Nata sessant’anni fa da uno psicologo e antropologo, oggi è diffusa in tutto il mondo, Italia compresa, dove sono molti a praticarla con molteplici benefici fisici e psichici
La biodanza è un metodo per vivere meglio. A confermarlo sono gli studi che hanno messo in evidenza i molteplici benefici di questa disciplina, ideata circa sessant’anni fa da Rolando Toro, psicologo e antropologo cileno, per i suoi pazienti in cura psichiatrica per trovare alternative più dolci ed efficaci alla medicina tradizionale. Il suo metodo, perfezionato negli anni, ha portato a essere diffuso, apprezzato e praticato in tutto il mondo, Italia compresa.
Cos’è la biodanza?
Biodanza è un nome composto dal prefisso bios, che significa vita, e da danza nel senso primordiale della parola, che identifica un movimento naturale connesso all’emozione e pieno di significati. Dunque: biodanza è la danza della vita. «“Danzare la vita” è un’espressione poetica, una metafora che vuole indicarci un’altra maniera di affrontare la vita: ci indica apertura di visione, nuove prospettive», specifica Michela Garavaglia, insegnante di biodanza e praticante dal 2009.
La biodanza nasce a metà degli anni Sessanta del XX secolo. È un sistema preciso e specifico, risultato di continui miglioramenti, frutto di un’idea di Rolando Toro Araneda. Si origina da una meditazione sulla vita nata per riportare equilibrio e armonia, integrazione nell’essere umano, che avvengono attraverso movimenti del corpo che liberano la loro espressione in gesti legati a musiche specificamente selezionate e studiate, in grado di stimolare emozioni e di indurre vivencia: tale termine definisce la capacità di essere totalmente presente nel momento che si vive col proprio corpo, con le proprie emozioni, con la musica.
Le cinque linee di vivencia
Biodanza è un cammino di trasformazione e crescita personale per elevare la qualità della nostra vita. Ci invita in una nuova realtà piena di bellezza e armonia.
Essa lavora su cinque linee di vivencia: vitalità, intesa come energia, potenza di essere nel mondo, con autoregolazione ed equilibrio tra azione e rilassamento; sessualità, ovvero il provare desiderio e piacere, il desiderio di vivere e godere della sensualità, rafforzare l’identità sessuale; creatività, ossia praticare l’arte di vivere, capace di esprimere e trasformare, di rinnovare e abbellire lo stile di vita. C’è poi l’affettività, cioè il sentire il rispetto e la tenerezza, la capacità di dare e ricevere amore. Infine la trascendenza, intesa come connessione con il genere umano e con la natura, avere accesso all’esperienza dell’estasi, l’esperienza paradisiaca.
Lo scopo della biodanza è integrare queste qualità, considerati potenziali genetici, nell’individuo: «nel corso della propria vita, le persone sviluppano queste cinque funzioni fondamentali. Tuttavia, molte rinforzano alcune di queste a spese delle altre e raramente esprimono la totalità delle loro potenzialità, a causa degli ostacoli incontrati nell’espressione originaria di se stessi. Biodanza agisce stimolando le funzioni poco sviluppate per poter integrare in tutta la loro pienezza ed armonizzarle con le altre», specifica ancora Michela Garavaglia.
I benefici della biodanza
Quando si parla di biodanza, sono molteplici i benefici. Uno dei più immediati è il buon umore: molte persone, quando scoprono per la prima volta la biodanza, riferiscono della gioia generata durante la lezione che continua per vari giorni. Essa può aiutare a essere attenti e attivi, ma anche profondamente rilassati, favorendo la riduzione dello stress.
Ogni sessione di biodanza contiene esercizi che invitano al movimento e all’attivazione e altri che invitano alla tranquillità e al rilassamento. La prima parte della sessione attiva il sistema simpatico (che secerne adrenalina) e la seconda il sistema parasimpatico (che secerne acetilcolina). In questo modo la biodanza aiuta a regolare il sistema nervoso autonomo.
