gli adolescenti raggiunge il 70% con punte dell’80% e il 90% per leucemie e linfomi anche se le neoplasie pediatriche rappresentano ancora la prima causa di morte per malattie dei bambini». Oggi il problema in Italia è che raramente esistono protocolli di cura per i più piccoli che garantirebbero loro di ricevere cure più efficaci, secondo i migliori standard di qualità di livello internazionale. «Un protocollo di cura – spiega Segré – è un manuale di istruzioni strutturato, ordinato e standardizzato a livello internazionale nel quale viene indicato come trattare una data patologia: farmaci, dosi, tipo di controlli, raccolta di dati». Aprire un protocollo, però, costa più rispetto all’utilizzo delle cure standard, inoltre i costi sono a carico dell’ospedale e dei centri di cura. Ad oggi sono tre i protocolli di cura avviati dalla Fondazione, che lavora in sinergia con l’Associazione italiana di ematologia ed Oncologia pediatrica, attraverso la raccolta fondi e sono dedicati a neuroblastoma pediatrico, leucemia non linfoblastica e linfoma non Hodgkin. «Tra gli altri obiettivi – continua Segré – c’è la cura degli adolescenti malati di tumore che, oggi oltre i 14 anni vengono ricoverati tra gli adulti, in reparti pediatrici e la garanzia della corretta e adeguata informazione sulla malattia ai più piccoli utili. La psiconcologia ha dimostrato che se il bambino sa contro cosa sta combattendo e viene coinvolto nel processo di cura, il suo corpo ha una maggiore capacità di risposta».
DECALOGO DEI DIRITTI DEL MALATO PER I BAMBINI E GLI ADOLESCENTI – Un altro impegno a favore dell’infanzia e dell’adolescenza lo ha preso il comitato etico della Fondazione che ha sviluppato un decalogo specifico dei diritti del malato. Tra questi il primo punto riguarda proprio il diritto al riconoscimento della specificità del bambino e dell’adolescente e «che la propria famiglia sia coinvolta nel piano assistenziale e informata con continuità e trasparenza sulle condizioni di salute e sulle cure», spiega Annamaria Parola del Comitato etico di Science for Peace. Di quest’ultima costola della Fondazione è anche il progetto della carta di Science for Peace per i bambini che risale al 2010 e «ha lo scopo di sensibilizzare con immagini, spiegazioni e domande sulla cultura nella non violenza – conclude Parola -. Del resto ricerche e studi scientifici hanno dimostrato che non esistono geni della violenza, non c’è patrimonio genetico che predetermini a un atteggiamento violento ed è, invece, l’ambiente a svolgere un ruolo enorme nella nascita dei meccanismi violenti».