Una start up gestita da giovanissimi che cerca di far fronte all'emergenza sangue in Italia. L'obiettivo? Rendere la donazione un gesto cool e avvicinare i giovani a un gesto così importante
In Italia l’emergenza sangue è un problema da sempre: pochi donatori, con numeri che stentano a crescere e una certa diffidenza verso un gesto che può salvare vite e che dovrebbe segnare un momento di condivisione spontaneo. Per cercare di trovare una soluzione questo problema è nata una start-up tutta italiana e giovanissima: un team di ragazzi sotto i 25 anni che sono partiti dalle loro esperienze e da un’intuizione vincente per convincere i loro coetanei a donare. Con una mission per niente segreta: coinvolgere quanti più ragazzi possibile e far diventare il gesto di donare il sangue “cool”.
Qualche dato sull’emergenza sangue in Italia
Il sangue nel nostro Paese manca e non è un dato nuovo: gli ospedali fronteggiano emergenze e quotidianità con un certo affanno che tocca picchi in negativo in estate, quando il numero dei donatori scende ulteriormente. I donatori in Italia sono 1,6 milioni: pochi rispetto alle necessità. In un anno un uomo può donare fino a 4 volte, una donna in età fertile 2 volte. Lazio, Campania e Sardegna sono le regioni più svantaggiate per quanto riguarda la donazione e la reperibilità di sangue, con centri trasfusionali che faticano ad essere autosufficienti.
Come è nata la start-up Rosso
La start-up Rosso è nata dall’esperienza personale di una delle founder, Chiara Schettino: era il periodo del Covid e Chiara, ricoverata per una leucemia, ha dovuto ricorrere a una trasfusione. Le lunghe ore di attesa prima di arrivare a quella salvifica sacca rossa e la consapevolezza di quanto il sangue sia scarso e prezioso le hanno dato l’impulso a voler cambiare qualcosa.
La start-up è stata ideata nel 2023 con l’idea di coinvolgere i giovani e farli diventare donatori regolari. E lo fa nel modo che per i ragazzi è più consueto e familiare: attraverso un percorso guidato online che spiega tutti i passaggi della donazione (come prepararsi, cosa fare, dove andare) e rende più vicini, virtualmente e fisicamente, i centri trasfusionali.
Focus sulla generazione Z
L’intuizione di Chiara e del suo team di giovanissimi (tutti under 25) non è da poco. Paradossalmente proprio i giovani, che sarebbero i donatori ideali, oggi sembrano poco interessati a donare sangue: la fascia di donatori fra i 18 e i 45 anni cresce con lentezza, mentre è in aumento quella dei “senior” over 56. Un problema importante visto che il limite massimo per donare è di 65 anni. I giovani non conoscono a fondo l’emodonazione e sono ancora condizionati da pregiudizi e paure infondati.
Timori e dubbi che si possono dissolvere in pochi click seguendo gli step di Rosso.
Un progetto in crescita
Quello di Rosso è un progetto vincente e in crescita. Finora si sono iscritti alla community ben 3.500 giovani della generazione Z che hanno donato in un anno e mezzo 2.500 litri di sangue e salvato 5.000 vite. Il team di Rosso porta la sua mission in tour nelle scuole e all’università, dove organizza incontri con gli studenti e i docenti e nelle aziende, dove la donazione e perfino la raccolta del sangue, possono entrare a pieno titolo.
L’idea è però di far diventare l’emodonazione parte di uno stile di vita “cool”, attivo, trendy: per questo Rosso cerca ambassador che possano rappresentarlo come attori, cantanti, sportivi. Intanto chi partecipa al progetto può parlare della sua storia sul sito e nel blog di Rosso e diventare, in prima persona, un testimonial.
Come funziona Rosso
L’idea di Rosso è di creare un network che metta in contatto donatori e centri trasfusionali. Per aderire e proporsi come donatore basta iscriversi sul sito. Il secondo passo è un colloquio privato con un medico ematologo che verifica l’idoneità alla donazione controllando la pressione sanguigna e l’emocromo. Se è tutto ok e si è idonei si entra nella community EasyBlood.
A questo punto tutto si può gestire online: si cerca in autonomia il centro trasfusionale più comodo e vicino, si fissa l’appuntamento per donare, si può chattare con il medico ematologo e verificare lo stato delle donazioni.
Attraverso EasyBlood si può donare anche in una postazione mobile fra quelle allestite in tutta Italia, perché Rosso collabora con molte associazioni di donatori, come Fratres e AVIS oltre che con moltissimi ospedali e centri privati. Insomma la donazione diventa facile, spontanea, bella. Un gesto condiviso e davvero “cool” perché fa parte di una nuova sensibilità verso gli altri e la società.
Donare il sangue è anche vantaggioso
Donare non è solo un gesto altruistico, è anche un modo per monitorare la propria salute, in modo costante e gratis: ai donatori, infatti, vengono fatti molti test, a partire dall’esame completo del sangue. Un check-up che in Italia non è affatto comune: solo una persona su tre nel nostro paese si sottopone con costanza alla sua routine di controlli (che in tanti casi possono essere fondamentali per la prevenzione e perfino salva-vita!).
Un donatore è più sano, semplicemente perché è più controllato.
Dimenticare paure e falsi miti
Rosso dà tanti consigli sulla donazione del sangue e sfata anche qualche falso mito. Eccone alcune FAQ (con una risolutiva risposta).
- E se poi ho bisogno anche io di sangue? Il sangue donato si riforma nel giro di 48 ore
- E se ho paura degli aghi? Distrarsi è semplice, anche guardando un film sul tablet o sullo smartphone.
- Donare fa male? Si avverte solo una leggera puntura. E se sei agitato porta un amico con te!
- Devo prepararmi in modo particolare? Prima di donare fai una colazione leggera, senza latticini e grassi. Dopo ti potrai concedere una buonissima colazione completa!
Se vuoi saperne di più su Rosso e avere più info su questa iniziativa, ti consigliamo di dare un’occhiata al suo sito ufficiale
Lucia Fino