Il contatto con la natura fa bene al corpo e allo spirito, e lo dice anche la scienza. La terapia verde è ormai una consuetudine, tanto che sono molti gli ospedali che si stanno attivando per far star meglio i propri pazienti grazie alla presenza di elementi naturali
Stare nella natura fa bene. Lo sappiamo tutti perché tutti abbiamo sperimentato la sensazione di profonda calma e nello stesso tempo di nuova energia che si prova dopo un picnic nei prati, una camminata in montagna o fra le dune, fra spiaggia e mare. Ora però è la scienza che lo conferma: la green therapy ha davvero effetti salutari e benefici provati per corpo e mente. Ecco perché da esperienza piacevole, la NBI o Nature-based intervention è diventata un vero metodo per “attivare” il benessere. Il contatto terapeutico con la natura è entrato nei progetti delle città “eco-friendly” del futuro (che avranno sempre più spazi verdi a portata di mano e meno cemento) e in quelli delle aree dedicate alla salute, come gli ospedali. Come se non bastasse, la green therapy è adatta a tutti. E se fosse la chiave per un mindful living più in armonia con l’ambiente e con noi stessi? Scopriamola meglio.
Cos’è e come funziona la green therapy
La green therapy non è un solo un metodo di “medicina alternativa”: questo approccio olistico ha molte basi scientifiche. Nei Paesi anglosassoni, soprattutto Gran Bretagna e USA, la Nature-based intervention o NBI è stata sempre più usata e osservata negli ultimi anni, soprattutto a partire dal 2020 in poi. La NBI prevede immersioni in spazi naturali, dove rilassarsi o compiere vere attività (camminata, giardinaggio…) con la guida di esperti. Si fa di solito in piccoli gruppi ed è aperta a partecipanti di tutte le età, dagli adolescenti agli anziani. Le persone, anche le più “cittadine” e meno abituate a stare in mezzo al verde, sono coinvolte in varie esperienze dirette, sempre rispettose dell’ambiente, e a prendere confidenza con piante, fiori, ortaggi.
I vari tipi di green therapy
Le attività che possono rientrare nella Nature-based intervention sono differenti: ognuno scegliere quella che piace di più! Si può praticare ovunque e in qualsiasi periodo dell’anno, anche se i più freddolosi preferiranno sicuramente le attività da svolgere durante la bella stagione. La NBI si può fare in aree verdi più o meno lontane dai centri abitati e nei parchi, orti e giardini urbani. Scopriamo alcune delle proposte che rientrano in una possibile sessione di green therapy per capire se ne esiste una adatta alle nostre inclinazioni naturali.
Ortoterapia
L’ortoterapia o horticultural therapy propone di sperimentare le diverse attività tipiche del giardinaggio e della cura dell’orto, che diventano un mezzo per allenarsi, divertirsi e raggiungere un obiettivo gratificante: vedere i “frutti” del proprio lavoro. Fa bene al fisico e al morale!
Barefooting
Camminare a piedi nudi, o barefooting, nell’erba, sulla sabbia è un buon modo per recuperare centratura fisica e mentale. Questa tecnica di green therapy aiuta a riprendere coscienza del proprio modo di muoversi nello spazio circostante ed è una fonte di stimoli sensoriali e tattili dimenticati e preziosi.
Forest bathing
Il forest bathing o immersione nella foresta, versione occidentale del giapponese Shinrin Yoku, che si fa passeggiando lentamente nel verde, è una delle esperienze di NBI più emozionanti. Agli stimoli offerti da luci, colori e sensazioni del bosco si aggiungono quelle olfattive delle molecole benefiche dei composti volatili del tronco degli alberi. Ad alto impatto emotivo e molto rilassante anche il tree hugging, pratica durante la quale si abbracciano (letteralmente) gli alberi.
Foraging
Cercare fiori ed erbe spontanei nei prati, raccoglierli con cura e poi magari usarli in buone ricette “plant based”: sono i punti di forza del foraging, una pratica sempre più diffusa anche nel nostro Paese, complici anche i ristoranti che hanno cominciato a utilizzare le piante selvatiche commestibili per ricette stellate.
I benefici della green therapy
La cosiddetta terapia verde ha tantissimi benefici per il corpo e per la mente. Stare lontani dalla natura è infatti molto dannoso per il nostro organismo, tanto che molti parlano di Nature Deficit Disorder. E allora andiamo a scoprire perché la Green Therapy fa così bene, partendo da tutti i vantaggi che porta con sé.
Antistress
Una giornata o un ciclo di appuntamenti di green therapy è un efficace antistress. Stare in un ambiente naturale, bosco, prato, montagna fa scendere i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress che, quando è in eccesso, altera i ritmi sonno-veglia e può creare problemi metabolici, dal diabete all’obesità.
Attiva i muscoli
La NBI è un ottimo tonificante: muoversi nel verde è più piacevole di quanto sarebbe in città e lo sport risulta davvero rigenerante, riossigena e rende più forti e allenati i muscoli. Questo vale anche per attività di green therapy che non sono propriamente sportive come l’ortoterapia o il foraging.
Per il cuore
La terapia verde rilassa e distende proprio come una meditazione vera e propria. Per questo motivo è un’attività benefica per il cuore, tanto che contribuisce a ridurre il rischio di malattie vascolari, infarti compreso.
Socializzazione più facile
La Nature-based intervention è un ottimo modo per socializzare: le attività di gruppo, guidate da un terapeuta abbattono le barriere fra le persone, fanno fare amicizia, divertono. Questo è importante soprattutto per gli anziani: stare in compagnia, parlare, fare qualcosa con gli altri è fondamentale per un vero healthy ageing.
Aromaterapia naturale
Non è da trascurare neanche l’effetto sul corpo di profumi e aromi per noi ormai inconsueti: le molecole odorose e gli oli essenziali di piante, corteccia degli alberi fiori che si possono apprezzare nel forest bathing o nel foraging sono il veicolo per un’aromaterapia naturale rigenerante.
NBI negli ospedali
La NBI è arrivata anche in Italia come supporto alle cure in ospedale. È un esempio l’iniziativa della Fondazione Policlinico Sant’Orsola di Bologna dove si sta sperimentando l’effetto benefico sui pazienti del “paesaggio che cura”: nuove aree verdi riqualificate e progettate in modo da essere rilassanti e riportare in contatto con la natura sono entrate nel reparto di Oncologia generale e nel 2024 entreranno in quello di Oncologia femminile. Sale d’attesa, corridoi, porticati diventano logge fiorite e giardini che danno speranza e aiutano la guarigione.
Lucia Fino