La pratica di benessere, importata dal Giappone, aiuta a combattere lo stress e a rafforzare l'organismo grazie agli olii essenziali rilasciati dalle foglie
Si chiama Shinrin-yoku, in inglese forest bathing, e si traduce letteralmente con “fare un bagno di foresta”. In Giappone è una pratica così diffusa da essere entrata tra i pilastri della medicina preventiva. I medici orientali hanno, infatti, cominciato a consigliare ai propri pazienti di abbandonare per qualche ora i ritmi frenetici delle giornate lavorative e prendersi del tempo per «trarre giovamento dell’atmosfera della foresta».
E non solo perché una passeggiata rilassante aiuta a eliminare lo stress, ma anche perché vari studi scientifici hanno dimostrato che ogni albero rilascia, attraverso le sue foglie, oli essenziali che rinforzano il sistema immunitario. Una vera e propria branca dell’aromaterapia, la cui filosofia è quella di immergersi totalmente, attraverso tutti i cinque sensi nella foresta, arrivando quasi a sentirsi in connessione con essa.
I benefici del Forest Bathing
Mentre in Giappone, il Forest Bathing ha iniziato a diffondersi nel corso degli Anni ’80 (il termine fu coniato nel 1982), in Occidente ci è voluto un po’ più tempo e solo nell’ultimo decennio è approdata anche negli USA.
Gli studi scientifici hanno dimostrato che quando si trascorre qualche ora in un ambiente più naturale si registra un sensibile miglioramento di alcuni parametri fisiologici: il cortisolo salivario, ovvero l’ormone dello stress, si abbassa così come la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna, il livello di zucchero nel sangue e si hanno anche riscontri benefici contro la depressione.
E questo non accade semplicemente perché la natura rilassa, ma grazie alle virtù medicinali e chimiche dei fitoncidi, oli essenziali del legno degli alberi che, oltre a rilasciare speciali sostanze nell’aria per proteggersi dal marciume e dagli insetti, fanno bene anche agli esseri umani.
Forest bathing in Italia
In Italia, benché non venga ancora prescritta dai medici, questa pratica di benessere si sta diffondendo sempre di più e non mancano le strutture ricettive che indicano il forest bathing tra le attività che è possibile sperimentare durante il soggiorno. C’è, però, un luogo, in particolare, che ha già “suffragato” scientificamente le sue caratteristiche: il parco naturale dell’Oasi Zegna, in Alta Valsessera in Piemonte, area incontaminata nonché sito di interesse comunitario.
Qui, uno studio effettuato nel 2012 dall’ecodesigner Marco Nieri e dall’agronomo Marco Mencagli sulla vegetazione ha dimostrato scientificamente che la faggeta dell’Oasi Zegna ha una elevata capacità di rilascio di sostanze volatili dal fogliame, i monoterpeni, capaci di apportare benefici all’organismo e stimolare positivamente le difese immunitarie.
Per questo sono nati tre sentieri per effettuare il forest bathing, percorribili liberamente da giugno a settembre (periodo di massima foliazione dei faggi), con tanto di segnaletica che indica le piante che producono una maggiore influenza bioenergetica.
Per eseguire il vostro “forest bathing” è sufficiente seguire liberamente i tre sentieri selezionati sostando o camminando nei boschi, godendo delle bellezze naturali, ascoltando e osservando. I benefici migliori si ottengono facendo una passeggiata di 4 ore nel bosco (per almeno 5 km di camminata) alternando passeggiate a soste lungo i sentieri. Il massimo del beneficio, assicurano gli esperti, si ottiene facendolo per tre giorni consecutivi.