Lavorare nell'insegnamento, affrontare lunghi tragitti casa-ufficio e aver superato i 40 anni: chi appartiene a queste categorie ha più probabilità di ammalarsi per lo stress. Ma una scappatoia per il futuro c'è: portare con sè cani e gatti...
Lo stress sul lavoro può colpire chiunque, a qualsiasi livello. Può interessare qualsiasi settore e dipendenti di aziende di ogni dimensione. Influisce sulla salute e la sicurezza delle singole persone, così come sulla salute delle imprese e delle economie nazionali. Gli stressati, però, non sono tutti uguali. Lavorare in un settore produttivo, occupare una data posizione, ricoprire un ruolo, possono favorire o diminuire lo stress. Lo stress è il secondo problema di salute legato all’attività lavorativa riferito più frequentemente e colpisce il 22 percento dei lavoratori dei 27 Stati membri dell’Unione Europea. È probabile che il numero di persone che soffrono di patologie legate allo stress da attività lavorativa aumenti in futuro. I cambiamenti in corso nel mondo del lavoro sottopongono infatti i lavoratori a pressioni sempre maggiori che hanno cause diverse: il ridimensionamento delle imprese e l’esternalizzazione delle mansioni, il maggior bisogno di flessibilità in termini di impiego e competenze, l’accresciuto ricorso ai contratti a tempo determinato, la marcata precarietà del lavoro e l’intensificazione dell’attività lavorativa, nonché lo scarso equilibrio tra lavoro e vita privata. All’interno di questa tendenza generale è però possibile individuare specificità legate ai singoli settori produttivi e alle categorie professionali.
Un importante report pubblicato dalla European Agency for Safety and Health at Work, l’Agenzia dell’Unione Europea che si occupa di sicurezza e salute sul lavoro, ha individuato i più alti livelli di stress nei settori dell’educazione, dell’istruzione e della salute. In particolare, il 12 percento degli impiegati nei primi due settori soffrono di ansia a causa del proprio lavoro. Una percentuale vicina ai dipendenti della pubblica amministrazione, l’11 percento. Se questi sono i dati a livello europeo, addentrandosi nei singoli Stati emerge che lo stress da lavoro correlato nel settore educativo è riferito dal 60 percento dei lavoratori sloveni, seguiti dai greci. E anche nei Paesi dove il livello di stress in generale è inferiore alla media europea, come nel Regno Unito, in Olanda o nella Repubblica Ceca, più del 20 percento degli impiegati nell’istruzione soffrono di patologie da stress. In Italia sono circa il 35 percento. Tempi duri per gli insegnanti, quindi, visto che sono loro in particolare a occupare questi ruoli. Un questionario indirizzato ai suoi membri dallo European Trade Union Committee for Education – che riunisce i Sindacati degli insegnanti dei Paesi europei – chiedeva quali fossero le cause di tali livelli di stress. Le risposte in cima alla lista? Sovraccarichi di lavoro rispetto al ruolo, aumento delle dimensioni delle classi per insegnante, comportamenti degli studenti e mancanza di aiuto da parte dei dirigenti scolastici.
Anche l’età contribuisce a ridurre o aumentare lo stress. Secondo l’European Working Conditions Survey, che dal 1990 monitora le condizioni di lavoro in Europa, i lavoratori ne sono colpiti a tutte le età. Ma è soprattutto nella fascia 45-54 anni che il fenomeno è più comune. I più alti livelli di stress vengono riscontrati tra le persone di mezza età, mentre i livelli più bassi sono tra i più giovani e i più anziani, da una parte a causa dell’entusiasmo e dalla novità che i primi anni di professione portano con sé, dall’altra a causa del distacco che i lavoratori prossimi alla pensione avvertono nei confronti del lavoro stesso.
Anche il luogo fisico dove si lavora è fonte di stress. Il solo raggiungerlo, per gran parte dei lavoratori, è già causa di ansia e fatica. Quelle di lavoratore e di pendolare stanno diventando categorie sempre più sovrapponibili nell’organizzazione economica di oggi. In Italia, secondo uno studio del Censis, sono circa 13 milioni i pendolari, in crescita di oltre il 30% tra il 2001 e il 2007. In media impiegano 72 minuti per gli spostamenti andata e ritorno, 33 giornate di lavoro annue. Il 43 percento di loro sono impiegati e insegnanti, il 23 studenti, il 17 operai. Loro frequente compagno di viaggio, non richiesto, è lo stress, causato dal nervosismo e dall’insofferenza provocati da tutti gli imprevisti che si presentano durante il tragitto casa-ufficio o fabbrica. Una vita difficile, che forse gli animali domestici potranno migliorare, quando sarà possibile portarli con sé mentre si svolgono le proprie mansioni quotidiane. Una ricerca pubblicata sul Journal of Occupational Health Psychology e condotta alla Eastern Kentucky University, negli Stati Uniti, ha evidenziato che la presenza degli amati “pets” riduce lo stress e aumenta la soddisfazione professionale. Saranno lo scodinzolio allegro del nostro cane o le fusa del nostro gatto a renderci lavoratori più rilassati?