Spirometri, dermatoscopi per la diagnosi precoce dei tumori della pelle e elettrocardiografi si potranno trovare in via sperimentale anche presso gli ambulatori dei medici di famiglia
Elettrocardiogramma, spirometria, holter, dermoscopia. Gli esami diagnostici dal medico di famiglia sono già una concreta realtà a cui la «dotazione» di 235 milioni, inserita nella manovra economica e destinata a finanziare queste strumentazioni negli ambulatori, dovrebbe dare un definitivo impulso. Due dottori su 10, infatti, usano già spirometro ed elettrocardiografo nei loro studi. «E, in generale, ben 8 su 10 utilizzano o sono interessati a impiegare dispositivi diagnostici nei loro studi», spiega Massimo Magi, coordinatore del progetto «Studio medico 3.0» della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).
ACCERTAMENTI DIRETTAMENTE DAL MEDICO DI BASE – La possibilità di effettuare alcuni accertamenti direttamente nello studio del proprio medico di famiglia sta facendo discutere, in queste settimane. Il Governo è pronto a stanziare 235 milioni di euro per l’acquisto di apparecchiature sanitarie da parte dei medici di base. Se la riforma andrà in porto, come pare, nei loro studi si potranno effettuare esami di primo livello che, nel caso in cui il paziente non fosse in grado di muoversi da casa, potranno essere effettuati anche a domicilio. Le risorse saranno affidate alle Regioni e divise sulla base di un piano dei fabbisogni predisposto e approvato nel rispetto dei parametri fissati con decreto del Ministro della salute che sarà messo a punto entro la fine dell’anno. Una svolta che, gli stessi camici bianchi, considerano «epocale». Un vantaggio di non poco conto per i pazienti, che non pagheranno nulla per questi accertamenti. E un’opportunità di guadagno anche gli stessi medici, che sarebbero ricompensati con incentivi «forfettari» non legati alla singola prestazione erogata.
PROGETTO AL VIA DALLA PUGLIA – Nell’epoca in cui la vera emergenza è rappresentata dalle malattie croniche, gestibili in larga parte al di fuori degli ospedali, gli studi dei medici dibase arriveranno strumenti come lo spirometro che serve a misurare la capacità respiratoria e a fare, per esempio, diagnosi tempestive di malattie spesso trascurate, come la Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva). Ma si potranno trovare anche dermatoscopi per la diagnosi precoce dei tumori della pelle e, ovviamente, elettrocardiografi. «Da tempo ci spendiamo affinché la medicina di famiglia possa essere dotata di un pacchetto modulabile di strumenti diagnostici che possano integrare l’intelligenza artificiale, la digitalizzazione e la telemedicina, a seconda delle esigenze del singolo professionista e della forma associativa secondo la logica del micro-team professionale», dichiara Silvestro Scotti, segretario nazionale della Fimmg. La sperimentazione voluta dal ministro Roberto Speranza dovrebbe partire dalla Puglia. «Il microteam composto dal medico, dall’infermiere e dal collaboratore di studio sono già realtà nella nostra regione – dichiara Filippo Anelli, oggi al timone della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo) -. Gruppi di lavoro diquesto tipo esistono infatti già dal 2007, quando introducemmo 2.000 collaboratori e 700 infermieri sono all’interno degli studi di medicina generale».
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