Dal popolare settimanale arabo Yemen Times, un contributo per riconoscere e approcciare una malattia in grande diffusione, ma ancora poco studiata
La depressione non è una malattia a una faccia sola.
A dirlo un articolo dello Yemen Times, che fa riferimento alla Harvard Medical School. Secondo il pezzo, questa patologia può manifestarsi in molti modi e in maniera diversa a seconda della persona che ne viene colpita.
La depressione “maggiore” è caratterizzata da apatia, stanchezza e disinteresse verso le attività della nostra vita, accompagnati da almeno uno di questi sintomi: variazione dell’appetito, insonnia, scarso desiderio di relazionarsi con gli altri e di svolgere i compiti quotidiani o, viceversa, un eccesso di iperattività. Oltre alla difficoltà di concentrazione, sensi di colpa o di inadeguatezza e tendenze suicide.
Fin qui, i segnali da decifrare per capire se qualche amico o conoscente possa essere finito preda del “male oscuro”.
Ma poi, che fare? Il contributo del popolare settimanale arabo, pubblicato anche in lingua inglese, suggerisce alcuni modi per approcciare chi dovesse manifestare sintomi di questo tipo. Anche se, premette, non è facile considerato che spesso chi è colpito da depressione tende a isolarsi e a non cercare il contatto con gli altri.
Comunque bisogna insistere sul rivolgersi a personale medico qualificato per iniziare un percorso terapeutico. Che poi, una volta avviato, deve essere mantenuto con costanza. Ma, oltre all’accompagnamento clinico vero e proprio, non devono mai mancare l’affetto e la vicinanza. Che, uniti a sensibilità e comprensione, possono fare la differenza nella lotta a questa insidiosa e invalidante malattia.