Necessari per passare alla terapia di precisione, aiuteranno a predire i sintomi della malattia e la risposta del paziente alle cure farmacologiche
Valutazione dettagliata di dati genetici, biomarcatori, neuroimaging cerebrale, tipologia di depressione, sintomi indicativi di una maggior probabilità di resistenza alle cure: sono questi i cinque nuovi parametri con cui individuare le cure più adeguate per le malattie mentali e in particolare per la depressione, una malattia che colpisce 33 milioni di persone in Europa ed è prossima, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, a spodestare dal trono delle malattie croniche cardiovascolari. Così come già da qualche anno si fa in oncologia, la medicina di precisione non è dunque cosi lontana nemmeno in psichiatria. È questo lo scenario che è emerso da un convegno organizzato a Milano dalla Società Italiana di Psichiatria. Cure mirate, più efficaci e con minori effetti collaterali, serviranno ad aumentare il numero dei pazienti trattati per la depressione, tuttora fermi a circa un terzo dei casi.
VERSO UNA PSICHIATRIA DI PRECISIONE – I parametri che si dovranno valutare per stabilire la cura appropriata sono il citocromo P450 (enzima che metabolizza i farmaci), i livelli ematici della proteina C reattiva, la tipologia di depressione (melanconica, ansiosa, atipica), la presenza eventuale di sintomi (insonnia o riduzione delle energie) e la presenza di traumi (sindrome da stress post-traumatico o sintomi psicotici lievi). Dopodiché sarà possibile rispondere con il trattamento adeguato. «Gli antidepressivi sono molti e non sono tutti uguali – spiega Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di neuroscienze dell’ospedale Fatebenefratelli-Sacco di Milano e presidente della Società Italiana di Psichiatria -. Oggi le terapie vengono personalizzate sulla base di pochi parametri, non sempre frutto di linee guida o solide evidenze scientifiche, preferendo cure che non favoriscano l’accumulo di peso se il paziente è sovrappeso od obeso. Di fatto, però, non si utilizza un algoritmo preciso per la prescrizione e l’estrema variabilità dei farmaci impiegati lo dimostra». La sfida del prossimo futuro è dunque passare alla terapia di precisione. «Dobbiamo sfruttare indicatori che si stanno rivelando importanti per predire la risposta alle cure da parte del paziente», con riferimento a quelli sopracitati. Alcuni di questi dovranno essere valutati meglio, altri come le tecniche di neuroimaging cerebrale per «vedere» la risposta del cervello agli antidepressivi sono allo studio, ma la strada è tracciata: in futuro sarà sempre più necessario prescrivere subito il farmaco con la maggior probabilità di essere efficace, considerando con maggior attenzione tutti i dati disponibili relativi alla farmacodinamica, ovvero alla capacità che il principio attivo ha di entrare in relazione con i recettori su cui agisce.
LA VERIFICA DELL’EFFICACIA NEL TEMPO – Altrettanto importante sarà poter capire subito, senza aspettare settimane, se il trattamento scelto sia davvero efficace nel singolo paziente. Alcuni studi indicano che sia possibile accorgersene fin dai primissimi giorni di terapia o addirittura dopo una singola somministrazione.«Individuare prima possibile i sintomi della malattia è fondamentale, cosi come lo è l’approccio su misura per la cura – spiega Ovidio Brignoli, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Generale -. Il disagio psichico e la depressione stanno diventando il primo motivo di ricorso al medico di famiglia, che spesso non ha esperienza o armi adeguate ad affrontare un problema per cui, oltre alle competenze cliniche per impostare un trattamento adeguato ed efficace, servono anche disponibilità e tempo per l’ascolto». Serve perciò formazione, ma soprattutto l’aiuto degli specialisti di riferimento presenti sul territorio. La depressione è una malattia per cui la continuità della presa in carico è imprescindibile: per assistere, monitorare e accompagnare il paziente in un rapporto che deve essere necessariamente stretto. «Solo così potremo migliorare anche l’aderenza alla terapia, tuttora bassa perché per esempio i pazienti hanno paura degli effetti collaterali delle cure o di diventare dipendenti dai farmaci. Tutto questo incide sulla qualità di vita».
ALMENO OTTO DIVERSE FORME DI DEPRESSIONE – L’appuntamento scientifico ha rappresentato anche l’occasione per classificare le otto forme di depressione che richiedono altrettanti trattamenti. La più diffusa è la depressione maggiore, frequente soprattutto nella terza decade della vita, che colpisce più le donne degli uomini ed è caratterizzata da ansia, melanconia, tristezza e sensazione di panico. Segue il disturbo da disregolazione dell’umore dirompente, più diffuso negli adolescenti: è caratterizzato da irritabilità, con rilevanti e frequenti manifestazioni cliniche come l’aggressione fisica verso cose o persone. C’è poi il disturbo depressivo persistente, il cui esordio è precoce e il decorso cronico. La disabilità prodotta da questo disturbo è pari o superiore a quella prodotta dal disturbo depressivo maggiore. Poi disturbo disforico premestruale (quando il ciclo compromette la regolarità della vita familiare e professionale), depressione indotta da farmaci o dovuta a una condizione medica (ictus, Parkinson, sindrome di Cushing, ipotiroidismo), disturbi con altra specifica (episodi brevi ricorrenti o con sintomatologia insufficiente). In tutti i casi il dolore cronico, i disturbi del sonno, l’obesità e lo scarso esercizio fisico vanno considerati in ogni caso dei fattori di rischio.
SOLTANTO I TUMORI HANNO UN IMPATTO PEGGIORE – Secondo una recente indagine condotta dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), su un campione nazionale di mille individui sulla percezione, i vissuti, le paure della popolazione italiana nei confronti della depressione, è emerso che quest’ultima è seconda soltanto ai tumori per impatto sulla qualità di vita. Una diagnosi precoce e un trattamento adeguato e mirato sono perciò essenziali, con un occhio di riguardo per le donne durante l’età fertile e in menopausa.
Twitter @fabioditodaro