La pratica aiuta a rendere il sistema immunitario più forte. Lo confermano studi condotti presso l’Università di Lipsia da Marcus Stück, direttore scientifico presso la DPFA Academy of Work and Health, e e Alejandra Villegas. Osservando i livelli immunoglobuline di tipo A prima e dopo le sessioni con due gruppi, uno che frequentava la biodanza e l’altro un corso di riduzione dello stress. Entrambi i gruppi hanno mostrato un aumento, ma il gruppo Biodanza ha evidenziato un effetto a lungo termine se praticato regolarmente nel tempo.
Un ulteriore beneficio accertato da studi e ricerche è la capacità della biodanza a contribuire allo sviluppo dell’intelligenza emotiva, aumentando la capacità di percepire, accettare e comprendere le emozioni e di regolarle. «La biodanza lavora sulla parte “sana” dell’individuo, potenziandola. Tra i benefici sperimentati, si segnalano quelli tipici dell’attività fisica, come l’innalzamento dei livelli di endorfine, ma soprattutto essa lavora sugli aspetti esistenziali, quindi rafforza l’identità, l’autostima, migliora le relazioni oltre a migliorare l’ascolto di sé, la connessione con la natura, aumenta il potenziale di vitalità – segnala la stessa insegnante –. Durante una sessione di biodanza, l’individuo è stimolato, attraverso la danza e il movimento uniti alle emozioni, a vivere intensamente il momento presente, il qui e ora. Aiuta anche la capacità di superare gli ostacoli». Inoltre ha effetti positivi sulla longevità ed è praticata con successo da anziani.
Biodanza: esercizi e pratica
Ogni lezione viene chiamata sessione ed è curata da un istruttore, chiamato facilitatore. È pensata per seguire una curva fisiologica tipica dei bioritmi: si parte da una sessione dolce, di riscaldamento per arrivare all’apice dell’attività fisica e dell’euforia, fino ad arrivare a una graduale discesa, con lavori specifici che portano poi alla fase di riposo. «Ogni sessione di Biodanza è come un giro organico nella vita che riguarda anche un rinnovamento biologica, cellulare», evidenzia l’istruttrice. Ogni sessione comincia e si conclude con una danza in cerchio, figura fondamentale, di importanza ancestrale, consacrando il momento.
«Nella biodanza vengono studiati e proposti diversi tipi di movimento ognuno dei quali dà la possibilità di confrontarsi in diverse situazioni, con differenti musiche e di riscoprire così insieme al movimento il proprio corpo».
Ci sono camminate di vari tipi, danze di espressione, momenti specifici in cui la musica è una componente fondamentale. Nel tempo, secondo il metodo messo a punto da Rolando Toro, le musiche sono il frutto di una sua attenta selezione e spaziano tra migliaia di tracce scelte dal fondatore. «I brani sono stati scelti a seconda del lavoro che ogni istruttore vuole compiere e dall’obiettivo che si pone».
Come si pratica
La biodanza si pratica a piedi nudi (oppure con calze antiscivolo), che permette di muoversi in maniera più stabile e consapevole. Tutto parte dal gruppo: è la base, dal gruppo parte tutto. Non può essere praticata individualmente, ma richiede che il processo di crescita personale avvenga all’interno di un gruppo che, nel tempo si integra a livello affettivo, permettendo così il processo di evoluzione di tutti i partecipanti. «Il gruppo in biodanza ha caratteristiche particolari: è accogliente, rassicurante e privo di giudizio critico. È un contenitore affettivo, un centro generatore di vita. Grazie proprio a queste peculiarità del gruppo i partecipanti esprimono al meglio la loro propria umanità, sentendosi liberi nel loro corpo e nelle proprie emozioni», sottolinea ancora l’esperta.
Biodanza in Italia
Nella rete di scuole in cui si pratica in tutto il mondo, la biodanza in Italia è presente. L’associazione Biodanza Italia nasce nel 2001, con l’obiettivo di valorizzare la professionalità degli Insegnanti di Biodanza italiani. Oggi nel nostro Pase sono attive 13 Scuole di Formazione IBF Biodanza Sistema Rolando Toro. Per saperne di più sui centri in cui si pratica biodanza è possibile fare riferimento alla Internation Biodanza Federation.