Wise Society : La nave-ospedale milanese che cura i colombiani

La nave-ospedale milanese che cura i colombiani

di di Francesca Tozzi
23 Novembre 2010

Bastano un sms di 2 euro o una donazione tramite istituto bancario, per contribuire al progetto del San Raffaele di Milano. È un'imbarcazione di quaranta metri, con equipaggio di 35 persone, attrezzata per portare cure di base gratuite, alle popolazioni dei più remoti e poveri villaggi della costa del Pacifico. Risalendo i corsi d'acqua

 

Si inoltra nelle foreste colombiane, prestando assistenza sanitaria gratuita alla popolazione che vive lungo i fiumi della costa del Pacifico: è la Nave Ospedale San Raffaele, un vero e proprio ospedale galleggiante equipaggiato per visite, piccoli interventi e servizi sanitari di supporto. Si tratta di una delle poche strutture al mondo di questo tipo, ovvero non militari e finanziata da privati, ed è stata varata il 15 giugno 2009. Da allora vengono organizzate missioni periodiche che durano dalle due alle tre settimane durante le quali una équipe di personale colombiano, precedentemente addestrato, raggiunge i villaggi ed eroga varie prestazioni sanitarie, effettuando tappe di alcuni giorni a seconda della grandezza del villaggio e di quante persone accorrono sul posto. Sono persone di tutte le età che arrivano anche da lontano e che ormai conoscono bene la nave. E la aspettano con ansia.

 

«Tutto è nato per iniziativa di un infermiere colombiano del San Raffaele che ha riunito un gruppo di volontari italiani e del suo Paese per raggiungere la popolazione del dipartimento di Chocó su una piccola barca, l’Esperanza», racconta Laura Sincinelli, uno dei responsabili del progetto, «il dipartimento si trova a Nord-Ovest della Colombia ed è una vasta area ricca di corsi d’acqua e spesso colpita dalla guerriglia. I villaggi sono sparsi e isolati, raggiungibili solo per via fluviale e in genere costituiti da poche capanne, senza elettricità, acqua potabile e fognature». Un territorio difficile dove gli ambulatori di primo soccorso si raggiungono con almeno un giorno di viaggio in canoa, non esiste la prevenzione e la popolazione locale è a rischio perchè usa per lavarsi l’acqua del fiume, utilizzato anche come discarica e quindi veicolo di infezioni potenzialmente mortali tra cui malaria e colera «Le prime spedizioni ci sono servite per conoscere la situazione locale e i problemi della zona: questo ha reso possibile, dopo quattro anni, arrivare al progetto di ristrutturazione di una nave, dotata di una sala operatoria per piccoli interventi, ambulatori di medicina generale, ambulatorio pediatrico e ginecologico, laboratorio di analisi, servizio di farmacia e gabinetto odontoiatrico», continua la responsabile.

 

Oltre alle attività di cura svolte sulla nave-ospedale, vengono promossi interventi di prevenzione tra cui campagne di vaccinazione per la popolazione infantile, in accordo con le politiche sanitarie del Paese. Contemporaneamente ci si sta muovendo per creare ambulatori distribuiti sul territorio, che potranno affiancare l’attività della nave e garantire la continuità delle cure nel tempo. Tutto questo è di difficile gestione e ha un costo elevato: «Siamo stati riconosciuti come ospedale dal Ministero della Salute colombiano e nostro obiettivo è coinvolgerlo sempre di più, trasferire le nostre competenze sul territorio perché siano autonomi», spiega ancora Laura Sincinelli, «per questo pensiamo che il governo colombiano dovrebbe finanziare almeno in parte questa iniziativa: si tratta della salute dei suoi cittadini. Ci stiamo muovendo in questa direzione ma per il momento le missioni sono sostenute solo da fondi privati: donatori italiani e colombiani. La Fondazione San Raffaele garantisce la copertura delle spese ma le donazioni sono di vitale importanza perché la nave possa partire», aggiunge Sincinelli.

 

Perciò l’Associazione Amici del San Raffaele Onlus ha deciso di destinare a questo progetto i fondi che verranno raccolti grazie alla campagna SMS solidale: fino al 28 novembre, inviando un sms al numero 45507, con soli 2 euro è possibile garantire la vaccinazione di un bambino contro epatite, polio, difterite, tetano, morbillo, parotite e, inoltre, inserirlo in un programma di controllo per la denutrizione e malnutrizione. La campagna ha un obiettivo ambizioso: salvare la vita a circa 10 mila bambini, e in seguito sarà comunque sempre possibile sostenere il progetto con una donazione tramite bonifico bancario (www.fondazionesanraffaele.it).

 

«Siamo fiduciosi sul futuro di questo importante progetto e vorremmo poter fare più missioni, coprendo un’area più grande, e curarndo un maggior numero di persone», prosegue Laura Sincinelli, «la nostra iniziativa è un’eccezione ma la voce si è diffusa, la gente si fida di noi, anche perché il personale è colombiano, e quando attracchiamo sono in molti a chiederci cure e assistenza». Per questo è importante, adesso, che il progetto evolva da una sanità di base, fatta di vaccinazioni, visite, farmaci e interventi di odontoiatria, a un livello superiore. «Sappiamo che i problemi sono tanti e di diverso tipo, ma l’obiettivo a lungo termine che vorremmo raggiungere è offrire prestazioni più specifiche coinvolgendo nelle missioni specialisti di discipline diverse in modo da utilizzare al meglio il tempo in cui la nave ospedale sosta presso ciascun villaggio».

© Riproduzione riservata
Altri contenuti su questi temi:
Continua a leggere questo articolo: