La privazione di sonno aumenta il tasso di mortalità negli adulti e provoca gravi malattie mentali nei giovani
Chi dorme non piglia pesci ma vive più a lungo. Lo afferma una ricerca durata ben 14 anni, condotta dalla Penn State College of Medicine in Pennsylvania e pubblicata sulla rivista Sleep.
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Dormire poco fa vivere di meno
Gli uomini con insonnia cronica, che in genere dormono meno di sei ore per notte, hanno quattro volte più probabilità di morire rispetto a quelli che riposano regolarmente. I giovani adulti che abitualmente dormono meno di cinque ore per notte invece hanno tre volte più probabilità di sviluppare disturbi psichiatrici di quelli che dormono otto, nove ore a notte. Per questo dovrebbe diventare una routine per i dottori interrogare i pazienti sulle loro abitudini di sonno per rilevare e trattare problemi al più presto.
«L’insonnia, il più comune disturbo del sonno, è associato con tassi significativi di mortalità negli uomini» ha spiegato Alexandros Vgontzas, professore di psichiatria che ha condotto lo studio sul sonno presso il Penn State College of Medicine. «Gli esiti della nostra ricerca aumenteranno la consapevolezza tra medici e scienziati che l’insonnia debba essere diagnosticata da subito e trattata in modo appropriato».
La ricerca
I ricercatori della Pennsylvania hanno seguito 1,741 volontari ai quali è stato chiesto di compilare un questionario sulla storia del loro sonno, di sottoporsi a un esame medico e farsi monitorare in laboratorio mentre dormivano. Ne è conseguito che il tasso di mortalità è superiore al 50% negli uomini con insonnia cronica, rispetto al 9,1% in quelli che dormono normalmente, tenendo conto anche di variabili quali il peso e l’abitudine al fumo. Mentre non è stata riscontrata nessuna variazione particolare nei tassi di mortalità per le donne con disturbi del sonno.
L’American Academy of Sleep Medicine infine raccomanda agli adulti di dormire una media di 8 o 9 ore per notti.
