Wise Society : Il controllo dei metalli nei capelli è uno strumento efficace per stare meglio

Il controllo dei metalli nei capelli è uno strumento efficace per stare meglio

di Francesca Tozzi
6 Aprile 2012

Piombo, cadmio, arsenico e mercurio sono presenti nostro corpo. Un semplice test aiuta a individuarli. E a curarsi

I capelli non sono solo un mezzo di seduzione femminile o una fonte di problemi per chi deve gestirne la caduta, ma anche una cartina tornasole del nostro stato di salute, in particolare del livello di inquinamento da metalli presente nel corpo. Che il nostro organismo sia un microcosmo in continuo interscambio con l’esterno è cosa nota: come siamo capaci di agire sull’ambiente con i nostri comportamenti, a partire da quelli alimentari, così l’ambiente ci può contaminare attraverso il cibo oltre che l’aria che respiriamo. In percentuali variabili nei nostri capelli possono essere presenti fino a 40 minerali diversi e tutti tossici.

Cos’è l’inquinamento da accumulo di metalli

 

Lo sa bene il dottor Gerardo Rossi che da tempo, insieme a ISDE Italia, l’Associazione Medici per l’Ambiente, studia questa forma nascosta, ma molto pericolosa di inquinamento d’accumulo attraverso uno specifico test. Nel corso della tavola rotonda che ha aperto l’open day Be Wise, il Rossi ha evidenziato la differenza fra l’analisi del sangue e quella del capello prendendo come esempio il piombo. Le analisi del sangue rivelano la situazione attuale del nostro corpo ma non gli accumuli. Il piombo rimane nella circolazione sanguigna per un po’ ma poi sparisce rimanendo nei nostri capelli, e quindi in tutto il resto dell’organismo. Noi cominciamo ad accumulare da quando siamo nell’utero materno piombo, mercurio, cadmio e arsenico. «Grazie al Mineral Test sono in grado di individuare nel capello sostanze che risalgono a trenta mesi prima», spiega Rossi, «volendo essere maliziosi, verrebbe da dire che è per questo che i calciatori si rasano i capelli». I casi recenti del pesce al mercurio sono solo un esempio dell’intossicazione alimentare cui siamo sottoposti senza saperlo. «Il mercurio si trova nei pesci di grossa taglia perché sono in cima alla catena alimentare e accumulano dentro le loro carni il mercurio già presente nei pesci che hanno mangiato. Noi, che siamo ancora più in alto rispetto ai vari tonni, pescispada e squali (non tutti, solo quelli pescati in acque contaminate) fungiamo da collettori», prosegue Rossi. Il problema è che si tratta della forma organica, il Metilmercurio, che è la più tossica. Non a caso, il biomonitoraggio del mercurio nella popolazione è consigliato dall’Oms. «Le intossicazioni croniche rappresentano un fenomeno allarmante: in dodici anni di analisi ho visto cambiare le percentuali di molti metalli. Da anni in Italia e nella stessa Europa si usano benzine verdi, senza piombo, e le vernici al piombo sono state proibite. Questa è una buona cosa per chi è giovane ma non risolve il problema degli adulti che il piombo l’hanno già accumulato», continua il medico.

I pericoli dell’alluminio e dell’antimonio

 

Ma a crescere in modo preoccupante sono anche le percentuali di alluminio. «Nel cosentino, per esempio, abbiamo individuato una quantità notevole di alluminio eppure si trattava di una zona di braccianti. Si è poi scoperto che la fonte del metallo disperso erano i grossi pentoloni di alluminio usati per cucinare la passata di pomidoro. Il PH acido dei pomodori aveva corroso il metallo della pentola e se l’era portato via. Come nel caso del mercurio, anche in questo si tratta della forma più pericolosa, perché l’alluminio acidificato è tutto biodisponibile. Cresce anche la presenza dell’antimonio, metallo simile all’arsenico e usato come antincendio nei tessuti, della formaldeide usata per fissare i colori su alcuni capi di origine incerta, del cromo esavalente usato per conciare le pelli nelle scarpe importate dall’Est», conclude l’esperto.Tutti questi minerali sono dannosi per l’ambiente perché non sono metabolizzabili dall’organismo che li assorbe e li rilascia in continuazione, così rimangono in circolo nell’ecosistema. Non a caso la natura ha sistemato i metalli pesanti nelle parti profonde del pianeta. Poi è arivato l’uomo e li ha estratti avviando un circolo per niente virtuoso. Oggi abbiamo malattie causate dall’inquinamento di tre generazioni fa mentre le nostre difese immnunitarie si indeboliscono progressivamente. La soluzione passa per una presa di consapevolezza globale del fenomeno che coinvolge tutte le nostre scelte. Dalla mobilità all’alimentazione alla cosmesi.

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