Di vino il cinema si è sempre occupato principalmente per i suoi valori edonistici e conviviali, come suggestivo sfondo per storie d'amore e di vita (Racconto d'autunno di Eric Rohmer) ma anche come simbolo e chiave di una possibile svolta esistenziale (Un'ottima annata di Ridley Scott)
Il vino è sempre stato un tema che i registi cinematografici amano trattare. Anche per il fatto che questo condivide con l’arte in piacere della scoperta, dell’autenticità e della trasgressione. L’aspetto conviviale legato al tema dell’amicizia domina in Sideways di Alexander Payne dove le vie del vino sono infinite e la vita è davvero “l’arte dell’incontro”. Nel viaggio dei due protagonisti attraverso la California, tra vigne e cantine, il vino diventa metafora di due modi di vivere: quello del “per sempre giovani” come il vino novello, dove le avventure si consumano sempre frizzanti una dopo l’altra e l’altro, più sofferto, del lungo “invecchiamento” che porta alla scoperta e realizzazione di sé, di tutto il proprio potenziale, una visione dove l’amore, esperienza rara come una bottiglia pregiata, va degustato maturo e a piccoli sorsi.