Wise Society : Biologico: in Italia piace sempre di più

Biologico: in Italia piace sempre di più

di di Francesca Tozzi
4 Ottobre 2010

Con un mercato da 3 miliardi di euro, imprenditori giovani e molte aziende al femminile l'Italia si conferma al secondo posto in Europa, dopo la Spagna, per quanto riguarda l'agricoltura naturale. In crescita anche i consumatori di cibi sani e di materiali ecologici per la casa

Al secondo posto in Europa

È l’Italia, in ambito internazionale uno dei Paesi al top nella produzione di biologico. Un mercato da 3 miliardi di euro caratterizzato da una spiccata presenza di donne imprenditrici (25% sul totale delle aziende agricole) e giovani (la metà ha meno di 50 anni). La “classifica” delle coltivazioni biologiche è guidata dall’Australia con 12 milioni di ettari, ma l’Italia, con una superficie bio destinata a coltivazioni pari a circa 1 milione di ettari, occupa l’ottavo posto (dopo Argentina, Cina, Stati Uniti, Brasile, Spagna e India) a livello mondiale e il secondo a livello europeo, dopo la Spagna. Il bio rappresenta l’8,6% della nostra agricoltura. E cresciamo del 10%. Siamo al primo posto in Europa per il numero di aziende agricole che hanno scelto il metodo biologico: quasi 50 mila. Il nostro Paese è inoltre il primo produttore al mondo di ortaggi bio (con una superficie otto volte superiore a quella spagnola), cereali (con circa 250 milaettari), agrumi, uva (con 38.000, il doppio della Francia) olive e si colloca al secondo posto per il riso. Il Sud fa da traino al settore. Siamo, infine, anche i maggiori esportatori mondiali di prodotti biologici, che raggiungono gli scaffali di tutta Europa, Stati Uniti e Giappone, per un valore di circa 1 miliardo di euro.

 

Cibi sani e naturali in crescita

Un gran bel potenziale è quello emerso dalla 22 esima edizione del Salone internazionale del naturale di Bologna (9-12 settembre scorso) dove sono stati presentati, per la prima volta congiuntamente, i dati dell’Osservatorio sui consumi SANA-GPF ideato da Giampaolo Fabris e le rilevazioni del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Dal primo emerge che nel 2010 si è diffusa sempre di più la convinzione che un’alimentazione orientata al biologico porterebbe a un miglioramento della salute. Non solo cresce di nove punti la percentuale di chi sceglie prodotti locali e di stagione, ma quasi un terzo del totale consuma abitualmente alimenti con valenze salutistiche (arricchiti con fermenti lattici vivi, polifenoli, oligoelementi e fibre). Le preoccupazioni sull’eccessivo e dannoso contenuto chimico nei prodotti alimentari (conservanti, coloranti, fertilizzanti, antiparassitari) sono sempre più elevate e sale al 57% ( +5,2%) la percentuale degli italiani disponibili a pagare un po’ di più per prodotti alimentari provenienti da aziende impegnate da un punto di vista etico, ambientale e sociale.

Il benessere in casa

L’Osservatorio monitora più in generale il nostro rapporto con il benessere e la cura di sé. Prima ancora di una corretta alimentazione, che ha raccolto il 32% delle preferenze, e dell’attività fisica (31,4%), gli italiani pensano che per mantenersi in buona salute sia necessario soprattutto non fumare (quasi il 50%), limitare gli alcolici (41,1%) e dormire le giuste ore di sonno (39%). A questo si va ad aggiungere quest’anno un crescente interesse per la casa ecologica costruita cioè con materiali naturali e all’insegna del risparmio energetico. La natura è sempre più presente nelle scelte di consumo e in casa dove l’86% degli intervistati ha utilizzato lampadine a ridotto consumo energetico, il 70 % pile ricaricabili, il 62% carta riciclata, il 48% detergenti casa ecologici, il 34% tessuti-fibre colorate naturali, il 34% prodotti del commercio equo-solidale e il 22% giocattoli ecologici.

 

I prodotti più richiesti

I nostri consumi bio sono intorno al 3% della spesa alimentare complessiva delle famiglie – non molto rispetto a quote che per alcune tipologie di prodotti sfiorano il 20% in altri stati europei come Svizzera, Liechtenstein, Austria e Germania – ma non hanno perso punti nonostante la crisi. Secondo i dati Ismea/Nielsen, infatti, i consumi domestici di prodotti biologici confezionati, favoriti da una discesa dei prezzi al dettaglio, sono cresciuti anche nel primo semestre 2010, segnando un incremento dell’11,3% in quantità e del 9% in valore. Si tratta di prodotti a domanda elastica i cui consumi sono molto sensibili alla variazione del prezzo. Nello stesso tempo il comparto bio ha registrato performance più favorevoli rispetto ai consumi alimentari nel complesso e agli altri prodotti a qualità certificata. Ma quali sono quest’anno i prodotti in cui si fa sentire più forte la propensione al biologico? Quelli per l’infanzia fanno un bel salto in avanti, da un calo del 15% nel 2009 a una crescita del 31% nel 2010, ma anche i lattiero-caseari recuperano bene (da –1,9 a +11,2%) e meglio ancora fanno i prodotti per la prima colazione (da –2,7 a +17,3%). Tornano in deciso attivo anche pasta, riso e olio che l’anno scorso avevano perso punti a favore dei loro fratelli da agricoltura convenzionale. Sono, d’altra parte, tra i prodotti di riferimento del comparto insieme all’ortofrutta che cresce solo dello 0,9% perché nel 2009 aveva già portato a casa un bel +26,6%. Tra le principali altre categorie crescono gli acquisti di bevande (+5,7%), uova (8%), miele (+13,7%) pane e sostituti (+19,2%). Tutti segni positivi che lasciano ben sperare per il prossimo futuro.

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